Era
il giorno nel quale sua figlia avrebbe compiuto quindici anni.
Tania
, quel mattino si svegliò con quel pensiero. Stesa sul letto, le
braccia incrociate dietro la testa , osservava un raggio di sole che,
noncurante dei pensieri tristi della donna, penetrando da una fessura
della finestra, illuminò la stanza con un radioso spicchio di luce..
“sorridi,
sorridi !” gli parlò la donna “ tu puoi ”
Mentre
si crogiolava nei suoi pensieri sentì provenire dall'esterno il
rumore di zoccoletti di pecorelle ed udì la voce di giovane donna
che richiamava un cagnolino.
La
curiosità cacciò l'indolenza di Tania che, sollevatasi dal letto,
si accostò alla finestra.
Aprì
le persiane ed affacciatasi vide una giovane pastorella, che
conduceva il suo gregge al pascolo.
Tania
sorrise.
Era
tutto così buffo. Ella era abituata a vedere greggi che passavano
per la strada ma, mai piccolo come questo.
Cinque
pecorelle trotterellavano dietro alla pastorella che, parlava loro
chiamandole ciascuna con il proprio nome.
Birillo,
il cagnolino dal pelo bianco, saltellando le teneva raggruppate
dietro la pastorella, riservando per lui in privilegio di stare al
fianco della sua padroncina.
Tania
osservò la giovane: era molto graziosa , un viso sereno contornato
da un nastro rosso che le raccoglieva i lunghi capelli .
Sentendosi
osservata la giovane sollevò il viso e mostrando due splendidi occhi
ed uno smagliante sorriso, salutò
“ buona
giornata signora!”
“ anche
a te mia cara !” fu la risposta di Tania.
Rallegrata
da quell'incontro ,la donna, si preparò . Aveva un impegno: prima di
recarsi al campo avrebbe fatto la “consueta” visitina al porto.
Il
vapore arrivava dal “Continente” una volta al mese e lei,
instancabile, da tempo, si avvicinava per vedere scendere i
passeggeri ,per chiedere, a qualche cortese marinaio, se conosceva
Giosuè.
La
risposta era sempre la stessa:
“no,
signora mi dispiace.”
Ella
guardava l'orizzonte cercando d'intravvedere i suoi amori ,oltre
quella linea curva.
Anche
stavolta si allontanò dal porto tristemente:
“dovrò
risparmiare per poter andare alla loro ricerca oltre il mare!”
Si
ripeteva sulla strada che l'avrebbe condotta al suo campo.
Lavorò
e al tramontare del sole ritornò a casa.
Nel
salire i gradini sentì il saltellante zoccolio del mattino.
“arriva
la pastorella !” disse ,mentre, ridiscendeva i gradini.
“ciao
bella pastorella! Ma, scusami l'indiscrezione, abiti qui?”
“si,
signora, ho una casetta nello spiazzo di valle ove scorre il fiume. “
“vi
abiti da tanto? Non ti ho mai vista!” parlò con insistente
curiosità Tania.
“ no,
signora, sono arrivata in questo posto in inverno, voi non mi avete
mai vista perchè nel periodo freddo le mie pecore pascolavano nel
prato attorno alla casetta, adesso , le porto in collina per
pascolare al fresco!”
“ mi
chiamo Tania, ti prego non chiamarmi signora!” si presentò la
donna
“ ed
io Marienne” rispose la ragazza presentandosi a sua volta.
“sei
giovanissima!” riprese Tania “vivi sola?”
“si
Tania” rispose la giovane “ho quindici anni, la mia mamma morì
lo scorso autunno, il mio patrigno...ehem..” fece una pausa di
sospensione, quasi a cercare le parole giuste, poi riprese
“il
mio patrigno mi cacciò di casa. Io racimolai il denaro che la mamma
mi aveva dato perchè lo custodissi nascostamente dal marito e
scappai.
Arrivata
in questo luogo ove il fiume si incontra con il mare, me ne
innamorai.
Decisi
di rimanere. Recatami dal sindaco , con il suo aiuto ho comprato la
casetta con il prato e le mie cinque pecorelle...!”
Non
riuscì a proseguire, Tania, con slancio materno la strinse a sé
“ Marienne,
figliola conta su di me, ti aiuterò, se tu vorrai ti starò vicina
come una mamma....”
“grazie!”
disse la ragazza.
“senti
“ propose Tania con l'amore che sapeva donare agli altri “ perchè
non dirigi le pecorelle nel retro del mio giardino e non vieni su? Ci
faremo una buona tisana...!”
“non
voglio disturbare!” rispose la giovane con lo sguardo che
contraddiceva la risposta.
“oohhh
smettila!”
Sistemate
le pecore ed il cane, Tania accompagnò Marienne nella sua casa.
Dopo
la tisana ,la giovane salutò “l'amica” e ritornò alla sua
casette ed all'ovile.
I
giorni trascorrevano e così i mesi.
Tania
si affezionò alla giovane . Ogni mattina l'aspettava davanti la
finestra per salutarla, alla sera prendevano la tisana insieme.
Frequentavano
la chiesa, prestavano il loro aiuto nella vita parrocchiale.
Un
giorno di Autunno avanzato, Tania strappava le erbacce tra i solchi
del suo campicello.
Il
pensiero ritornò ai suoi amori dispersi chissà dove.
Si
sentì, improvvisamente stanca, raggiunse un salice che cresceva ai
bordi del campo, si distese ai suoi piedi, si coprì con la mantella
e si addormentò. Nel sonno rivisse le parti più tormentate della
sua vita.
I
genitori mai conosciuti, la sua vecchia nonna, Giosuè, sua
figlia...presa dai ricordi parlava ad alta voce.
Marienne
,cercando pascolo per le pecorelle,la vide ed accostatasi l'ascoltò.
“povera
donna !” pensò la giovane “quali grandi pene stai rivivendo nel
sonno?
Marienne
si tolse la mantella e coprì meglio Tania, chiamò accanto a sé
Birillo e gli parlò:
“ senti
piccolo mio, stai accanto a Tania, proteggila e quando si sveglierà
tienile compagnia”
Tania
si svegliò che il sole tramontava. Vide Birillo e notò che aveva
addosso due mantelle.
Il
cuore le si addolcì, raccolse le mantelle, coccolò birillo
“ è
passata Marienne, che brava figliola!” pensò Tania. Poi rivolta al
cane
“ dai
Birillo andiamo a restituire la mantella alla tua padroncina e a
ringraziarla”
Il
cane, scodinzolando per la gioia, condusse la donna alla casa della
giovane.
Marienne
era nell'ovile, seduta sopra uno sgabellino mungeva le pecore.
“ ciao
cara amica” disse Tania
la
giovane che , presa dal lavoro, non aveva udito l'arrivo dell'amica,
diede un sobbalzo e dalla scollatura della camicetta fuoriuscì una
catenina, al posto della medaglia pendeva una “T”
Tania
si bloccò.
Riconobbe
subito la catenina ma che ci faceva al collo di Marienne, si chiese
incredula.
La
giovane si avvicinò a Tania
“ mi
hai preoccupata !” disse “ ti ho trovata ai piedi del salice in
tormentato sonno....stai meglio? Ti sei ripresa?...ti vedo pallida !”
aggiunse abbracciando l'amica.
“ tieni
bevi del latte fresco!” invitò, porgendo alla donna una ciotola di
latte.
“grazie
Marienne,” rispose Tania che, dopo aver bevuto il latte salutò.
Sentiva
la necessità di ritornare alla sua casetta per riflettere e
confrontare le informazioni avute dalla madre Superiora con la storia
raccontata da Marienne.
“Come
poteva avere Marienne quella catenina?”
6 commenti:
Ciao M.A. , sono un po' in ritardo e più si allunga la lettura nuova e più è difficile trovare il tempo per leggere con soddisfazione. Una bella vicenda, con le caratteristiche del romanzo classico e particolari molto realistici che ci fanno conoscere ed amare la tua Sardegna. A presto :-)))
Ciao Maria Antonietta, riesco solo ora a passare da te,vedo qui sopra la mia fatina confetto,la dolce Marilena, c'è una bella atmosfera qui da te, serena e rilassante, hai ragione è molto bella la tua terra,io ne ho visto solo una piccola parte nel Cagliaritano nell'82, quando venimmo in visita ad un fratello di mio marito,carabiniere sposato con una sarda, di S.Vito,perdona se non sono passata prima ma tra ricoveri ospedalieri interventi chirurgici,un gruppo (tipo le vecchie community di MSN) da seguire, il blog, la grafica, facebook,13 gruppi tipo il mio in cui sono iscritta e spesso vice gestore;mi servirebbero giornate da 48/57 ore……eheehh scusami, un sorriso un abbraccio e tanti bacini sparsi, a presto spero…… ;-)))))
Ciao M.A., ho ricevuto da un blogger l'invito, da estendere anche ad altri autori, ad inviare alla fondazione di cui trascrivo il link poesie dedicate alla Madonna, per essere inserite in una antologia mariana. Trascrivo anche la mail
http://www.fondazioneilpellicano.it/?p=1925
e.feduzzi@alice.it
saluti cari. M.
ERRATA CORRIGE
ecco la mail corretta
e.feduzi@alice.it
con una zeta sola!
Chi non ha cervello abbia gambe, si dice da noi: nel mio caso...abbia tastiera. Ciaociao, M.
ciao ragazze
sono appena rientrata da Venezia, viaggio di "nozze smeraldo"
ai,ai,ai...l'età si sente...eheheheh...come è pesante salire e scendere le scale di vari ponti, ponticini e musei...ne è valsa la pena...Venezia è splendida...
leggo con piacere diverse e nuove visite nel mio blog.
Questo scambio di corrispondenza mi piace.
Vi mando un abbraccio.Anna Rosa, carissima, grazie per avermi raccontato l'anedotto di una tua esperienza in terra sarda
Cara Marilena sfoglierò il mio blog e cercherò le poesie che ho dedicato alla Madonna..............grazie x l'invito...sempre dolcemente gentile...smack...
Ciao Maria Antonietta, sono contenta per te per la visita nell'incanto di Venezia, sempre unica! Da Fata Confetto un premio ti aspetta;
è dedicato ai blogger che attraverso i post
ci fanno conoscere la loro vita...e quando si scrive si rivela sempre qualcosa di noi.
Sento che molti blogger rimandano a settembre l'assegnazione del premio ai loro
prescelti e, come sempre anche le regole non sono così prescrittive.
E' piuttosto un modo per consolidare i contatti in rete e salutarci una volta di più!:-)) Marilena
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