19 settembre, 2016

Poesia...anima silente

Anima silente

Il silenzio dell'anima
è un grido.
Un grido
solitario
nudo
muto
tra ignava folla
Come boomerang
ti si ritorce contro
e ancora
e ancora
e fa male
un male silente
di gemito muto
che si appartiene
che ti appartiene
anima silente





08 settembre, 2016

Racconto Un amore spezzato

Un amore spezzato
Tea si svegliò di soprassalto. I primi raggi di sole sollevandosi da dietro la montagna ne arrossavano la cresta.
La donna guardò la radio-sveglia. Aveva dormito solamente un paio d'ore poi era crollata sotto il peso di pensieri e ricordi che l'avevano tenuta a lungo sveglia.
Come fiume che, dopo aver superato mille ostacoli, scorre serenamente nella valle verso la foce, ora anche i ricordi di Tea, liberi da catene, scorrevano davanti ai suoi occhi.
Erano trascorsi due anni da quando la donna, non più giovanissima, aveva abbandonato l'amore di tutta una vita. Con un taglio deciso gli aveva voltato le spalle senza una parole, una spiegazione, un saluto,
Invano aveva cercato di scordarlo, di cancellarlo dalla mente, dal cuore..ma lui era sempre presente in ogni attimo del giorno e alla sera, calate le palpebre lo vedeva svanire nella nebbia del sonno.
Chiuse gli occhi, per udire la sua voce solleticarle le orecchie con bisbigli sensuali, le narici fremere al ricordo del suo profumo, così particolare, forte, intenso che sapeva di alghe e di macchia mediterranea. Il respiro, a volte, leggero come zeffiro altre intenso come maestrale arrivava alla donna come zaffate di onde delicate, tenere, lievi o forti e possenti a cui si abbandonava in un desiderato vortice di giochi sempre più intriganti e appaganti.
Infine la donna, si abbandonava tra le sue braccia, lo sguardo perduto all'orizzonte dell'azzurro degli occhi del suo amore.... ed era la pace, la pace in cui ritrovava se stessa.
Il loro fu un amore a prima vista.
Si conoscevano sin da bambini.
Tea, esile, timida, lo aveva incontrato un'estate. Lui scherzava sorrideva e nel sorriso rifletteva il sole che si rispecchiava in lui
Grida e schiamazzi si spandevano allegramente nell'aria, quasi, ad incoraggiare Tea a tuffarsi nel gioco.
La bambina si avvicinò lentamente, lui le accarezzò le manine e la portò tra gli altri bambini.
Lei lanciava la palla, lui la coglieva con un tonfo e gliela rimandava sui piedini. Finchè presero confidenza.
Saltellavano insieme, ridevano nel fare le capriole. A volte lui era dispettoso. Faceva lo sgambetto e lei cadeva. Rialzatasi, una lacrimante Tea, ritornava dalla sua mamma gridando – sei monello non ti voglio più-
Altre volte distruggeva i lavoretti che Tea pazientemente costruiva.
Ma poi facevano pace,
A lui confidava ogni suo più intimo pensiero, immersa nell'immensità del suo amore ritrovava quiete per il suo “essere”
Gli anni trascorsero in un baleno.
Poi, un giorno, come lampo a ciel sereno, una notizia devastante.
Tea era ammalata. Ammalata di un morbo che lentamente, inesorabilmente , avrebbe decretato la sua fine.
Impedita nei movimenti, non poteva guidare la sua macchina. Imprigionata tra le pareti domestiche iniziò un percorso di vita nuovo, lontano da tutti e dal suo amore.
Dopo due anni la voglia di lui, di rivederlo, di sentirne il profumo, di toccarlo con le mani la prese in una noiosa giornata di metà Settembre.
Telefonò ad un'amica, alla quale aveva raccontato tutto e le chiese di ricondurla, per breve tempo dal suo amore.
Salita sulla macchina di Patrizia, tremava per l'emozione.
Dopo pochi chilometri Tea cominciò a percepire quel profumo mai scordato. Chiuse gli occhi
Il cuore batteva forte nel petto
- ancora qualche minuto e t'incontrerò”
Dietro una curva lo vide.
Era sempre bello, era il suo amore...il suo mare.
Scesa dalla macchina attraversò la macchia mediterranea che precedeva la spiaggia, dove orme di gabbiani avevano cancellato ogni traccia umana.
Arrivò alla battigia e a piedi scalzi si avvicinò.
Ad occhi chiusi attese che l'onda lambisse i suoi piedi.
Una folata di vento le bagnò il viso di gocce salate e fu ancora amore.


.








03 settembre, 2016

Poesia il "non sense" della vita



Attendere l'alba
di un nuovo giorno
e poi il tramonto
e un'altra notte
e poi un'altra alba ancora.,
e ancora
Nell'attesa,
un silenzio assordante
scandisce
attimi,
minuti,
ore
che scorrono
eguali
nel grigior del nulla.
E tu!
Che proteggevi
l'essenza del mio "io”
tu
plasmato dalle mie mani
intrise di giovinezza,
forgiato d'amore
spennellato dei miei sogni,
d'attese impreziosito.
Or
spento
involucro
giaci,
invisibile nullità
sepolto tra le fronde

d'un salice piangente.