Giuanneddu si recò all'osteria del
paese, dai “Perritu”
La chiamavano così perchè era gestita
da due fratelli gemelli : Marieddu e Barore. Poiché i due
somigliavano come gocce d'acqua, li chiamarono ambedue, “ Perritu”
che significa una “metà” a sottolineare che ognuno di loro era
la metà di un intero. Con il
passar del tempo furono dimenticati i nomi originali ed entrarono in
simbiosi con il locale, tutt'e tre si chiamarono“Perritu”
L'osteria era il ritrovo serale degli uomini. Contadini e pastori,
spezzavano la faticosa quotidianità, raccontandosi tra un bicchiere
di “Cannonau” ed uno di “Vermentino”.
Il giovane, dall'esterno, riconobbe le
voci dei presenti, indeciso se entrare o no, si fermò qualche attimo
ad ascoltare il brusio allegramente chiassoso che proveniva
dall'interno.
Udì “Bove” , così chiamato per la
sua fama di gran bevitore , talmente incallito che, mai dava segni di
ubriacatura.
L'uomo sui cinquantanni invitava ,ad una gara di resistenza a
botte di bicchieri di Cannonau, ziu Bore, un pastore montagnino
,anche lui sulla cinquantina , che crollava ai primi bicchieri e
perso il controllo, cantava come un gallo di prima mattina.
Ondeggiava tra gli avventori divertiti che lo disorientavano
tirandogli la giacca, eternamente svolazzante, e calandogli il
berretto sugli occhi.
Giuannneddu sorrise, ricordando come
sarebbe andata a finire “ la sfida”: ziu Bore avrebbe abbandonato
il locale per ultimo tentando l'ardita impresa di raggiungere la sua
casa. Solitamente , durante le stagioni a clima temperato , si
svegliava incredulo, dentro i cespugli sul ciglio della strada,
altrimenti sul pavimento della sua casa dove lo avevano depositato i
fratelli “Perritu” che, pietosamente lo raccoglievano dalla
strada caricandolo, come un sacco di patate, sul basto dell'asino.
Tirato sù il morale, Giuanneddu entrò.
Fu accolto da un'acclamazione di giubilo:
- finalmente ti si vede!!!- esclamò
Bastianu andandogli incontro , tendendogli la mano con gesto
fraterno.
- non è la prima volta e speriamo non
sia l'ultima !!!– rispose il giovane suscitando una sana risata tra
gli amici che, lo salutavano con strette di mano e affettuose pacche
sulle spalle.
Iniziarono i giri di bevute.
Il vino aveva su Giuanneddu il potere di renderlo euforico.
Dopo qualche bicchiere , Bastianu lo
invitò a intonare “una battorina”. Avevano ambedue una bella
voce e cantarono insieme, quasi fossero una stessa voce, i presenti
fecero coro.
Più tardi, stanchi di cantare, si
sfidarono alla “morra”.
Il giovane si sentì sollevato da
quella serata.
Vista l'ora tarda chiese a Bastianu
- stai andando via? - io devo
rientrare...magari possiamo fare un tratto di strada insieme!-
Non aveva voglia di rientrar da solo
con i suoi pensieri.
- SI,SI, andiamo !- rispose l'amico -
Abitavano fuori dal paese , la stessa
strada li conduceva fino alla fontana, poi una biforcazione ,
introduceva ognuno nella stradetta privata per la loro casa.
La bella serata trascorsa li aveva resi
loquaci e chiacchierarono ricordando i giochi dell'infanzia trascorsa
insieme con il gregge al pascolo.
Raggiunta la biforcazione, Giuanneddu
non osò lasciare Bastianu che, tutto preso dal confidare all'amico
la presenza assente della sua mamma, avara di affetto, le sue paure
d'innamorarsi e soffrire come suo padre, non si era accorto del
bivio.
Arrivati davanti alla casa vide la
lampada a petrolio illuminare lo spiazzo davanti al portone.
Annetta l'aveva preparata per
illuminare la strada per il fratello.
- La mia dolce sorellina...è più
piccola di me..mi cura come una mamma-
disse Bastianu, in vena di confidenze.
Giuanneddu sentì battere forte il
cuore, avrebbe voluto confidare il suo amore.
In quel momento, si spostò una tendina
a la vide.
Annetta apparve come in un sogno, e
facendo cenno con una mano si rivolse a suo fratello
- sbrigati ed entra in silenzio, il
babbo è arrabbiato perchè ti sei attardato...adesso dorme!”
Poi, guardando Giuanneddu
- buona notte!”- sussurrò accennando
un saluto con la mano.
Tanto bastò perchè un piccolo barlume
di coraggio attizzasse la fiamma che ardeva nel cuore del giovane.
Annetta chiuse la tenda e spenta la
lampada ritornò a letto.
Rivide , nella mente suo fratello e
Giuanneddu.......soprattutto Giuanneddu...
- com'era bello sotto sotto il lume
della lampada..i suoi occhi risplendono di una luce mai vista-
pensava la giovane.
- eppure lo incontro qualche volta , un timido “ ciao” e via --
- è un bravo giovane, sono felice che
Bastianu abbia trovato in lui un amico fraterno.-
Stringendosi al cuscino si addormentò.
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