10 febbraio, 2013

Racconto..un amore..ottava parte

Annetta prese il mastello, lo mise sulla testa e , quasi di corsa si avviò verso casa.
- Annetta!,Annetta! - la rincorse Giuanneddu incredulo che, la promessa scambiata, non fosse un sogno.
La giovane si fermò, il viso sorrideva illuminato da quel sentimento nuovo che le stuzzicava il cuore di emozioni dolci ed arrossava le guance :
Egli le si accostò:
- dimmi che è vero! Che non sto sognando! Dimmi che mi ami!...-
Annetta arrossì, lo guardò negli occhi per trasmettergli sicurezza ma, non riuscì a pronunciare parola. Lui , toltole il mastello dalla testa, la strinse a sé:
- ho paura che sia tutto un sogno !!!-
ella sollevato il viso pronunciò un lieve:
– ti amo , non sapevo che la simpatia che mi ispiravi fosse amore, non conoscevo questo sentimento e adesso mi turba e mi confonde-
Giuanneddu la strinse : verrai alla fontana tutte le mattine???...ti aspetterò !
Ella assentì con la testa, poi raccolto il mastello, scomparve dietro la curva.
Rassicurato, il giovane riprese la strada verso l'ovile. Svolse i compiti meccanicamente perchè i suoi pensieri, i suoi sensi erano proiettati sull'intensa emotività vissuta al mattino.
Parlava da solo, ora chiedeva la mano della sua amata al padre, ora era con lei....il cuore gli saltava allegramente nel petto.
Alla sera fece rientro, come solito, alla casa di padrone Giuannantoni.
Decise di non dirglielo subito. Sentiva il bisogno di coccolare e custodire, ancora per un po', quell'amore tutto per sé.
L'indomani mattina, con dubbiosa ansia notturna, giunse alla fontana, prima del solito.
Si sedette sul muretto e attese , con impazienza che ella apparisse.
I minuti trascorrevano lenti...Piluccu, ogni tanto, interrompeva il suo correre per tenere unite le pecore e, acchiappato , con i denti, un lembo dei pantaloni del padrone, lo invitava a muoversi.
Burriccheddu spiluccava , tra gli arbusti, la prima colazione.
Giuanneddu , ogni tanto si accarezzava il mento , insolitamente liscio ; quella mattina si era rasato con cura.
Ad ogni minimo rumore sussultava; ad ogni delusione lo assaliva il pensiero che lei non sarebbe arrivata. Nella mente prese forma un pensiero : il loro amore sfumava nel fumo del camino.
Incupito ,chinò tristemente la testa, quando udì il rumore di passettini che correvano dietro la curva.
Si alzò e la vide, andargli incontro correndo, con la gonna sollevata per non inciampare.
Le sue braccia si aprirono per accoglierla,
cingendola sussurrò :
- ho avuto tanta paura che non venissi, che ti fossi pentita...che avevo sognato-
dopo una pausa......non potrei vivere senza te!- aggiunse
- anche io – rispose la giovane – tutta la notte ho pensato a noi...sono felice...-
Mentre lui le accarezzava il viso con le labbra, Annetta:
Stamattina ho perso tempo ad organizzare una scusa per ottenere da mio padre il permesso di star fuori mezza giornata -
- ma dai!- sussultò di gioia il giovane – e allora?-
- Oggi visiterò mia cugina Caterina, pranzerò con lei e al pomeriggio rientrerò ...praticamente sono corsa da Caterina per chiederle la complicità...tutto a posto – concluse cingendo il collo del suo amore con le braccia.
Accordarono che Annedda avrebbe preceduto Giuanneddu al pascolo passando per un diverso sentiero.
Trascorsero il mattino a raccontarsi.
Tenendosi per mano , tra profumi e colori della rigogliosa valle nascosta tra le rocce rosse, aprirono gli animi ,donandosi l'uno all'altra.

Alcuni giorni dopo, Giuanneddu confidò il suo amore per Annetta a padron Giuannantoni, chiedendogli di accompagnarlo, come garante, a casa di padron Puligheddu per ufficializzare la frequenza tra i due giovani.
L'uomo ascoltò in silenzio. Il sigaro immobile sulla bocca.
- figliolo ! - disse , quando il giovane concluse
- verrò volentieri con te, compare Franziscu tiene la figlia protetta come un tuorlo d'uovo, è vero che è benestante....ma, vedremo !!!– aggiunse , con un sospiro, osservando il viso preoccupato del giovane
- non disperare , saprò parlare!”
Il giovane ringraziò e andò a letto ,sperando che le ore dell'alba arrivassero presto.
Sincontrarono, ogni mattina , alla fontana, e insieme contavano le ore che li separavano da quel fine settimana, dopo il quale, avrebbero potuto gioire , allo scoperto, del loro amore.
Finalmente fu sabato
- Sei pronto Giuannè? - chiamò Giuannantoni, impeccabile nel suo nuovo abito di fustagno.
- arrivo – rispose il giovane – dandosi un'ultima ritoccata davanti allo specchio.
Presero il sentiero che portava alla casa di Franziscu Puligheddu , bussarono con le nocche della mano.
Una serva aprì il portone e riconoscendoli , salutò e li fece accomodare.
- C'è compare Franziscu? - chiese Giuannantonio
- scusate un attimo ! - disse – il padrone è salito in camera sua adesso lo chiamo -
e salì su per le scale.
Giuannantoni vedendo il giovane teso e pallido in viso , lo incoraggiò :
- su, su!!!, lascia parlare me!!!...e stai tranquillo...saprò cosa dire -

                                                                                 

2 commenti:

Nella Crosiglia ha detto...

Sono curiosa di sapere questo delicato e dolce amore come proseguirà..
Che peccato , cara Maria Antonietta che la storia sia finita così presto...
Meglio di un film..grazie!

bianco su nero ha detto...

Nella spero che il finale non ti deluda...spesso i racconti nascono da avvenimenti tramandati a voce...
grazie
un abbraccio