Un venticello autunnale , in movimento
a vortice, lo spingeva a ritmo costante e ripetitivo: cigolio
sbattuta, cigolio, sbattuta.
Completava il tutto un lieve fruscio di
foglie secche coinvolte nel gioco dal vento.
Una donna, seduta su una panca, lo
sguardo perduto in un suo abissale vuoto, ritmava inconsciamente
quella musica di quel breve pentagramma naturale.
“Signorina Luisa,signorina Luisa!!”
la voce delicata di un' altra donna, apparsa all'improvviso la
chiamò.
Nel sentire il suo nome, Luisa si voltò
lentamente , cercando con lo sguardo la direzione da dove proveniva
la voce di Giusi, la sua assistente preferita.
Individuatala, il viso le si ammorbidi
in un sorriso , allungò le braccia, come un bambino che ha ritrovato
la sua mamma:
“oh Giusi!!” esclamò ,mentre
l'assistente l'abbracciava.
“Signorina Luisa! Eravamo preoccupati
per lei!”
“come mai?” chiese la donna
intristendosi per aver dato un dispiacere
“ tranquilla signorina!” disse
Giusi accarezzandole i capelli “ dovete stare attenta, quando suona
la
canpanella che avverte il rientro dal giardino, dovete rientrare anche voi!”
canpanella che avverte il rientro dal giardino, dovete rientrare anche voi!”
“ ma io ero impegnata a dipingere il
cancello che danzava con le foglie e Artur il mio fidanzato, suonava
una struggente musica autunnale.!!”
“ venite con me cara!” disse Giusi
prendendola sottobraccio.
Insieme ripercorsero il viale alberato
che conduceva alla casa di cura.
Giusi aveva scelto il lavoro di
assistenza in quella casa di cura tanti anni prima.
Aveva venticinque anni quando terminò
il corso di infermiera professionale. Quarta figlia di una numerosa
famiglia orfana di madre, viveva con suo padre e una dozzina di
fratelli e sorelle in una modesta ma decorosa casa.
Sua sorella maggiore, Francesca, si
incaricò di “ far da mamma” ai suoi fratelli, mentre, il padre,
chiuso nel dolore trascorreva tutto il giorno, dall'alba al tramonto,
nella sua campagna.Alla sera rientrava, poggiava nella cucina i
frutti della terra, cenava con la famiglia e dopo si ritirava nella
sua camera.
Seduti tutti insieme attorno al tavolo
per la cena, l'uomo iniziava le preghiere di ringraziamento a Dio. I
figli partecipavano con devozione perchè era l'unico momento in cui
udivano la voce del padre e ne vedevano lo sguardo che, per qualche
attimo, li fissava con fredda severità
Francesca serviva la cena che veniva
consumata in silenzio, il rumore delle posate indicava che la
famiglia era seduta al desco.
Bastiano aveva solamente cinquantotto
anni quando sua moglie, ammalata di nefrite morì, lasciandolo solo,
con un carico familiare che lui non aveva mai gestito.
L'uomo dimostrava più della sua età.
Il viso rugoso, le mani callose segnate
dal duro lavoro della campagna, le sopraciglia spesse ed aggrottate
nascondevano due occhi celesti dallo sguardo severo, impenetrabile.
Quando morì la loro mamma, Francesca
aveva ventisette anni e Giusi diciasette.
Tra loro vi erano tre fratelli maschi.
Seguiva , dopo Giusi, una bella squadra di maschietti ed una
sorellina, la penultima
Le due giovani sapevano gestire la
casa, conoscevano le esigenze della famiglia perchè, fin da piccole
aiutavano la mamma. Erano nate già “ grandi”: niente giochi
infantili, niente amore adolescenziale. La domenica mattina alla
Santa Messa e poi pulire, lavare, stirare , cucire...
Francesca e Giusi non si lamentavano ,
aiutavano volentieri la mamma nei lavori di casa. Mamma Angela,
dolce, affettuosa era molto attenta nel curare i suoi figli e il
marito.
Aveva sempre un figlio d'allattare ed
ogni due anni ne partoriva un altro.
Donna, ingenua , dotata di una grande
fede in Dio, aveva preso alla lettera le parole del Vangelo che don
Piga aveva spiegato il giorno del matrimonio con Sebastiano
“ Dio
ha
formato l'uomo e la donna a Sua immagine,donandoli l'uno
all'altro,come sostegno inseparabile,
perché siano non più due,ma una sola carne;
perché siano non più due,ma una sola carne;
Aveva
elencato ,successivamente ,i diritti e i doveri dei coniugi e lei,
dal profondo del cuore, giurò di amare, rispettare, e servire suo
marito per sempre, di accettare tutti i figli che Dio avrebbe donato
loro e di curarli ...."
Angela non si lamentava mai. Tutta
presa dall'adempimento dell'impegno con Dio , si alzava all'alba e
alla sera era l'ultima ad andare a letto dove l'attendevano i “doveri
coniugali”
Sfinita dalle gravidanze e dal lavoro
si ammalò di nefrite. Curata dalle figlie, prima di morire, affidò
a Francesca l'educazione e la crescita dei figli che stava
abbandonando.
Francesca, come aveva promesso a sua
madre, si addossò la cura della famiglia.
Preoccupata di non essere all'altezza
della situazione, sentendo la mancanza dell'appoggio della mamma,
pian,pianino , assunse un atteggiamento molto rigido e severo con i
fratelli perchè imparassero ad ascoltarla e ad ubbidirle come
facevano con la mamma
In tutto questo Sebastiano fu
completamente assente.
-In fondo Angela manca solo a me -,
pensava l'uomo, - il resto procede come sempre-.
Al sacrificio di Francesca non diede
mai merito. Era normale ch'ella si sacrificasse per tutti, era la
figlia maggiore
Questa indifferenza paterna rese la
donna, acida con tendenza alla “cattiveria”.
Dava ordini che voleva eseguiti nel
tempo e nel modo da lei imposto , non li lasciava un attimo in pace
così che ,man mano che raggiungevano l'età del servizio militare,
l'uno dietro l'altro si arruolavano nei ranghi della Marina Militare.
Ma questo, naturalmente , nel tempo.
Giusi invidiava i fratelli , loro
avevano come alternativa il servizio militare ma lei quale via di
fuga aveva?
- alcuna- rispondeva a sé stessa .
La giovane desiderava studiare per
diventare infermiera professionale.
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