I
piedi della donna seguirono il sentiero per abitudine: la sua mente
in posizione di stallo, cercava la forza di accogliere e vagliare
singolarmente l'accozzaglia di ipotesi che, opprimendola le
sconvolgevano l'animo con tonalità di sentimenti dal più buio al
più solare.
Aperta
la porta della sua casetta, si gettò sul letto, gli occhi , fissi al
soffitto, proiettavano le immagini dei suoi pensieri mendicanti
risposte certe.
La
catenina era indubbiamente la “sua”. Come poteva essere al collo
di Marienne? La ragazza aveva parlato di sua madre e di un suo
patrigno, quindi, aveva conosciuto un padre!
Se
fosse stata la sua Teresa , come avrebbe potuto prendere il vapore ed
attraversare il mare in così giovane età? “No,no ,è una povera
pastorella, però resta il fatto che ha addosso la catenina di mia
figlia, se non è lei ,la storia della catenina potrebbe condurmi
verso la mia Teresa!”
Decise
di indagare con calma, ormai tra loro vi era un legame affettivo
forte e Tania sapeva aspettare.
Dopo
qualche giorno capitò l'occasione attesa.
Marienne,
colta da febbre, mandò Birillo con una missiva per informare Tania
affinchè l'aiutasse.
La
donna mise in un sacchetto le erbe curative essiccate e , con
Birillo che le saltellava accanto, si recò dalla giovane.
Mariennne
tremava dalla febbre. Tania corse al pozzo ,tirò su , con la
carrucola, un secchio d'acqua fresca con la quale bagnò delle pezze
di tela che mise sulla fronte della giovane.
La
febbre non calava. La giovane delirava emettendo lamenti
incomprensibili.
Tania
preparò un decotto di erbe , come aveva visto fare dalla sua “nonna”
e raffreddatolo glielo fece ingerire.
Seduta
accanto alla giovane rinnovava le pezze fresche ed attendeva una
reazione.
Aveva
fatto tutto ciò che poteva, adesso nell'attesa, la sua attenzione
fu attratta dai lamenti del delirio.
“mamma!”
biascicava Marienne “dove sei?” poi ...” la
verità”..”...Marienne , no Teresa....”
ancora
“Pisa....Torres....Nurra....”
Tania
ebbe la risposta. Aveva davanti a sé la sua tanto attesa figlia e,
come la sera che l'abbandonò , delirava febbricitante tra le sue
braccia.
Il
cuore della donna si fermò nel limbo: né dolore, né felicità.
Le
due sensazioni erano così forti che, persino l'aria che respirava si
era fermata.
Accarezzava
sua figlia e pian,pianino dal cuore si sollevarono quelle emozioni
materne che ,per tanto tempo, aveva custodito.
La
febbre calò lentamente. La giovane riprese coscienza.
Per
tre giorni, Tania la curò e si dedicò anche al piccolo gregge.
Aveva
ritrovata sua figlia ma...ma non sapeva come raccontarle la
verità....Avrebbe preso tempo e scelto le parole adatte.
Marienne,
pallida e smagrita, si riprendeva. Ad ogni minimo gesto di Tania la
ringraziava.
“ cara
bevi la tisana!” invitava la donna
“ grazie
Tania! Sei tanto buona e gentile con me...ti voglio bene...!”
“ohhh,
smettila cara!” rispondeva arrossendo d'emozione la donna. Quelle
parole erano balsamo sul le sofferenze che avevano piagato il suo
cuore.
Avrebbe
voluto gridarle
“sei
la mia Teresa!!”
ma,
la paura di affrontare il tema “ti ho abbandonata!” la bloccava.
Guarita
Marienne, Tania rientrò alla sua casetta.
Spontaneamente
, si diresse verso lo scrittoio e preso il necessario iniziò a
scriverle:
Cara
Marienne,
con che coraggio scriverti e chiamarti figlia mia... Durante il delirio della febbre ti lamentavi, pronunciando delle parole che mi hanno dato delle certezze: sei mia figlia.
con che coraggio scriverti e chiamarti figlia mia... Durante il delirio della febbre ti lamentavi, pronunciando delle parole che mi hanno dato delle certezze: sei mia figlia.
La
catenina che porti al collo te la misi io per poterti un giorno
riconoscere. Mi chiedo, con quale forza riesca a prendere penna e
calamaio per dirti di me..
Non ti ho vista crescere, non ti sono stata vicina quando avevi bisogno, non ti ho dato neanche il nome che avrei voluto darti..Teresa...
Il tempo come sempre vince su tutto..
Volevo farti sapere il nome di colei che ti ha messo alla luce..
sono io Tania
La mia vita non è stata facile,con questo non voglio giustificare il mio atto..
E' imperdonabile ciò che ho fatto,ma credimi se ti dico che non volevo che tu ne risentissi.
All'epoca ero una ragazza insicura, lasciata sola ad affrontare le intemperie della vita..una bimba, seppur voluta con tutta me stessa,avrebbe reso tutto troppo difficile.
Non avrei potuto darti un pasto caldo, un posto dove dormire, un vestito che ti riparasse dai freddi inverni, la possibilità di studiare, di darti fiducia in te e nella vita..
Il pensiero di te era sempre presente, costante nella mia vita..
Con l'amaro in bocca andai al convento e lì ti lasciai....
Dopo varie peripezie mi presentai per riprenderti con me... ma.. mi dissero che eri stata adottata da una famiglia nobile, giunti apposta dalla Toscana.
Suor Francesca e la madre Superiora furono gentilissima con me. Solo nel guardarmi ,riconobbero che ero tua madre ..la stessa forma del viso,gli stessi occhi, la stessa bocca e lo stesso naso.. mi incoraggiarono e in tutto questo tempo mi hanno sostenuta con il loro affetto e le preghiere.
Non puoi immaginare quanto ti abbia pensata in questi anni. Ogni momento mi chiedevo:“come avranno chiamata la mia bambina? Quali coccole starà ricevendo? Chi ascolterà le sue prime parole...
gli anni scorrevano ...ed io lontana da te..
Le suore e la famiglia di adozione di sicuro, ti hanno dato molto affetto..tutto quello che non ti ho potuto dare io...
Ora ti scrivo … ma so che non posso pretendere nulla...
Sarai sempre la mia Teresa..e nei giorni che ho trascorso accanto a te ...in te mi sono rispecchiata..
Non potevo più tacere, è giusto che tu sappia...perdonami se puoi
Non ti ho vista crescere, non ti sono stata vicina quando avevi bisogno, non ti ho dato neanche il nome che avrei voluto darti..Teresa...
Il tempo come sempre vince su tutto..
Volevo farti sapere il nome di colei che ti ha messo alla luce..
sono io Tania
La mia vita non è stata facile,con questo non voglio giustificare il mio atto..
E' imperdonabile ciò che ho fatto,ma credimi se ti dico che non volevo che tu ne risentissi.
All'epoca ero una ragazza insicura, lasciata sola ad affrontare le intemperie della vita..una bimba, seppur voluta con tutta me stessa,avrebbe reso tutto troppo difficile.
Non avrei potuto darti un pasto caldo, un posto dove dormire, un vestito che ti riparasse dai freddi inverni, la possibilità di studiare, di darti fiducia in te e nella vita..
Il pensiero di te era sempre presente, costante nella mia vita..
Con l'amaro in bocca andai al convento e lì ti lasciai....
Dopo varie peripezie mi presentai per riprenderti con me... ma.. mi dissero che eri stata adottata da una famiglia nobile, giunti apposta dalla Toscana.
Suor Francesca e la madre Superiora furono gentilissima con me. Solo nel guardarmi ,riconobbero che ero tua madre ..la stessa forma del viso,gli stessi occhi, la stessa bocca e lo stesso naso.. mi incoraggiarono e in tutto questo tempo mi hanno sostenuta con il loro affetto e le preghiere.
Non puoi immaginare quanto ti abbia pensata in questi anni. Ogni momento mi chiedevo:“come avranno chiamata la mia bambina? Quali coccole starà ricevendo? Chi ascolterà le sue prime parole...
gli anni scorrevano ...ed io lontana da te..
Le suore e la famiglia di adozione di sicuro, ti hanno dato molto affetto..tutto quello che non ti ho potuto dare io...
Ora ti scrivo … ma so che non posso pretendere nulla...
Sarai sempre la mia Teresa..e nei giorni che ho trascorso accanto a te ...in te mi sono rispecchiata..
Non potevo più tacere, è giusto che tu sappia...perdonami se puoi
con
amore
Tania
Tania
Tania
rilesse la lettera che aveva scritto per sua figlia...si sentì
l'animo alleggerito e pronto. Chiusa la lettera si avvicinò alla
casetta della ragazza e silenziosamente la fece scivolare sotto la
porta. Voltatasi, prese velocità e ritornò indietro.
Era
nervosa, seduta sul letto pregava torcendosi le mani. Dalla finestra
aperta, oltre l'aria serena della sera arrivarono le note di una
fisarmonica. Tania sorrise:“ecco compare Antonio che viene a farmi
un'altra serenata...chissà, questa volta, chi sarà il committente.
Si alzò e avvicinatasi alla finestra : “compà...perchè perdette
tempo?...” avrebbe voluto aggiungere che a lei non interessavano i
corteggiamenti, quando , da dietro la pianta d'ulivo uscì sua
figlia. Compare Antonio suonava e cantava:
“mamma, solo per te la
mia canzone vola, mamma starai con me non sarai più sola....quanto
ti voglio bene......!”
Tania affondò la luce dei suoi occhi in
quelli di sua figlia, scese di corsa le scale e si gettarono l'una
nelle braccia dell'altra.
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