27 marzo, 2011

racconto.....tutti al mare....seconda parte



Ora  che , “ l’accampamento” formato dai colorati ombrelloni e relative tende della famiglia di Tea, della famiglia dello zio Luigi ,a volte, della famiglia del cugino Nino con la moglie Anna e i suoi due figli, si potevano contare oltre dieci  rampolli maschi e quattro bambine.
Tutti insieme si buttavano in acqua, schizzandosi e ridendo come solo a quell’età  si poteva fare.
Tea rivedeva e risentiva il loro schiamazzar gioioso che si confondeva con le grida dei gabbiani che  si allontanavano, con frullio di ali, alla ricerca di lidi più quieti.
Tutti si arrampicavano sulla grossa cameradaria per tuffarsi dentro e rispuntare con con un guizzo da pesce ed uno schizzo d’acqua, si spingevano , si spintonavano per raggiunger l’ambito posto……………però non litigavano,anzi, le risate si sollevavano fragorosamente nell'aria.
  -Nel frattempo i “grandi” preparavano la “tavolata” per il pranzo.
Tavoli, sedie, sdraio        tovaglie, ognuno metteva quel che aveva portate: le pietanze erano le stesse.
Allora si sentivano le donne  chiacchierare sulle ricette, naturalmente, ognuna vantava la propria capacità nell’arte culinaria.
Seduta sotto un ombrellone vi era una cugina, poco più piccola di Tea: Rosy.
Era la figlia dello zio Luigi, nata dopo diversi maschi.
  I suoi genitori affermando che soffriva di asma , la tenevano chiusa dentro una campana.
Indossava un costume  “da bagno” ( si fa per dire) cucito dalla sua mamma con  della stoffa di maglina di      lana, per proteggerle il petto e le spalle dai colpi d’aria e,con quaranta gradi all’ombra, dopo aver indossato sul costume un golfino di filo di cotone, osservava, con i suoi grandi occhi tristi e circondati da grosse occhiaie, i fratelli e i cugini che giocavano.
Questo ricordo la intristì, anche perché con gli occhi del presente, Tea sapeva che sua cugina entrata nell’età adolescenziale, si scrollò di sopra le spalle il giogo imposto dai genitori per fare una vita tutta sua, le scelte "giuste” per lei.
-         Appena la tavolata era pronta, esattamente un’ora , più o meno dall’inizio del bagno, i ragazzi venivano chiamati per uscir fuori ed asciugarsi.
I richiami, ricevevano in risposta:, proteste, sbuffi ...........
Era inutile,la mamma di Tea sgridava il marito,più  permissivo e paziente, perché si imponesse sui figli.
La zia Pina aveva un modo molto personale e raffinato per richiamare i suoi : emetteva un leggero fischio inspirando l’aria tra i denti, con le labbra leggermente aperte.
Alla fine si usciva tutti dall’acqua, brontolando e imbronciati, si asciugavano e poi si sistemavano vicini, seduti sul secchiello rovesciato.
E la tavolata?”la lasciavano a quei noiosi  gli adulti!!!
Iniziava il giro delle pietanze.
I ragazzi, anche se avevano accordato di mangiar poco per chiedere uno sconto su quelle famigerate ore della digestione, finivano con il mangiare come lupi, secondo le leggi dell’adolescenza.
Terminato il pranzo era concesso loro “ giocare” senza bagnarsi.
I maschi,più numerosi ma anche più grandi, decidevano loro come trascorrere le ore della digestione; vi era un’unica certezza “ niente femmine!”
Per seminarle sceglievano i sentieri più impervi, i più sassosi…..raccontavano di lucertoloni, Tea paurosa, sarebbe anche ritornata indietro ma sua sorella “ maschiaccio “ per natura, li seguiva con prepotenza,  Tea per non sentirsi inferiore, stava dietro……………era sempre quella che, titubante chiudeva la fila.
Per fortuna che, suo cugino Giam, l’aspettava e le dava la mano, per aiutarla nelle difficoltà.
La spiaggia dove si accampava “ la tribù-familiare” era così estesa che, altre famiglie si radunavano senza esser per questo addossate, ognuna godeva ampiamente della propria libertà
Tea si ricordò delle grosse dune di sabbia che avevano scoperte.
La domenica successiva si attrezzarono di cartone e arrivati faticosamente in cima, scendevano da basso, strisciando con il cartone sotto il sedere.
“ che ridere!” Ai tempi non conoscevano la fatica, pagavano volentieri il prezzo del divertimento: sbucciature lividi, bernoccoli..................
    - Osservando la posizione del sole capivano se le" quattro ore" erano trascorse.
"sbagliavano sempre per difetto!” a sentire i "grandi" mancava sempre mezz’ora.
Sbuffando , trovavano immediatamente il gioco adatto.
Quello che Tea ricordava bene era l gioco della piramide umana.
I fratelli  insieme ai cugini più grandi si mettevano a base, sopra le loro spalle salivano quelli minori, fino ad arrivare a metter su il più piccolo, a questo punto,  la piramide crollava..............e dove?  
guarda caso, sulla riva del mare,ove l'onda comprensiva e benevola schizzava tutti.
Così crolla adesso, crolla dopo, i ragazzi erano tutti bagnati,
A questo punto il coro." Possiamo fare il bagno?"
Risposta corale degli adulti “ perché siete asciutti?"
Al solito il padre di Tea:" lasciateli andare a giocare nell’acqua”
E  tutti a correre con tuffi e spanciate nelle cristalline e trasparenti acque di quell'angolo di paradiso.

                                                     


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