la sartoria
Francesca si alzò presto.
Era un lunedì speciale : il primo
giorno del suo apprendistato presso la nota sartoria sel “ signor
Marco”
Sebastiano aveva contrattato con il
sarto un lavoro a mezza giornata ma, soprattutto di apprendimento.
Praticamente senza remunerazione. Il signor Marco accettò la
richiesta perchè capì le motivazioni che inducevano un vedovo con
famiglia numerosa a dare un mestiere che garantisse un futuro alle
sue figliole e, nello stesso tempo, permetesse loro di attendere alla
famiglia.
Francesca diede le consegne delle
faccende di casa a Giusi , elencò una serie di lavori da eseguire
dettandoli come litanie di Santi.
Dopo un anno di lavoro , il sarto
chiamò Sebastiano per comunicargli che Francesca si era impegnata
con interesse tanto che poteva “camminare “da sola.
“ allora posso comprarle la macchina
da cucire?” chiese l'uomo soddisfatto per aver fatto una buona
scelta per le figliole
“certamente!” rispose il signor
Marco “ aggiungerò che Francesca è volenterosa, intelligente,
intuisce subito l'esigenza e il gusto della cliente....!”
“ Vi ringrazio !” rispose
emozionato Sebastiano...allora dalla prossima settimana potrò
mandarle Giusi?”
“va benissimo rispose il sarto, però
ricordatevi che Francesca è sarta “da donna” a Giusi insegnerò
a confezionzre abiti da uomo, come avevamo già stabilito e poi.in
questo momento ho necessità di una lavorante in più nel reparto
uomini...”
I due uomini si salutarono stringendosi
la mano, il contadino, in segno di rispetto, si tolse anche il
cappello dalla testa.
Nel rientrare a casa, Sebastiano comprò
una macchina da cucire “Singer” nuova fiammante, con la marca
scritta in dorato che brillava riscaldando il cuore dell'uomo che ,
da tempo, non conosceva calore.
Il mattino successivo il messo del
negozio suonò il campanello e consegnò ad una sbigottita Francesca
la macchina da cucire. Questo gesto sostituì le parole di
complimenti che suo padre non avrebbe mai detto.
Francesca riprese, con entusiasmo, il
suo ruolo dentro la famiglia. Divenne più veloce nel curare la casa
e potè tagliarsi una bella striscia di tempo da dedicare al cucito.
I suoi primi clienti furono delle
signore indirizzate dal parroco don Piga.
La voce sulla bravura della sarta si
sparse e presto la giovane ebbe un'importante clientela.
Giusi iniziò il suo corso di
apprendistato.
Il signor Marco si rese conto subito
che la ragazza non era portata per la sartoria. Timida e taciturna,
al contrario di sua sorella , non legò nemmeno con le altre giovani
apprendiste.
- Forse necessita di tempi più
lunghi!” pensò il sarto che prima di deludere il signor Sebastiano
rendendole la figlia, decise di tenerla con un incarico più semplice
e socievole, le avrebbe fatto fare le consegna a domicilio.
Giusi ne fu compiaciuta. Fare la sarta
non era per lei e poi consegnare gli abiti confezionati le avrebbe
permesso di conoscere persone diverse e chissà magari trovare un
innamorato che avrebbe illuminato il grigiore della sua quotidianità.
I clienti del sarto appartenevano al
ceto sociale elevato della città: bancari, banchieri, medici,
politici, nobili.
Lei portava l'abito confezionato,
coperto in un asciugamano nuovo, con le frange, suonava al portone
del signore e spesso era invitata a trattenersi perchè il padrone
desiderava indossarlo per vederne la cadenza e coordinazione con gli
accessori ,davanti al suo specchio.
Una mattina attorno a mezzogiorno, il
signor Marco la chiamò
- Giusi, l'abito per il Direttore della
Banca non lo dovrai consegnare a casa sua ma, dovresti andare nel suo
ufficio. Ha mandato un messo con questa richiesta, pare che il
Direttore si sia rovesciato addosso il caffè ed è in attesa di un
cliente importante...-
La ragazza si preparò e sistemato
l'abito sul braccio uscì.
Non era molto contenta di recarsi da
quel signore. Lo sguardo con cui l'uomo la fissava, durante le prove
misura, la turbava,anzi le provocava nausea.
Arrivata in Banca un messo la fece
entrare in un'anticamera.
Quando fu sola, si aprì la porta
dell'ufficio ed un gentilissimo Direttore la invitò ad entrare.
Turbata la ragazza disse – mi ha
mandato il sarto per la consegna!”
“ accomodati dentro così lo
indosserò sperando che cada bene11-
- ma certo il signor Marco è un ottimo
sarto!-
- sicuro mia cara!- sorrise l'uomo ,
che poggiatale una mano sulla spalla, la introdusse nel suo ufficio.
- accomodati!- la invitò indicandole
una sedia – farò in un attimo, ho un imcontro importantissimo!-
Così dicendo s'infilò nel bagno.
La giovane non riusciva a spiegarsi
quel malessere che le aveva stretto lo stomaco fin dal suo ingresso.
Stava seduta sulla punta della sedia come se avesse sotto degli
spilli.
Non vedeva l'ora di andar via.
La porta del bagno si aprì.
L'uomo indossati i pantaloni, teneva in
mano la giacca
-per favore mi daresti una mano ad
indossare la giacca? -disse con voce rocca
– avvicinati e osserva bene ,questa
piega non mi sembra in linea...vedi un po' tu!”
La giovane, seppur turbata per
l'imbarazzante situazione, si avvicinò, mentre notava sbigottita una
voluminosa protuberanza deturpare la patta dei pantaloni due braccia
la strinsero , l'uomo farfugliava frasi incomprensibili e le sue mani
frugavano mordacci sotto il vestito di Giusi.
La giovane cacciò delle urla che mai uscirono dalla bocca
bloccata da un ignoto terrore.
Istintivamente prese a torcersi ,
graffiare per liberarsi dalla stretta di quella mani simili a
tentacoli, quella lingua,viscida...quella bocca a ventosa...lo sforzo
le rivoltò lo stomaco ed evacuò un vomito nervoso che raggiunse
l'uomo sul viso.
Infuriato e sempre più eccitato, mollò
la giovane per un attimo, tanto bastò perchè Giusi ,presa una sedia
la mise tra lei e l'uomo come arma minacciosa
Retrocedendo raggiunse la porta. Era
chiusa a chiave.
Disperata cercò di bloccare l'avanzare della “bestia bavosa “
tirandogli addosso tutto ciò che le capitava sotto mano ma lui la
guidava verso il muro spingendole addosso la scrivania.Giusi ai limiti delle forze, schiacciata contro il termosifone, mise le mani dietro le schiena, trovò il vasetto di ceramica contenente l'acqua del radiatore, lo raccolse e lo lanciò sull'uomo raggiungendolo all'occhio.
- brutta puttana!! gridò egli
allontanando la mani dalla scrivania.
Giusi ,con uno spintone, la spostò ,
raggiunta la porta girò la chiave e scappò.
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