Non vi è peggior
crimine della violenza verbale.
Quella fisica fa male
ma i lividi
guariscono in
pochi giorni
L’altra apre ferite
che non si chiudono mai..
Chi colpisce,
conosce bene
la sua preda,
la sua preda,
sa come fare:
umilia, schiaccia,
ferisce
non lascia,
per l’occhio estraneo
nessuna traccia.
Il cuore ferito
vorrebbe scappare,
Ma l’infame sa
Che, il “tappetto da sbattere”,
non lo
potrà fare.
La povera lepre
è consapevole
che,
dal suo timore e dalla sua debolezza
nasce,
del violento,
la forza del mostro che,urla
per punire
la vittima,
della sua stessa incapacità
e impotenza.
Il vile
e impotenza.
Il vile
non userebbe
mai violenza
con chi è
forte,
poiché non è
capace ,
alla realtà,
star di fronte,
perciò scarica
sulla persona
fragile,
che gli è accanto
e che,
del suo tempo
del suo tempo
gli ha donato le ore,
la sua violenza
e il livore.
A testa alta,
espone la sua
vittima,
vantandone i pregi,
davanti alla gente
che ignara
non si accorge
di niente.
Quanti cuori
sofferenti
sofferenti
accanto a noi stanno?
ci sorridono
mostrando una
serenità
costruita
per non mostrare
le ferite, le sofferenze
della loro
triste vita.
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