Annetta prese il mastello, lo mise
sulla testa e , quasi di corsa si avviò verso casa.
- Annetta!,Annetta! - la rincorse
Giuanneddu incredulo che, la promessa scambiata, non fosse un
sogno.
La giovane si fermò, il viso
sorrideva illuminato da quel sentimento nuovo che le stuzzicava il
cuore di emozioni dolci ed arrossava le guance :
Egli le si accostò:
- dimmi che è vero! Che non sto
sognando! Dimmi che mi ami!...-
Annetta arrossì, lo guardò negli
occhi per trasmettergli sicurezza ma, non riuscì a pronunciare
parola. Lui , toltole il mastello dalla testa, la strinse a sé:
- ho paura che sia tutto un sogno !!!-
ella sollevato il viso pronunciò un
lieve:
– ti amo , non sapevo che la simpatia
che mi ispiravi fosse amore, non conoscevo questo sentimento e adesso
mi turba e mi confonde-
Giuanneddu la strinse : verrai alla
fontana tutte le mattine???...ti aspetterò !
Ella assentì con la testa, poi
raccolto il mastello, scomparve dietro la curva.
Rassicurato, il giovane riprese la
strada verso l'ovile. Svolse i compiti meccanicamente perchè i suoi
pensieri, i suoi sensi erano proiettati sull'intensa emotività
vissuta al mattino.
Parlava da solo, ora chiedeva la mano
della sua amata al padre, ora era con lei....il cuore gli saltava
allegramente nel petto.
Alla sera fece rientro, come solito,
alla casa di padrone Giuannantoni.
Decise di non dirglielo subito. Sentiva
il bisogno di coccolare e custodire, ancora per un po', quell'amore
tutto per sé.
Si sedette sul muretto e attese , con
impazienza che ella apparisse.
I minuti trascorrevano lenti...Piluccu,
ogni tanto, interrompeva il suo correre per tenere unite le pecore e,
acchiappato , con i denti, un lembo dei pantaloni del padrone, lo
invitava a muoversi.
Burriccheddu spiluccava , tra gli
arbusti, la prima colazione.
Giuanneddu , ogni tanto si accarezzava
il mento , insolitamente liscio ; quella mattina si era rasato con
cura.
Ad ogni minimo rumore sussultava; ad
ogni delusione lo assaliva il pensiero che lei non sarebbe arrivata.
Nella mente prese forma un pensiero : il loro amore sfumava nel fumo
del camino.
Incupito ,chinò tristemente la testa,
quando udì il rumore di passettini che correvano dietro la curva.
Si alzò e la vide, andargli incontro
correndo, con la gonna sollevata per non inciampare.
Le sue braccia si aprirono per accoglierla,
cingendola sussurrò :
- ho avuto tanta paura che non venissi,
che ti fossi pentita...che avevo sognato-
dopo una pausa......non potrei vivere
senza te!- aggiunse
- anche io – rispose la giovane –
tutta la notte ho pensato a noi...sono felice...-
Mentre lui le accarezzava il viso con
le labbra, Annetta:
Stamattina ho perso tempo ad
organizzare una scusa per ottenere da mio padre il permesso di star
fuori mezza giornata -
- ma dai!- sussultò di gioia il
giovane – e allora?-
- Oggi visiterò mia cugina Caterina,
pranzerò con lei e al pomeriggio rientrerò ...praticamente sono
corsa da Caterina per chiederle la complicità...tutto a posto –
concluse cingendo il collo del suo amore con le braccia.
Accordarono che Annedda avrebbe
preceduto Giuanneddu al pascolo passando per un diverso sentiero.
Trascorsero il mattino a raccontarsi.
Tenendosi per mano , tra profumi e
colori della rigogliosa valle nascosta tra le rocce rosse, aprirono
gli animi ,donandosi l'uno all'altra.
Alcuni giorni dopo, Giuanneddu confidò
il suo amore per Annetta a padron Giuannantoni, chiedendogli di
accompagnarlo, come garante, a casa di padron Puligheddu per
ufficializzare la frequenza tra i due giovani.
L'uomo ascoltò in silenzio. Il sigaro
immobile sulla bocca.
- figliolo ! - disse , quando il
giovane concluse
- verrò volentieri con te, compare
Franziscu tiene la figlia protetta come un tuorlo d'uovo, è vero che
è benestante....ma, vedremo !!!– aggiunse , con un sospiro,
osservando il viso preoccupato del giovane
- non disperare , saprò parlare!”
Il giovane ringraziò e andò a letto
,sperando che le ore dell'alba arrivassero presto.
Sincontrarono, ogni mattina , alla
fontana, e insieme contavano le ore che li separavano da quel fine
settimana, dopo il quale, avrebbero potuto gioire , allo scoperto,
del loro amore.
Finalmente fu sabato
- Sei pronto Giuannè? - chiamò
Giuannantoni, impeccabile nel suo nuovo abito di fustagno.
- arrivo – rispose il giovane –
dandosi un'ultima ritoccata davanti allo specchio.
Presero il sentiero che portava alla
casa di Franziscu Puligheddu , bussarono con le nocche della mano.
Una serva aprì il portone e
riconoscendoli , salutò e li fece accomodare.
- C'è compare Franziscu? - chiese
Giuannantonio
- scusate un attimo ! - disse – il
padrone è salito in camera sua adesso lo chiamo -
e salì su per le scale.
Giuannantoni vedendo il giovane teso e
pallido in viso , lo incoraggiò :
- su, su!!!, lascia parlare me!!!...e
stai tranquillo...saprò cosa dire -
2 commenti:
Sono curiosa di sapere questo delicato e dolce amore come proseguirà..
Che peccato , cara Maria Antonietta che la storia sia finita così presto...
Meglio di un film..grazie!
Nella spero che il finale non ti deluda...spesso i racconti nascono da avvenimenti tramandati a voce...
grazie
un abbraccio
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