la signorina Luisa
La chiamavano così perchè apparteneva
ad una nobile famiglia di ricchi proprietari terrieri.
Era arrivata alla casa di cura una sera
che profumava di Primavera .
La poverina indossava un grembiule
bianco intriso di colori ad olio; puzzava di pittura e trielina.
I capelli castano chiari,lunghi ,
solitamente raccolti in una treccia a corona sulla testa, ora
scomposti, scarmigliati contornavano un viso bellissimo; gli occhi
cerulei perduti nel vuoto di un suo mondo.
Le labbra lucide sul viso diafano
ripetevano ossessivamente:
“ Artur, Artur...dove mi stanno
portando amore? Artur, Artur...come potrai trovarmi ?”
Dietro gli infermieri che spingevano la
carrozzina con la signorina Luisa, sua madre donna Giovanna ,seguiva
versando lacrime di dolore per quella figlia che la follia le aveva
strappata.
Giusi si preparava a coprire il turno
della notte, udì i passi frettolosi e quella voce dolcissima che
cantinelava frasi a ritmo ripetuto.
Uscì dalla stanza e raggiunse il
gruppo nello stesso istante nel quale il medico iniettava un
tranquillante nelle vene della signorina Luisa.
“ la tenga sottocchio, dovrebbe
dormire tutta la notte...ma non si sa mai!”
“tranquillo dottore- rispose la
giovane.
Uscito il medico Giusi invitò donna
Giovanna perchè l'aiutasse a togliere i vestiti alla paziente per
poterle indossare il pigiama con le insegne della casa di cura.
Donna Giovanna si tolse il cappellino
che evidenziava il rango di appartenenza e con la dolcezza, che
accomuna tutte le mamme, aiutò Giusi.
Nel farlo trattava con delicatezza la
sua figliola, la colmava di carezze bagnate di lacrime accompagnate
da parole d'amor materno.
Di fronte a quei gesti Giusi si
emozionò :- da quanto tempo elle non riceveva simili carezze ?-
Ricordò il viso dolce della mamma che
fu sostituito da quello arcigno della sorella
Scacciò quei pensieri dalla mente e si
preparò a trascorrere una notte di veglia.
Da allora erano trascorsi vent'anni, tra lei e la signorina Luisa
si era creato un rapporto affettivo di stima e fiducia come tra
parenti.
Luisa superava Giusi di cinque anni ma
si affidava a lei come se fosse la sua sorella maggiore. Soltanto a
Giusi confidava i suoi “pensieri” perchè solo Giusi la sapeva
ascoltare e aveva una risposta rasserenante.
- “ Giusi è arrivata la postà?-
chiese la signorina Luisa come tutti i
giorni da vent'anni.
“ Ma certo cara !” la solita bugia
da vent'anni
“ l'ha lanciata dall'aereo sulla
terrazza?”
“ no signorina, il pilota Artur
kenneth si trova con il suo aereo in prima linea , impegnato a
cacciare i tedeschi dal suolo italiano!”
- quando finirà questa guerra Giusi?-
- Cara, non appena gli americani
libereranno l'Italia!”
“allora Artur potrà ritornare da
me?”
“ certo mia cara, volerà con il suo
bimotore a bassa quota e getterà un pacco di lettere d'amore per lei
sulla terrazza...”
“ come sempre “ aggiunse la
signorina “ ed io potrò ritornare a casa mia ,tendere le mani al
cielo, raccogliere il pacco ….e poi arriverà il mio Artur che mi
abbraccerà e sollevandomi da terra mi farà roteare...e...e...e”
seguiva un elenco di abitudini ,di gesti familiare coperti dalla
polvere del tempo.
“ certo mia cara !” l'assecondò
Giusi “ ma adesso a nanna!”
“ohhh Giusi!” implorò con uno
sguardo a cui non si poteva dire di no “ posso suonare un po'?”
Giusi acconsentì.
La signorina Luisa, ormai cinquantenne,
si sedette al piano e suonò la sua composizione musicale fatta di
dolcissime note e poche parole: Artur, amore, aspetto, eroe.
Dopo la sonata Giusi aiutò la signorina Luisa per la notte ed
anche lei si ritirò nella cameretta che il Direttore dello stesso
Istituto aveva messo a disposizione della donna.Giusi dopo l'ennesima litigata con sua sorella Francesca , aveva abbandonato la casa paterna per andare a vivere nell'istituto e dedicarsi agli altri.
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