16 luglio, 2013

Romanzo..Intrecci...1^ parte

Il cancello cigolava.
Un venticello autunnale , in movimento a vortice, lo spingeva a ritmo costante e ripetitivo: cigolio sbattuta, cigolio, sbattuta.
Completava il tutto un lieve fruscio di foglie secche coinvolte nel gioco dal vento.
Una donna, seduta su una panca, lo sguardo perduto in un suo abissale vuoto, ritmava inconsciamente quella musica di quel breve pentagramma naturale.
“Signorina Luisa,signorina Luisa!!” la voce delicata di un' altra donna, apparsa all'improvviso la chiamò.
Nel sentire il suo nome, Luisa si voltò lentamente , cercando con lo sguardo la direzione da dove proveniva la voce di Giusi, la sua assistente preferita.
Individuatala, il viso le si ammorbidi in un sorriso , allungò le braccia, come un bambino che ha ritrovato la sua mamma:
“oh Giusi!!” esclamò ,mentre l'assistente l'abbracciava.
“Signorina Luisa! Eravamo preoccupati per lei!”
“come mai?” chiese la donna intristendosi per aver dato un dispiacere
“ tranquilla signorina!” disse Giusi accarezzandole i capelli “ dovete stare attenta, quando suona la
canpanella che avverte il rientro dal giardino, dovete rientrare anche voi!”
“ ma io ero impegnata a dipingere il cancello che danzava con le foglie e Artur il mio fidanzato, suonava una struggente musica autunnale.!!”
“ venite con me cara!” disse Giusi prendendola sottobraccio.
Insieme ripercorsero il viale alberato che conduceva alla casa di cura.
Giusi aveva scelto il lavoro di assistenza in quella casa di cura tanti anni prima.
Aveva venticinque anni quando terminò il corso di infermiera professionale. Quarta figlia di una numerosa famiglia orfana di madre, viveva con suo padre e una dozzina di fratelli e sorelle in una modesta ma decorosa casa.
Sua sorella maggiore, Francesca, si incaricò di “ far da mamma” ai suoi fratelli, mentre, il padre, chiuso nel dolore trascorreva tutto il giorno, dall'alba al tramonto, nella sua campagna.Alla sera rientrava, poggiava nella cucina i frutti della terra, cenava con la famiglia e dopo si ritirava nella sua camera.
Seduti tutti insieme attorno al tavolo per la cena, l'uomo iniziava le preghiere di ringraziamento a Dio. I figli partecipavano con devozione perchè era l'unico momento in cui udivano la voce del padre e ne vedevano lo sguardo che, per qualche attimo, li fissava con fredda severità
Francesca serviva la cena che veniva consumata in silenzio, il rumore delle posate indicava che la famiglia era seduta al desco.
Bastiano aveva solamente cinquantotto anni quando sua moglie, ammalata di nefrite morì, lasciandolo solo, con un carico familiare che lui non aveva mai gestito.
L'uomo dimostrava più della sua età.
Il viso rugoso, le mani callose segnate dal duro lavoro della campagna, le sopraciglia spesse ed aggrottate nascondevano due occhi celesti dallo sguardo severo, impenetrabile.
Quando morì la loro mamma, Francesca aveva ventisette anni e Giusi diciasette.
Tra loro vi erano tre fratelli maschi. Seguiva , dopo Giusi, una bella squadra di maschietti ed una sorellina, la penultima
Le due giovani sapevano gestire la casa, conoscevano le esigenze della famiglia perchè, fin da piccole aiutavano la mamma. Erano nate già “ grandi”: niente giochi infantili, niente amore adolescenziale. La domenica mattina alla Santa Messa e poi pulire, lavare, stirare , cucire...
Francesca e Giusi non si lamentavano , aiutavano volentieri la mamma nei lavori di casa. Mamma Angela, dolce, affettuosa era molto attenta nel curare i suoi figli e il marito.
Aveva sempre un figlio d'allattare ed ogni due anni ne partoriva un altro.
Donna, ingenua , dotata di una grande fede in Dio, aveva preso alla lettera le parole del Vangelo che don Piga aveva spiegato il giorno del matrimonio con SebastianoDio ha formato l'uomo e la donna a Sua immagine,donandoli l'uno all'altro,come sostegno inseparabile,
perché siano non più due,ma una sola carne;
Aveva elencato ,successivamente ,i diritti e i doveri dei coniugi e lei, dal profondo del cuore, giurò di amare, rispettare, e servire suo marito per sempre, di accettare tutti i figli che Dio avrebbe donato loro e di curarli ...."
Angela non si lamentava mai. Tutta presa dall'adempimento dell'impegno con Dio , si alzava all'alba e alla sera era l'ultima ad andare a letto dove l'attendevano i “doveri coniugali”
Sfinita dalle gravidanze e dal lavoro si ammalò di nefrite. Curata dalle figlie, prima di morire, affidò a Francesca l'educazione e la crescita dei figli che stava abbandonando.
Francesca, come aveva promesso a sua madre, si addossò la cura della famiglia.
Preoccupata di non essere all'altezza della situazione, sentendo la mancanza dell'appoggio della mamma, pian,pianino , assunse un atteggiamento molto rigido e severo con i fratelli perchè imparassero ad ascoltarla e ad ubbidirle come facevano con la mamma
In tutto questo Sebastiano fu completamente assente.
-In fondo Angela manca solo a me -, pensava l'uomo, - il resto procede come sempre-.
Al sacrificio di Francesca non diede mai merito. Era normale ch'ella si sacrificasse per tutti, era la figlia maggiore
Questa indifferenza paterna rese la donna, acida con tendenza alla “cattiveria”.
Dava ordini che voleva eseguiti nel tempo e nel modo da lei imposto , non li lasciava un attimo in pace così che ,man mano che raggiungevano l'età del servizio militare, l'uno dietro l'altro si arruolavano nei ranghi della Marina Militare.
Ma questo, naturalmente , nel tempo.
Giusi invidiava i fratelli , loro avevano come alternativa il servizio militare ma lei quale via di fuga aveva?
- alcuna- rispondeva a sé stessa .
La giovane desiderava studiare per diventare infermiera professionale.




                            








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