04 febbraio, 2013

un amore...quinta parte



Giuanneddu si recò all'osteria del paese, dai “Perritu”
La chiamavano così perchè era gestita da due fratelli gemelli : Marieddu e Barore. Poiché i due somigliavano come gocce d'acqua, li chiamarono ambedue, “ Perritu” che significa una “metà” a sottolineare che ognuno di loro era la metà di un intero. Con il passar del tempo furono dimenticati i nomi originali ed entrarono in simbiosi con il locale, tutt'e tre si chiamarono“Perritu”
L'osteria era il ritrovo serale degli uomini. Contadini e pastori, spezzavano la faticosa quotidianità, raccontandosi tra un bicchiere di “Cannonau” ed uno di “Vermentino”.

Il giovane, dall'esterno, riconobbe le voci dei presenti, indeciso se entrare o no, si fermò qualche attimo ad ascoltare il brusio allegramente chiassoso che proveniva dall'interno.
Udì “Bove” , così chiamato per la sua fama di gran bevitore , talmente incallito che, mai dava segni di ubriacatura.
L'uomo sui cinquantanni invitava ,ad una gara di resistenza a botte di bicchieri di Cannonau, ziu Bore, un pastore montagnino ,anche lui sulla cinquantina , che crollava ai primi bicchieri e perso il controllo, cantava come un gallo di prima mattina. Ondeggiava tra gli avventori divertiti che lo disorientavano tirandogli la giacca, eternamente svolazzante, e calandogli il berretto sugli occhi.
Giuannneddu sorrise, ricordando come sarebbe andata a finire “ la sfida”: ziu Bore avrebbe abbandonato il locale per ultimo tentando l'ardita impresa di raggiungere la sua casa. Solitamente , durante le stagioni a clima temperato , si svegliava incredulo, dentro i cespugli sul ciglio della strada, altrimenti sul pavimento della sua casa dove lo avevano depositato i fratelli “Perritu” che, pietosamente lo raccoglievano dalla strada caricandolo, come un sacco di patate, sul basto dell'asino.
Tirato sù il morale, Giuanneddu entrò. Fu accolto da un'acclamazione di giubilo:
- finalmente ti si vede!!!- esclamò Bastianu andandogli incontro , tendendogli la mano con gesto fraterno.
- non è la prima volta e speriamo non sia l'ultima !!!– rispose il giovane suscitando una sana risata tra gli amici che, lo salutavano con strette di mano e affettuose pacche sulle spalle.
Iniziarono i giri di bevute.
Il vino aveva su Giuanneddu il potere di renderlo euforico.
Dopo qualche bicchiere , Bastianu lo invitò a intonare “una battorina”. Avevano ambedue una bella voce e cantarono insieme, quasi fossero una stessa voce, i presenti fecero coro.
Più tardi, stanchi di cantare, si sfidarono alla “morra”.
Il giovane si sentì sollevato da quella serata.
Vista l'ora tarda chiese a Bastianu
- stai andando via? - io devo rientrare...magari possiamo fare un tratto di strada insieme!-
Non aveva voglia di rientrar da solo con i suoi pensieri.
- SI,SI, andiamo !- rispose l'amico -
Abitavano fuori dal paese , la stessa strada li conduceva fino alla fontana, poi una biforcazione , introduceva ognuno nella stradetta privata per la loro casa.
La bella serata trascorsa li aveva resi loquaci e chiacchierarono ricordando i giochi dell'infanzia trascorsa insieme con il gregge al pascolo.
Raggiunta la biforcazione, Giuanneddu non osò lasciare Bastianu che, tutto preso dal confidare all'amico la presenza assente della sua mamma, avara di affetto, le sue paure d'innamorarsi e soffrire come suo padre, non si era accorto del bivio.
Arrivati davanti alla casa vide la lampada a petrolio illuminare lo spiazzo davanti al portone.
Annetta l'aveva preparata per illuminare la strada per il fratello.
- La mia dolce sorellina...è più piccola di me..mi cura come una mamma-
disse Bastianu, in vena di confidenze.
Giuanneddu sentì battere forte il cuore, avrebbe voluto confidare il suo amore.
In quel momento, si spostò una tendina a la vide.
Annetta apparve come in un sogno, e facendo cenno con una mano si rivolse a suo fratello
- sbrigati ed entra in silenzio, il babbo è arrabbiato perchè ti sei attardato...adesso dorme!”
Poi, guardando Giuanneddu
- buona notte!”- sussurrò accennando un saluto con la mano.
Tanto bastò perchè un piccolo barlume di coraggio attizzasse la fiamma che ardeva nel cuore del giovane.
Annetta chiuse la tenda e spenta la lampada ritornò a letto.
Rivide , nella mente suo fratello e Giuanneddu.......soprattutto Giuanneddu...
- com'era bello sotto sotto il lume della lampada..i suoi occhi risplendono di una luce mai vista-
pensava la giovane.
- eppure lo incontro qualche volta  , un timido “ ciao” e via --
- è un bravo giovane, sono felice che Bastianu abbia trovato in lui un amico fraterno.-
Stringendosi al cuscino si addormentò.

                                          

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