Per Natale ho sempre preferito
preparare, come “segno”, il presepe piuttosto che l'albero,
anche se alla fine, si facevano sia l'uno che l'altro.
Quest'anno ho preparato solo il
presepe.
“Gesù è nato povero” ho pensato
mentre sistemavo la capanna comprata quaranta anni fa per il mio
primo Natale da mamma.
Dentro ho sistemato le statuine di
plastica della Madonna, San Giuseppe, il bue e l'asinello al centro
la paglia per il Bambinello e fuori tutti i personaggi che
rappresentavano il ceto sociale più povero, e ignorante del tempo.
Essi furono i primi ad accostarsi al Bambinello, il loro cuore umile
riconobbe i segni della Divinità dalla luce che brillava sulla
misera capanna , dai cori angelici che dal cielo, osannavano al
Figlio di Dio e dal bimbo stesso radiante messaggero d'Amore.
Quei poveri inginocchiandosi davanti al
Bambino Divino omaggiandolo dei modesti doni frutto del loro lavoro
mi inteneriscono sempre, a loro fu concesso il “privilegio” di
rappresentare la Natività con il Suo messaggio. Nel presepe non vi è
posto per i ricchi , colti, superbi , essi non stavano tra i poveri
ma attendevano l'evento come “ qualcosa di eccezionale, adatto al
loro ceto”, sistemati negli alberghi serviti e riveriti. Anche
Giuseppe e Maria non trovarono posto ..erano poveri. Io penso che se
Maria avesse raccontato la “storia” del Bimbo che portava in
grembo, sarebbe stata derisa e cacciata ugualmente...”figuriamoci ,
il Figlio di Dio , l'Uno e Trino nel grembo di una povera donna,
sposata con un falegname!!???”
Le statuine sono simili a quelle che
usavamo nei presepi della mia infanzia: adesso son di plastica, prima
erano di gesso.
Così, come ideò il primo presepe San
Francesco ,è rimasto nel tempo : i pastori che dormivano al pascolo
insieme al gregge, il taglialegna che si riposa un attimo ,seduto su
un tronco con un braccio poggiato sul legno dell'aceta, la lavandaia
che lava alla fonte, le donne che portano brocche e giare d'acqua
sulla testa, quelle che preparano il pane, i bimbi che giocano nel
cortile tra le galline e le ochette che scorrazzano, la massaia che
getta loro il mangime, il pastore che munge , il ciabattino che fa
gli zoccoli per i poveri...
Man mano che sistemo le statuine mi
accorgo che la povertà di oltre duemila anni fa era ricca di
dignità. Penso ai poveri di questo tempo.
Terminato il presepe tradizionale,
ricorro al web, ho una curiosità : voglio vedere i poveri del nostro
tempo.
Prendo delle immagini e costruisco un presepe moderno, “di
carta”. Gesù nacque povero, ma tra i poveri che ho visto, se
nascesse oggi avrebbe almeno una capanna riscaldata dall'alito del
bue e dell'asinello,una mamma, un “padre” falegname per educarlo
e curare la sua crescita, coccolarlo... avrebbe queste ricchezze che
altri bambini nel 2013 non hanno. Però ,nonostante tutto, il Suo
messaggio d'amore non è andato perduto ed è giusto ricordare che la
bontà esiste, silenziosa ma la gente di buona volontà c'è.Nel mio presepe di carta li ho rappresentati come “stelle e angeli “, né ali né volto , solo un logo che unisce tutti quei volontari, e sono tantissimi, che abbandonata la via del benessere, spinti dal messaggio di Gesù, nato tra noi per portar l'Amore, dedicano la loro vita ai nuovi poveri Cristi alleviando come possono il dolore...
Buon Natale...dal cuore
mariantonietta
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