Settembre
è arrivato,
immemore
del suo andar
con passo sicuro e cadenzato
al ritmo di delicato vento.
Dalla ruota del tempo
è sbucato infuriato,
mosso da incrociati venti,
ha sollevato polverone
verso il sole,
accusato
di eccessiva
calura dittatore:
“ a te che hai in mano
le sorti della vita, “
urlava
nel vento,
di Settembre la rabbia
osservando la natura,
di vitale infinita essenza
chiusa in gabbia,
fino all'osso prosciugata
privata della visione
di una futura esistenza
“abusare del potere donato
non è permesso!
Restituisci il maltolto
distribuendo piogge e frescura,
abbassa la cresta,
siano riequilibrate
le armonie vitali
perchè
del potere la gestione
non è abuso o furto ma
equilibrata partecipazione”.
Han brontolato anche il mare,
la collina, la montagna ,la pianura
si è oscurato il cielo
nella
mai perduta speranza
di sollevar del dittatore
il velo di finta ignoranza.