attimi
Il mio spazio libero dove la fantasia e la realtà s'incrociano mescolando colori , profumi, sensazioni, fuori dallo spazio e dal tempo.
La fantasia e il tempo viaggiano insieme mescolando i colori
BENVENUTI NEL MIO BLOG...il mio diario di viaggio tra fantasia e realtà.
Se passate lasciate un commento..mi farete cosa gradita
Mariantonietta
poemetto...Elionora d'Arborea con traduzione
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31 dicembre, 2013
30 dicembre, 2013
Attimi. L'anno che sta per finire...
E' appena albeggiato, un sole
infreddolito sbadiglia e mi guarda dalla tapparella sollevata: “che
ci fai al p.c. Così presto ? “ sembra chiedermi.
Io ho riposato bene , mi sono svegliata
prima del sole perchè il mio cervello o il mio “IO” o tutt'e due
insieme, mentre dormivo, hanno operato in libertà cercando dati
anche nei meandri più nascosti del mio “essere”. Hanno bussato
al mio sonno e cacciatolo , con dovute maniere, mi han posto davanti
uno schema di pensieri che in questi giorni di festa credevo di aver
chiuso nella differenziata: 2013... siamo alla fine.
In altri tempi le signore si
svegliavano al profumo del caffè e del latte caldo che proveniva
dalla cucina, oppure , le più romantiche, al profumo di sogni
colorati, o da coccole fugaci...adesso con l'elettronica..e va
bene...stiamo a passo con i tempi!!!
A dire la verità prima dell'elaborato,
al momento del dormiveglia, nella mente girava una pellicola in
bianco e nero proiettando davanti ai miei occhi un anedotto letto ne
“la settimana enigmistica” quando da studentessa, ma anche dopo
per il relax mentale, m'ingarbugliavo nel risolvere rebus, anagrammi,
anarebus, parole crociate senza schema, Rebus stereoscopico e Incroci
obbligati e quant'altro.
Ho guardato sempre poca televisione, a
lei preferivo il cartaceo ( libri, club degli editori, riviste
mensili di cultura in generale ma anche mirata e la mia immancabile
“settimana enigmistica”).
Ho iniziato ad interessarmi di tutti i
programmi televisivi (aldilà di telegiornali, programmi culturali,
film o altri rilassanti proposte di “mamma Rai”) , quando sono
diventata mamma per poter scegliere quelli più adatti ai miei figli
e in seguito, nei programmi televisivi diventati invasivi nel vissuto
quotidiano, cercai una risposta quando a scuola, nel succedersi delle
generazioni, mi accorsi di quanto la famiglia stesse perdendo il
compito di controllo dell'educazione dei propri figli lasciati per
ore in libertà di telecomando davanti la televisione.
Cominciai con l'assaporare i cartoni
animati giapponesi, Capitan Harlock, Spidermen, Mazinga Hady, Remì,
Mira, Shiro, lady Oscar...seduta accanto ai miei figli rispondevo
alle loro domande. Arricchimento per la comunicazione con i miei
alunni.Ogni cinque anni cambiavo generazione di alunni.
Ed ogni volta sbattevo la faccia contro
una realtà che rispecchiava sempre più spesso atteggiamenti di
idoli offerti dalle tivù commerciali, sorte come funghi, che
immolavano e immolano il comune senso del pudore sull'altare
“dell'audience” offrendo pura spazzatura. Nonni genitori,
famiglie allargate, genitori sempre più assenti nella realtà
famiglia, genitori separati, bambini sempre più fragili, egocentrici
,senza regole, irrispettosi dei ruoli, sconosciuti a sé stessi.
Anno dopo anno seguii il decadimento
educativo dei programmi televisivi, seguiti di pari passo da una
perdita di valori della famiglia e della coppia e del sociale. La
tivù “spazzatura” inculcando con messaggi diretti, di facile
lettura un modello di vita sregolato ha modificato la società
Mi sto perdendo, vediamo dove ero
arrivata! Ah si...l'anedotto letto su “la settimana Enigmistica”:
raccontava di un tiranno consapevole di essere odiato dal suo popolo
ancor di più di quanto lo fosse stato suo padre, che a sua volta era
stato più cattivo despota di suo padre, che lo aveva preceduto.
Ebbene, il re tiranno venne a sapere
che, mentre tutta la sua gente rivendicava al cielo la sua morte, in
una chiesetta c'era una vecchina che trascorreva diverse ore a
pregare ad alta voce il Signore affinchè donasse lunga vita al suo
Re.
Incredulo il re tiranno si fece
condurre dalla vecchina : “perchè preghi che io abbia lunga vita
mentre il popolo mi augura la morte?”
“Vedi mio re!”, rispose la donna,
“io ho conosciuto tuo nonno che era un tiranno odiato dal popolo ,
quando morì gli successe tuo padre, la speranza che il periodo nero
del popolo fosse terminata si spense subito perchè la sua cattiveria
superò quella del padre. Il popolo inginocchiato invocava la sua
morte. Dopo di lui sei arrivato tu...io prego il Signore che ti dia
lunga vita perchè se tuo nonno ci ha fatto chinar la schiena, tuo
padre ci ha messo in ginocchio, tu ci hai stesi e
schiacciati...quello che verrà dopo di te qual sorte ci riserverà
?”
Ha poca importanza che io non ricordi
come terminò l'anedotto mentre ritengo importante comunicare che mi
son ritrovata, come quella vecchina, ad aver paura della morte del
vecchio anno , rimango aggrappata alle sue vesti perchè ho paura
dell'anno che verrà.
Anno dopo anno si sta cadendo sempre
più in picchiata: il 2013 è stato l'anno del disordine totalitario,
della deludente confusione di idee e ideali, della sfiducia, del
crollo delle piccole e grandi imprese, della fuga all'estero dei “
marchi” invidiati, fiori all'occhiello dell'italica creative
produzione Vi è stata anche una crescita: disoccupazione, numero di
poveri , suicidi, furti ad ogni livello, emigrazione, importazione
di droga, prostituzione, alluvioni conseguenti ad un ecosistema
devastato ...( spazio per chi volesse aggiungere quel che manca)
Lo schemino elaborato dalla mia mente,
mentre dormivo, in realtà è un disegno.
Vi è una grande giostra, come quelle
che piazzano alle feste paesane, però anziché i seggiolini
semiarruginiti, ha delle poltroncine rosse, sopra ,non comuni
cittadini, ci stanno seduti ma elementi in camicia e cravatta, e
donne di vario genere, (genere serioso e genere bunga-bungoso) indica
un asterisco. Ogni tot. di poltrone ha un simbolo del gruppo di
appartenenza.
I poltronisti ruotano ben imbragati
alla cintura di sicurezza cercano di superarsi l'uno con l'altro ,
nel superarsi cambiano colore e simbolo ma tutti, proprio tutti
sbraitano, calciano per arrivare alla bandierina che farà loro
vincere giri gratuiti, stando ben attenti che quel giro di giostra,
così appagante, non abbia fine.
Sotto loro “gente normale “ nel
senso che arriva a malapena o non arriva alla fine del mese,
cassintegrati, disoccupati, pensionati costretti a pagargli i
biglietti attende arrabbiata che la smettano di giostrare , di
divertirsi con i loro soldi. Sbatte i caschi per terra, urla,
strepita, li minaccia con i forconi e quelli ruotano, ruotano sempre
più in alto, lontani dalla spazzatura radioattiva sepolta sotto i
piedi di chi sta a terra, ad urlare respirando esalazioni mortali. La
marea di gente sotto si allarga sempre più Centinaia,
migliaia...facce di Munch cacciano “l'urlo” di rabbia : lavoro,
pane, casa dignità esigono perchè i loro padri, loro stessi hanno
pagato tutti i biglietti per comprare quei diritti che chiedono
ma...l'urlo rabbioso è inascoltato perchè le poltroncine della
giostra si rincorrono, si sorpassano, s'imbrogliano le catene, si
gioca persino a carte “rubamazzetto”( è quello preferito), si
beve champagne, si mangia, si beve...ma che ci azzeca il discorso
della scuola? Anche Lei ha perduto la faccia e son crollati i
pilastri di un ente preposto alla formazione di un cittadino pensante
a favore di uno assorbente passivo.
buon fine anno.Ho freddo ritorno a letto
mariantonietta
28 dicembre, 2013
26 dicembre, 2013
Attimi...il mio presepe di carta
Per Natale ho sempre preferito
preparare, come “segno”, il presepe piuttosto che l'albero,
anche se alla fine, si facevano sia l'uno che l'altro.
Quest'anno ho preparato solo il
presepe.
“Gesù è nato povero” ho pensato
mentre sistemavo la capanna comprata quaranta anni fa per il mio
primo Natale da mamma.
Dentro ho sistemato le statuine di
plastica della Madonna, San Giuseppe, il bue e l'asinello al centro
la paglia per il Bambinello e fuori tutti i personaggi che
rappresentavano il ceto sociale più povero, e ignorante del tempo.
Essi furono i primi ad accostarsi al Bambinello, il loro cuore umile
riconobbe i segni della Divinità dalla luce che brillava sulla
misera capanna , dai cori angelici che dal cielo, osannavano al
Figlio di Dio e dal bimbo stesso radiante messaggero d'Amore.
Quei poveri inginocchiandosi davanti al
Bambino Divino omaggiandolo dei modesti doni frutto del loro lavoro
mi inteneriscono sempre, a loro fu concesso il “privilegio” di
rappresentare la Natività con il Suo messaggio. Nel presepe non vi è
posto per i ricchi , colti, superbi , essi non stavano tra i poveri
ma attendevano l'evento come “ qualcosa di eccezionale, adatto al
loro ceto”, sistemati negli alberghi serviti e riveriti. Anche
Giuseppe e Maria non trovarono posto ..erano poveri. Io penso che se
Maria avesse raccontato la “storia” del Bimbo che portava in
grembo, sarebbe stata derisa e cacciata ugualmente...”figuriamoci ,
il Figlio di Dio , l'Uno e Trino nel grembo di una povera donna,
sposata con un falegname!!???”
Le statuine sono simili a quelle che
usavamo nei presepi della mia infanzia: adesso son di plastica, prima
erano di gesso.
Così, come ideò il primo presepe San
Francesco ,è rimasto nel tempo : i pastori che dormivano al pascolo
insieme al gregge, il taglialegna che si riposa un attimo ,seduto su
un tronco con un braccio poggiato sul legno dell'aceta, la lavandaia
che lava alla fonte, le donne che portano brocche e giare d'acqua
sulla testa, quelle che preparano il pane, i bimbi che giocano nel
cortile tra le galline e le ochette che scorrazzano, la massaia che
getta loro il mangime, il pastore che munge , il ciabattino che fa
gli zoccoli per i poveri...
Man mano che sistemo le statuine mi
accorgo che la povertà di oltre duemila anni fa era ricca di
dignità. Penso ai poveri di questo tempo.
Terminato il presepe tradizionale,
ricorro al web, ho una curiosità : voglio vedere i poveri del nostro
tempo.
Prendo delle immagini e costruisco un presepe moderno, “di
carta”. Gesù nacque povero, ma tra i poveri che ho visto, se
nascesse oggi avrebbe almeno una capanna riscaldata dall'alito del
bue e dell'asinello,una mamma, un “padre” falegname per educarlo
e curare la sua crescita, coccolarlo... avrebbe queste ricchezze che
altri bambini nel 2013 non hanno. Però ,nonostante tutto, il Suo
messaggio d'amore non è andato perduto ed è giusto ricordare che la
bontà esiste, silenziosa ma la gente di buona volontà c'è.Nel mio presepe di carta li ho rappresentati come “stelle e angeli “, né ali né volto , solo un logo che unisce tutti quei volontari, e sono tantissimi, che abbandonata la via del benessere, spinti dal messaggio di Gesù, nato tra noi per portar l'Amore, dedicano la loro vita ai nuovi poveri Cristi alleviando come possono il dolore...
Buon Natale...dal cuore
mariantonietta
24 dicembre, 2013
BUON NATALE
Gloria,gloria...cantemmu insembi
Traduzione
Gloria,gloria cantiamo insieme
Non v'a più lu briu e l'alligria
chi lu Nadali in cori chjamma
e chi una 'olta meda mi piacìa
cand'era fiddola e poi mamma.
Mancari lu tempu sia curriazzu
non si po' lù Nadali ammutrià
Ghjesù poaru è natu, fora lu stazzu
pà, l'Amori di Deu, i li cori arricà.
Lu ricunniscimentu da li poari arriesi
in spantu di zelu ammatricàtu di luzi
e canti
pronti, a nosthru Signori
s'inginucchjesini
pasthori, ziracchi di padroni, mindicanti.
Un pinsamentu lu capu m'a assaltàtu
pà rindì onori a la Divina Criatura
di appruntà un presèppiu a li tempi
adattu
mi socu impignata cun amori e dulzura
Cussì materiali poaru agghju
accapitatu;
Maria e Giuseppi, in d'una poara
pinneta
cu lu boju e l'asinedu, agghju
collocatu
e fora, li colci chena trabaddu né lamenta.
Disoccupati, pinsiunati, esodati, jenti
chi no ha più pani inn'anta la banca,
s'incammina animata di sintimenti
sighendi la strada chi polta a la luzi
bianca.
L'operai di l'Alcoa cu' lu cascu in
manu,
la strada, pà dà lu passu,
illuminani,
a li dirrugghjati miseri e in affannu
pa palduta casa, ramattu, insembi prigani.
“Osanna!” cantani, cu' l'àgnuli a
lu Piccinnetu,
sendi l' istella cuduta guida, cò la
sò luci Santa,
non re ricchi d'ori da lu trabaddu di
poareti furatu
ma Re chi all' amori di li fraddeti ani la ida didicata.
Non sempri sò cunnisciuti né li nomi,
né li cari
e pocu so funtumàti i li giornali
no ani lussu, né macchini, né guàldi
passunali
prestani lu sò sabè e l' uparà solu pà amori.
Cumpritu agghju lu Preseppiu di lu
Nadali meu
sirinitai mi pidda a lu cori sendi chi
lu figghjola,
pà cumprillu Papa Frantziscu, lu bon
pasthori,
pongu accultu a li pedi di nosthru
Signori
Miludia d'agnuri cantu pà l'omini e pà
Deu
in agattata Fidi intendu chi non socu
sola.
Gloria,gloria cantiamo insieme
Non ci sono più il brio e l'allegria
che il Natale richiama nei cuori
e che una volta mi piaceva tanto
sia quando ero bambina che quando son diventata mamma.
Però, nonostante i tempi siano duri
non si può vivere il Natale con
tristezza
Gesù è nato povero, fuori da un
abitato
per portare l'Amore di Dio nei cuori.
I primi a riconoscere la Sua Divinità
furono i poveri
incantati dal cielo colmo di luci e
canti
prontamente s'inginocchiarono davanti
al Signore
servi assoggettati dai padroni, mendicanti e pastori.
Un' idea mi è venuta in testa
per rendere onore alla Creatura Divina:
di preparare un presepe adatto al
nostro tempo,
così mi sono impegnata con amore e la dolcezza.
Ho raccolto materiale povero (che non
costa niente)
poi Maria e Giuseppe dentro una pinneta
con il bue e l'asinello ho sistemato
e fuori della pinneta, quei disgraziati senza lavoro che davanti a
Gesù ,gioiscono .
Disoccupati, pensionati, esodati, gente
a cui manca il pane sopra il tavolo
vanno verso Gesù animati da sentimenti
forti ,seguono la strada segnata dalla luce splendente.
Gli operai dell'ALCOA con il casco in
mano
illuminano la strada per indicare la
direzione
agli alluvionati impoveriti e affannati
per aver perduto la casa, il lavoro, insieme pregano.
“Osanna!” cantano, insieme agli
angeli, per il Bambinello
mentre la stella cometa guida, con la
sua Santa Luce
i re , non quelli arricchiti rubando
dal lavoro dei miseri
ma quei Re che dedicano la loro vita
per aiutare i fratelli sfortunati
Spesso, non si conoscono né i nomi né
i volti
di loro , poco si occupano i giornali
non hanno lusso, né macchine,nè
guardie personali,
offrono la loro cultura e operano solo per amore.
Ho terminato il presepe del mio Natale,
di serenità s'inonda il cuore mentre
lo osservo,
per completarlo , Papa Francesco, buon
Pastore
sistemo accanto ai piedi di nostro
Signore.
Melodia d'angeli canto, per gli uomini,
per Dio
in ritrovata Fede sento che non sono
sola.
23 dicembre, 2013
Attimi...il Natale
Ecco ci siamo...nell'aria , nonostante tutto, si sente il Natale.
Come sempre ha la doppia faccia : gioia arcobalenica per i più piccini, malinconia che emerge dai ricordi, per i grandi.
Bastano povere luminarie, vetrine colorate di vuoti negozi per dare il vero significato di quel Natale che aveva perduto il senso del messaggio d'amore a favore di una corsa frenetica allo spendere...regali, cenoni....
Auguro a chi passa di ritrovare la serenità del vero Natale, più attenzione allo stare insieme, a comunicare ad abbracciarsi perchè ci si vuole bene...
SERENO NATALE
Come sempre ha la doppia faccia : gioia arcobalenica per i più piccini, malinconia che emerge dai ricordi, per i grandi.
Bastano povere luminarie, vetrine colorate di vuoti negozi per dare il vero significato di quel Natale che aveva perduto il senso del messaggio d'amore a favore di una corsa frenetica allo spendere...regali, cenoni....
Auguro a chi passa di ritrovare la serenità del vero Natale, più attenzione allo stare insieme, a comunicare ad abbracciarsi perchè ci si vuole bene...
SERENO NATALE
21 dicembre, 2013
15 dicembre, 2013
Lettera a Gesù Bambino
Caro Gesù Bambino
da quanto tempo non ti scrivo.
Non sono più una bambina, eppure sento che devo parlare al TUO CUORE a proposito del Tuo progetto d'Amore che con il Tuo umano avvento ai portato sulla Terra a chi ha buona volontà.
Non voglio niente per me che sono moglie, madre, nonna serena ma per chi soffre Ti prego:
"vorrei che fosse un Natale sereno per tutti e che durasse tutto l'anno, vorrei per ogni famiglia una casa e in ogni casa un padre sereno per il suo lavoro, una madre che metta a tavola almeno un piatto di pasta e il pane, vorrei per ogni bimbo una carezza materna, vorrei cancellare gli orrori delle calamità "naturali", della guerra, le molteplici "violenze, vorrei che gli "adulti" scrivessero una lettera a Gesù Bambino aprendo il cuore a quel fratello dimenticato, offeso, immolato sull'altare di idoli falsi, vorrei...vorrei..ritrovare quella dolcezza ingenua del mio Natale da bambina, quando giocando con le statuine del presepe, pensavo che tutto il mondo fosse così semplice , sereno , colmo d'amore...se preghiamo tutti insieme ce la faremo...!?!?
Gesù ritorna tra noi...
da quanto tempo non ti scrivo.
Non sono più una bambina, eppure sento che devo parlare al TUO CUORE a proposito del Tuo progetto d'Amore che con il Tuo umano avvento ai portato sulla Terra a chi ha buona volontà.
Non voglio niente per me che sono moglie, madre, nonna serena ma per chi soffre Ti prego:
"vorrei che fosse un Natale sereno per tutti e che durasse tutto l'anno, vorrei per ogni famiglia una casa e in ogni casa un padre sereno per il suo lavoro, una madre che metta a tavola almeno un piatto di pasta e il pane, vorrei per ogni bimbo una carezza materna, vorrei cancellare gli orrori delle calamità "naturali", della guerra, le molteplici "violenze, vorrei che gli "adulti" scrivessero una lettera a Gesù Bambino aprendo il cuore a quel fratello dimenticato, offeso, immolato sull'altare di idoli falsi, vorrei...vorrei..ritrovare quella dolcezza ingenua del mio Natale da bambina, quando giocando con le statuine del presepe, pensavo che tutto il mondo fosse così semplice , sereno , colmo d'amore...se preghiamo tutti insieme ce la faremo...!?!?
Gesù ritorna tra noi...
14 dicembre, 2013
I miei ultimi romanzi IN REGALO
i miei ultimi scritti
2 romanzi:--PARTONO I BASTIMENTI
-- UN AMORE
1 racconto: --ASPETTANDO IL NATALE
non sono in vendita, li regalerò in versione pdf a chi lo richiederà postando richiesta e indirizzo e-mail nello spazio commenti qua sotto.
Gli indirizzi non saranno pubblicati
AUGURI PER UN SERENO NATALE
Asprttando il Natale cap. 4-5...
Cap. quarto
Presa coscienza dell'accaduto, ziu
Mannu ,con il volto contornato da una barba bianca che gli dà un'
aria saggia, fa zittire tutti:
“Chistu è un bon vicinu, semmu
funtumati pà l'amori chi ci lia da sempri!” ( questo è un buon
vicinato, siamo menzionati per l'armonia che che ci lega da sempre!)
Tutti tacciono in attesa che il
vecchio, rispettato qual patriarca, calmi le acque.
Ziu Mannu rivolto a Bastiana : “ anda
fidhola 'ona ( vai figlia brava), accultighjaddi a la me casa
( vai a casa mia) e prendi quel
barattolino scuro che c'è dentro la “credenza buona” e
portamelo.
Attinziona a nò scapallu! ( stai
attenta che non ti caschi per terra! )
Bastiana esce di corsa seguita da
Lella : ( aspè chi t'accumpanghju) “aspettami che ti
accompagno”.
Ziu Mannu chiama gli uomini presenti ,
li prega di togliere le scarpe a ziu Cashju per potergli lavare i
piedi e disinfettarli con il decotto medicamentoso che lui stesso
prepara e che tutti nel vicinato usano per qualsiasi “cosa”:
disinfettare ferite, massaggiare parti doloranti, lenire
infiammazioni, spennellare tonsille e gole infiammate, emorroidi....
Per qualsiasi bisogno di intervento medicamentoso ci si rivolge a ziu
Mannu.
Nell'udire che gli avrebbero lavato i
piedi ziu Cashju urla: ( non mi laeddi, lu cumandanti non vò, ) “non
mi lavate il comandante non vuole)..io ho sempre ascoltato le sue
parole, i suoi consigli e non mi sono mai ammalato...mai un
raffreddore...mai,mai,mai!”
Intanto che si lamenta, gli uomini
mettono un “calderone” con abbondante acqua sul trippiede per
scaldare e si preparano a lavare, dopo oltre quarantanni, i piedi ad
un decorato milite di guerra.
Quando Bastiana e Lella arrivano con il
decotto i piedi di zio Cashju sono stati già trattati con sapone,
candeggina e la spazzola per i cavalli. All'uomo triste e rassegnato
vengono spennellati i piedi.
Ziu Minniu gli si avvicina, ha in mano
un paio di scarponi di campagna, sono usati però abbastanza buoni:
“ cumpà da boni vicinanti trattedhi
chisthi scalpi mei!!!.. cumenti fratedhi cumpà!!!
(compà da buoni vicinanti usate
queste scarpe mie!!! come se fossimo fratelli, compà)
“ m'aaraghju abituà cumpà, cun
sacrifiziu, a chi li mej m'intraghjani chena faithà”
( compà mi abituerò a queste nuove
scarpe, mi costerà sacrificio perchè le mie mi entravano “senza
dir parole” non facevano problemi, avevano le deformazioni del
piede.)
Indossate le scarpe ziu Cashju si alza
in piedi per provarle: “ mi parini un pocaretu manni” ( mi
sembrano un po' grandi) ma non
fa niente, metterò della carta nella punta!!”
Ziu Minniu per richiamare tutti a
quello che è il compito del giorno: “ ma chisti cosi boni li femmu
o no?” ( ma questi dolci li prepariamo o no?)
Zia Mia per mostrare che anche lei ha
una sua importanza nel vicinato batte le mani come per allontanare le
galline dall'uscio di casa:
“A fora l'omini, sciò,sciò! “ (
fuori gli uomini sciò,sciò!!) Si avvicina al mobile prende
pane, formaggio, un fiasco di vino :
“ Andate alla casetta del forno ,
curate il fuoco , fate colazione che noi adesso impastiamo!”
“Oh!!! e chi buldeddu
chist'ommini!!!” ( oh! E che casino questi uomini!!) esclama
la donna invitando con lo sguardo ciascuna a prendere il suo posto.
“cosa aemmu a fa pà primmu?” ( con
quale dolce cominciamo ?”) chiede zia Mia
“eu dighjaria da li papassini, so
chissi chi s'intosthani più a taldu!”propone zia Minnnia
( sono quelli che tardano di più ad
indurire!)
“emmu aeti rasghjoni cummà!” (si
avete ragione comà)
poi rivolta a Tea “ senda mea! pidda
la rizetta di mamma toa chi è la meddu e cumenchja a lighjni e
l'altri, bon fidholi, steti attendi e passeti li cosi cumenti si
cunveni!”
( azienda mia , mia preziosità!
Prendi la ricetta di tua mamma che è migliore delle altre e inizia
a leggere ...e voi altre , brave figliole, state attente e preparate
le dosi esatte degli ingredienti.)
Ogni donna ha un compito preciso: una
legge la ricetta, un'altra pesa e passa la farina alle tre più
anziane che impastano, un'altra ha la consegna di pesare lo
zucchero,un'altra di tostare le mandorle.....
Durante l'impasto non si parla. Solo le
anziane scambiano pareri. Pronto l'impasto si siedono attorno a “sa
mesa” ( il tavolo) a debita distanza l'una dall'altra e
preparano le forme.
Bastiana interrompe il silenzio delle
abili mani che si muovono:
“ ma ogghj c'a dì è!?” ( ma
oggi che giorno è?)
Malgarida facendosi il segno della
croce :” ogghj è tredighj di Pasca di Nadali, Santa Lughja ...un
passu di ghjadhina!” ( oggi è il tredici del mese di Pasqua di
Natale, Santa Lucia...un passo di gallina!)
Tutte si segnano.
“ e, si !” aggiunge Mennena “è
il giorno più corto dell'anno!”
Toa: “ è veru , da Santa Lughja a
Nadali un passu di ghjadhu” ( è vero ,da Santa Lucia a Natale
un passo di gallo !- i giorni si allungano)
“cuccurudduuuuu!” si sente Giuanni
alle loro spalle
Tutte ridono, Toa : “oja c'assuconu!”
( oja e che spavento!)
“ e dà chi non lu timmi cussì
abedhu !” ( e dai che non è vero che ti fa così paura!)
“e si dapoi è lu ghjadhu Mannu
chissu chi da Nadali anda a Capuannu lu timmi ancora di mancu!!”
( e se poi a cantare è il Grande
Gallo che va da Natale a Capodanno lo temi ancor di meno!)
Giuanni prende velocemente un altro
fiasco di vino e se la dà a gambe prima che la moglie gli tiri
dietro il mattarello.
Lella: “perchè babbu ha fatto quelle
battute sul grande gallo?”
Toa: “zitta tu e lavora, non lo sai
che dalla notte di Santa Lucia a Capodanno i giorno si allunga piano
piano ...con passo di gallina, poi di gallo e dopo ancora di gallo
grande!”
“ahhhh! Fa la ragazza che non capisce
né l'ilarità, né le gomitate che si scambiano le altre tra
sorrisetti maliziosi.
Partono le prime teglie per il forno.
Malgarida e Franzisca si trasferiscono nella casedha del forno.
Gli uomoni con la pala mettono le
teglie dentro la grande piastra e pochi secondi dopo le tirano fuori.
Le donne, nel frattempo hanno preparate
“le corbule” ( canestri ) ricoperti di teli bianchi per sistemare
con cura i dolci caldi.
I primi assaggi .
“ Cantu so boni!” ( come sono
buoni!) si complimentano , e una fiamma d'amore scambievole, di
orgoglio di buon vicinato scorre tra loro.
“s'era stata via mamma mea!” “
(se fosse stata viva mia madre!”) dice Toa emozionata al
ricordo, mentre sgranocchia un dolce “ lei si che era una vera
massaia, io cose buone come le preparava lei, non ne ho più
mangiate!”
“E cummà!” interviene Maltina
asciugandosi una lacrima d'emozione con un lembo del grmbiule
“ l'ansiani cummà erani speciali, puru mamma mea...”( comare
mia, gli anziani erano speciali, anche mia madre...)
“ su, su !” interrompe Lisandrina
“ li molthi cu li molthi e li vii cu li vii!” ( su,su, i morti
con i morti e i vivi con i vivi!).
Prende una bottiglia di anice : “ajò
chi ci femmu un anicinu, a candu a cumprì tuttu, oj,oj...tocca sta
bè!” ( ajò, beviamoci un anicino che dobbiamo rinforzarci
perchè il lavoro è lungo e pesante!”
Maltina ride “ se ci vedono gli
uomini??!” poi rivolta Lella: “ para la ghjanna chi no arria
calc'ommu!” ( stai attenta alla porta che non arrivi qualcuno
dei nostri uomini!)
Riempiti i calicini bevono tutte
insieme poi ridendo commentano la bontà dell'anice.
Le mani sono veloci ma anche le lingue.
Nella stanza si lavora e si chiacchiera. Il profumo degli impasti di
farina, con i vari condimenti aromatici, unito a quello dei dolci
caldi che arrivano dentro i canestri poggiati sulla testa delle più
giovani creano un'aria festosa. Un'emozione di condivisione che
allarga i cuori predisponendoli alla confidenza, ai ricordi in
confusione tra il passato, il presente, anedotti volutamente
esagerati per suscitare ilarità.
12 dicembre, 2013
Aspettando il Natale...terzo cap.
Cap. terzo
“E permesso? “ chiede, ed è già
dentro, comare Maltina, capogruppo della parte alta del rione,
seguita dalla figlia Bastiana, “signorina ” quarantenne, ormai
condannata allo zitellaggio come le sorelle Catta : Malgarita,
Frantzisca e Mannena che entrano ridacchiando e scuotendo la testa
con ancora i segni dei bigodini, tenuti tutta la notte per essere in
ordine e per i “non si sa mai!”...Oltre centoquarantanni in tre,
dopo aver respinto tutti i corteggiatori con un - “pucci ,cacca”
, figuriamoci se mi prendo quello!” Adesso sperano nel miracolo.
“entrate, avanti, vi stavamo
aspettando!” si avvicina loro zia Mia, mentre, Maddarena e Minnia
aiutano le nuove arrivate a togliersi la mantella
Come gallinelle si avvicinano a Tea
“ auguri, abbiamo saputo che attendi
un bambino!” , senza aspettare conferma : “ ma è vero che sei
già in tre mesi? Si aggiunge zia Maltina : “come mai hai aspettato
a dircelo così tardi? Tre mesi...foramari!!!”
Tea arrossisce. Conosce il vicinato, sa
che il loro pettegolare, voler sapere, punzecchiarsi non è
cattiveria ma un modo “familiare” per stare uniti però, non ha
ancora maturato la malizia per difendersi per cui l'argomento
matrimonio, marito, incinta, la imbarazzano. Zia Maddarena coglie lo
sguardo di zia Minnia che la invita a rispondere per salvaguardare la
risevatezza di Tea, lei essendo la madre della giovane potrebbe dare
una risposta criticabile.
Maddarena : “ cummari Maltina mea, lo
sapete che Tea è timida e riservata” continuò sollevando il tono
della voce onde evitare le parole che stavano per uscire dalla bocca
di cummari Maltina:
“Lo sappiamo che adesso che è
sposata è come noi ma Tea ha rispetto della vostra figliola Bastiana
e delle nostre amate vicine ingenue vergini, e per discrezione tace.
Poi, comà, prima dei tre mesi non si è sicuri...”
Vengono interrotte da una voce
ululante, alle loro spalle. Le donne si voltano e vedono ziu Cashju,
marito di zia Maltina.
Ritto sulla porta, cerca di dare
potenza e credibilità alle parole dal suo metro e venti di altezza.
Le donne:
“oja, e che accidente vi è successo
a voltarvi così cumpà?”
“ guardatemi il piede!” farfuglia
sbavando di rabbia.
Sua moglie si avvicina “ oja!
Poveretto chi ti ha ridotto così ? Chiede sollevando il piede destro
del marito con lo scarpone vecchio , puzzolente di grasso di maiale,
tutto rotto, morsicato.
L'uomo con gli occhi accesi : “ è
stato il cane di cumpari Barori! Da quando cumpari l' ha portato non
posso più passare nella strada per andare alla posta che appena mi
vede mi rincorre e si attacca alle mie scarpe . Oggi perchè cummari
Minnia e cumpari Barori non c'erano a richiamarlo, si è avventato
alla scarpa trascinandomi come uno straccio!...guardate!!” dice
voltandosi per mostrare anche il pantalone rotto.
Non si era accorto di avere il sedere
completamente nudo.
Aspettando il Natale....secondo capitolo
Cap. secondo
Il suo “amico” , un bastardino di
cinque anni, l'uomo lo aveva trovato vicino ad un cannetto seguendo
il guaito di dolore che il cane emetteva. Totoi si era avvicinato al
punto da dove proveniva quel flebile gemito, aveva visto il cane
tremante e ferito da una scarica di pallini da caccia. Totoi fu
colpito da due occhi che lo guardavano rassegnati al suo destino .
Gli si era avvicinato “ ehi piccolo “ disse accarezzandogli la
testa con i polpastrelli delle dita
Dopo avergli curato la ferita, Totoi
lo portò con sé e fu così che il cane ritrovò la fiducia negli
uomini; “Pulighiteddu...piccolino”, lo chiamava Tea
coccolandolo. Quel nome gli rimase.
Totoi entrò nel magazzino, prese il
suo “vespino 50 “ azzurrò; un paio di colpi all'accensione,
attese che Pulighiteddu si sistemasse davanti alle sue gambe e tra
nuvole di fumo del tubo di scappamento si allontanò dal paese.
Tea si riaddormentò fino al canto del
gallo.
I due giovani erano sposati da oltre un
anno e dopo mesi di ansiosa attesa tra illusioni e delusione,
adesso aspettavano un figlio.
Sorrise accarezzandosi il pancino che
cominciava a vedersi. Era soddisfata. Lei e Totoi si erano sposati
per amore, con il consenso delle famiglie.
Si conoscevano da sempre.
Nati nello stesso “rione” di un
paesello sistemato come un serpentone lungo una via naturale che si
estende sulla valle ai piedi di una cresta di morbide colline.
Le case, costruite una di fronte
all'altra sulla strada principale, viste dalla collina sembrano
comari affacciate al balcone a pettegolare. Ogni tanto il serpentone
è interrotto da una viuzza che separa le colline e circoscrivendole
ritorna a valle incrociandosi ancora con la via centrale. Nella
parte della collina, circoscritta dalla stradina sterrata, vi sono
casette raggruppate attorno ad una piazzola. Nel “Rione Frutteto
“, dove vivono Totoi e Tea, tutte le case si affacciano davanti
alla piazzola , al centro della quale vi è una fontanella ove
affluisce l'acqua cristallina che scende dall'alto della collina
riversandosi dentro un vascone di pietra. Punto focale d' incontro
delle donne fin dal primo mattino per attingere l'acqua fresca ad uso
familiare oppure per lavare i panni. Sono i momenti di scambio di
confidenze ed un caffè nella cucina dell'una o dell'altra. La porta
di ogni casa si apre sulla cucina; il punto più vissuto della casa:
vi è il caminetto, il tavolo con le sedie, qualche poltrona per gli
anziani, una credenza e gli sgabelli per i bambini. Alla cucina sono
annesse altre stanze , aggiunte, nel tempo, man mano che la famiglia
cresceva. Se qualche figlio si sposava costruiva sopra i genitori o
accanto. Nel retro di ogni casa ci sono il giardino e l'orticello,
argomento vanto delle donne. Dietro gli orti grandi spazi collinari
ricchi di piante da frutti e olivi, da cui il nome del Rione. Le
famiglie sono molto legate tra loro da regole di buon vicinato
tramandate dagli “antichi “ Un rapporto più che parentale. Tea
aveva spesso sentito dire sia da sua madre che da zia Maddarena :
Racconto : Aspettando il NATALE....Cap. primo
Cap. primo
E' una fredda mattina di Dicembre.
E' una fredda mattina di Dicembre.
La brina della notte ha ghiacciato il
paesaggio coprendolo di trine e merletti raffinati.
Il sole pallido e triste, dopo essersi
scosso di dosso il freddo della notte , ha preso il suo posto nel
cielo da dove emana una luce mite. Il gallo canta un chicchichì
stridente.
Quel canto rompendo il silenzio
ovattato dal gelo, sveglia Tea.
La donna socchiude gli occhi in attesa
degli altri “chicchirichì” sperando che il vecchio gallo della
suocera si attardi sulla porticina del pollaio per schiarirsi la gola
ferita dal freddo. La giovane si sarebbe così concessa ancora
qualche secondo per crogiolarsi nel letto, e coccolarsi con il
piumone.
Allungata la mano nel grande letto
matrimoniale cerca il tepore del corpo caldo del marito, anche se sa
che Totoi è già alla “tettoia”, in campagna, con il gregge.
Quanto le sarebbe piaciuto svegliarsi
tra le braccia del marito al canto del gallo, al suono della campana
dell'antica chiesetta che, annunciando il nuovo giorno, invita alla
preghiera, ma “la roba” una cinquantina di pecore , sono la loro
ricchezza da curare e custodire.
Totoi si era levato dal letto che era
ancora buio. “ Amore” le aveva sussurato con gli occhi immersi
nei suoi , mentre, le sue forti braccia la circondavano
raggomitolandola come uccellino nel nido.
“ riguardati,amore...non affaticarti,
quando ti sentirai stanca rientra a casa a riposare...”
“Ma non sono ammalata !...se mi
stancherò mi siederò nella stessa casetta “del forno” da zia
Mia, non voglio stare sola a casa...preparare i dolci per Natale con
le donne del vicinato è bellissimo. Mi piace ascoltare le
chiacchiere e i racconti che fanno mentre abilmente muovono le
mani...adesso che sono sposata ed aspetto il bambino mi considerano
“una donna” come loro. Lella che ha ventitre anni , praticamente
la mia età, è fidanzata eppure non è considerata come me. A lei è
affidata la custodia dei bambini, va al negozietto a fare le
commesse, prepara il pranzo, porta le teglie avanti e indietro dalla
casetta del forno...insomma, fa le consegne come le altre ragazzine,
non sta ad ascoltare le chiacchiere”
“ scusa, perchè non può ascoltare
ciò che dicono?”
“Perchè parlano di “cose” da
donne sposate! Si giustificano le anziane , cambiando discorso quando
vi sono orecchie che , secondo loro non possono ascoltare”
“ tipo ?” chiese con sguardo
maligno Totoi
“ohhh, smettila, non insistere...ti
ho già spiegato che fanno battute a doppio senso e stuzzicano per
sapere le “cose” intime!!”.. arrossì Tea, fingendo un broncio
che interrompesse quella discussione.
“E tu?”
“stanno fresche che ci casco!!! io
ascolto e sto zitta, sono brave persone ma...pettegole e ficcanaso”
-“e le “zitelle, come mai possono
ascoltare ?”-
Tea rise ricordando quel che le
“anziane” dicevano a tal proposito quando “quelle” non erano
presenti. -“ Si dividono in due fazioni: una prima afferma che
hanno“assaggiato” con uno “stallone” poco soddisfacente,
l'altra che ...”
“che???” continuò Totoi
“Smettila ficcanaso! Mi fai diventare
simile a loro!” si era arrabbiata Tea
“ dai non arrabbiarti “ gli
sussurrò nell'orecchio il marito, con quella voce maschia, roca alla
quale ella non sapeva resistere: “ lo sai quanto abbiamo atteso
questo bambino!!!” disse accarezzando il figlio che da tre mesi
cresceva nel seno della sua amata. Tea apprezzò l'abilità con la
quale Totoi aveva cambiato argomento:
“ Ieri mi ha visitata l'ostetrica,
Signora Carla, mi ha detto che stiamo andando bene, che posso fare
tutto evitando strappazzi...e poi”... continuò dopo una breve
pausa : “mamma Minnia e tua madre zia Maddarena hanno promesso che
a me ci penseranno loro!” rise la donna pensando a quanto fossero
attente e premurose le due donne con lei.
“A proposito!!! “ riprese
l'argomento interrotto precedentemente Totoi “ e le nostre mamme
che raccontano?
05 dicembre, 2013
Poesia...Natale 2013...La speranza
Natale 2013
Natale è una candela
accesa
per illuminar la via
dell'amore
la strada che ci
ricongiunga
alla dignità di figlio,
fratello
di Dio, Padre nostro
Creatore.
Natale è una rosa rossa
operante
in ritrovato ardore
perchè ogni sua spina
fenda,
con passione,
la nebbia del vivere
in confusione
di egoista, cinica
ragione.
Natale è una spada
lucente
tra intricate ragnatele
d'interessi,
futili idoli d'illusione
di civili progressi,
d'avida cecità
pregni,
in scivolose stalattiti
sospese.
inutili, gelidi , appigli,
fautor di rovinosi
perigli
Natale è il fuoco del camino
rosso
come il sangue d'innocenti
fratelli,
cosparso dai Caino
per superbo dominio
di potere
in virtù d'isterica follia,
conscio che nelle stessa
barca,
il suo avido esistere
muoia
Natale è una stella
brillante
che restituisca fiducia ,coscienza
alla gente
chè “ se si vuole si può
cambiare”
rispettando l'amore per la natura,
il naturale,
in ritrovato valore della famiglia,
ciascuno al suo posto:
nonno, nonna, genitori,figlio,figlia.
Luci d'etica, estetica e morale,
Sarà in salita
ma insieme si può cambiare.
Sarà finalmente un vero
Natale,
con Gesù nel presepe
tra Maria e Giuseppe.
Dio nato Bambino
per donarci l'esempio
dell'Amor Divino.
Nalla Sua Immensa bontà
di un cuor pentito ha pietà.
Seguendo la Stella Cometa
si arriverà alla giusta meta
In fondo,che resterà di noi
alla fine del nostro mandato?
Solo l'amor che attorno a noi
abbiam seminato.
01 dicembre, 2013
E sarà Natale
Oggi primo Dicembre.
Inizia l'avvento.
Era il periodo più bello dell'anno finchè non ho aperto gli occhi sul mondo.
Una malinconica ombra rifletto negli occhi: sono i ricordi un tempo gioiosi
sto dentro un sogno.
..ritornar bambina,
nel giorno di Natale alla mattina,
svegliata all'improvviso,
da un dolce sorriso,
su alzati è passato il BAMBINO DIVINO,
corri a veder se ti ha lasciato un regalino,
Lui fa così con i bimbi buoni,
mentre agli altri porta carboni..
.corro all'alberello,
nel presepe c'è il bambinello,
le mando un bacino e poi, e poi..
.scarto iil mio pacchettino....
Inizia l'avvento.
Era il periodo più bello dell'anno finchè non ho aperto gli occhi sul mondo.
Una malinconica ombra rifletto negli occhi: sono i ricordi un tempo gioiosi
sto dentro un sogno.
..ritornar bambina,
nel giorno di Natale alla mattina,
svegliata all'improvviso,
da un dolce sorriso,
su alzati è passato il BAMBINO DIVINO,
corri a veder se ti ha lasciato un regalino,
Lui fa così con i bimbi buoni,
mentre agli altri porta carboni..
.corro all'alberello,
nel presepe c'è il bambinello,
le mando un bacino e poi, e poi..
.scarto iil mio pacchettino....
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