il desiderio di Giusi
La famiglia di Giusi andava
numericamente rimpicciolendosi.
Quattro fratelli si erano arruolati
nella Marina Militare : Piero, Gianni, Michele e Salvatore.
Sebastiano, prima di partire aveva dato loro la benedizione paterna.
Emozionato ma orgoglioso della scelta
coraggiosa dei suoi figlioli. La carriera militare offriva loro la
dignità della divisa e sollevava il grado sociale della famiglia
Arrivato il momento della partenza ad
ognuno aveva detto le stesse parole, come una formula da tempo
ripetuta:
“ vai figlio mio, proteggi la nostra
Patria dal nemico, fa si che nessuno straniero calpesti la Terra
nostra e dei nostri padri, renditi onore con correttezza, rispetto ,
coraggio e che la mia benedizione e quella della tua mamma ti
accompagni fino al ritorno.”
Il figlio riceveva queste parole
,mentre, Francesca accanto mordeva i denti poiché avrebbe voluto
aggiungere “la sua” ma Sebastiano glielo aveva proibito .
Dopo la benedizione di Pietro, il primo
figlio che partì, Francesca era intervenuta a modo suo:
- inginocchiati fratello e chiedi
perdono a me e al babbo di tutte le tue monellerie, dei peccati...”
non potè continuare,un inferocito
Sebastiano puntandole l'indice le urlò
“ ritirati bruttota! Ricordati che
anche tu sei figlia, non metterti al posto mio o di tua madre!”
Francesca si era allontanata. Seduta
sulla panca sotto il roseto rampicante , aveva pianto lacrime di
rabbia per l'umiliazione inflittale da suo padre.
Giusi divenne il bersaglio diretto
delle cattiverie vendicative di sua sorella.
Timorosa del padre , la giovane
confidò, da dietro la grata del confessionale, a don Piga il suo
desiderio di studiare per diventare infermiera specializzata. Mise
nelle mani del prete il compito d'intercedere presso suo padre ed
ottenere il permesso.Solo don Piga lo poteva fare, im lui Sebastiano
metteva la massima fiducia, ogni mattina prima di recarsi al campo
assisteva alla prima Messa e riceveva la Santa Comunione
Dopo un paio di giorni, terminata la
preghiera serale, Sebastiano prese la sveglia, da sopra il camino,
per caricare la corda. Sollevata la testa chiamò Giusi
- seguimi in camera ! Ti devo parlare -
le disse con tono di voce meno burbero del solito.
Francesca mosse la lingua prima del
pensiero
- perchè padre non potete parlare
anche davanti a me?-
Sebastiano le lanciò solo
un'occhiataccia e tanto bastò.
La donna chinò la testa e si ritirò
in cucina per lavare i piatti.
Giusi seguì suo padre.
L'uomo si sedette sulla sedia accanto
alla pettiniera che sua moglie aveva portata in dote. Accesa la pipa
invitò la figlia ad accomodarsi di fronte a lui.
Giusi tremava per l'ansia. Dopo tre o
quattro pipate suo padre, guardandola negli occhi
- figlia mia, il tuo desiserio ti onora
e mi rende orgoglioso. Se fosse viva la tua mamma salterebbe di gioia
per la sua figlia prediletta, così sensibile, ubbidiente- tirò una
soffiata alla pipa e dopo due colpetti di tosse continuò
- però la tua mamma non c'è figliola
e qui ci sono i tuoi fratellini e Tina ha appena sei anni, il tuo
fratellino Beppe ne ha quattro, vuoi che crescano con quella strega
di tua sorella? E poi non posso caricare Francesca di tutto il lavoro
per la casa.
Io pensavo di mandarvi a turno in una
sartoria per imparare il mestiere di sarte, così potrete lavorare a
casa nel tempo libero...”
Giusi avrebbe voluto urlare la
delusione profonda ma la consapevolezza che le motivazioni adottate
dal padre fossero di primaria importanza la fece desistere e
mestamente rispose
- padre avete ragione , a casa c'è
bisogno di me,farò come desiderate voi!”
Sebastiano la guardò con sconosciuta
tenerezza paterna
- grazie figliola, la mamma ci guiderà
dal cielo!-
Giusi si alzò per uscire quando suo
padre la chiamò
-Giusi di a Francesca che le devo
parlare e la sto aspettando.-
Eseguita la comunicazione si ritirò
nella cameretta che divideva con la sorellina Tina.
La bimba dormiva. Giusi le si coricò
accanto
- piccolina per te rinuncerò al mio
sogno- Poi pregò e nella preghiera trovò consolazione.
Francesca uscì dalla stanza di suo
padre sorridente. Si sentiva felice
Il lunedì successivo avrebbe
cominciato un corso di taglio e cucito.
Avrebbe imparato un bel mestiere e poi
in sartoria si sarebbe liberata, per qualche ora , del peso della
famiglia.
Riassettata la cucina, andò a dormire.
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