La tele è accesa, prendo al volo un
film che sta per cominciare e mi rilasso. Il tempo di leggere il
titolo, il nome degli attori del “cast” e ...ed un'assordante pubblicità
s'inserisce. Prendo il telecomando per fare zapping. Come da
previsione, per cinque minuti su tutti i canali vi è la stessa
pubblicità
E' tutta sul Natale.
Guardo ed ascolto con attenzione perchè
sono curiosa di scoprire quale messaggio sul Natale un bambino può
cogliere da tutte quelle immagini, canti, musiche fortemente e
volutamente accattivanti. Voglio capire quanto del “messaggio”
originale viene trasmesso dalla tele, la scatola magica che fa da
baby-sitter, e a volte, molto spesso, sostituisce mamma e papà per
diverse ore al giorno.
Il prodotto che maggiormente indica la
festa del Natale è il panettone.
Il Natale è un'insieme di panettoni
buoni...e festa sarà perchè consumando dei buoni panettoni si è
tutti più buoni!!!
Mi sorge spontaneo un dubbio...ma
Natale è la festa della bontà dei panettoni o dobbiamo essere tutti
buoni e appetibili come i panettoni?
Ecco, c'è un Babbo Natale che invita a
comprare prodotti che renderanno più bella la festa...Ma che si
festeggia?
Lo scenario cambia. E, sarà Natale se
si brinderà con bottiglie di spumante, avvolte, per l'occasione, in
carta lucida, rossa, dorata.
Sotto un albero di Natale adornato di
luminarie, luccicano pacchetti regalo tra i quali profumi che
risvegliano assopiti sensi, decantati da una voce roca che sfuma
nella fantasia.
Famiglie felici, papà e mamme
sorridenti, deliziosi bimbi con in braccio il cagnolino vestito a
renna chiedono – ma oggi è Natale?-
Rispondono dolcemente – nooo, ancora
no!
Dalla lontana Pasqua arrivano, perfino,
trenini di ovetti di cioccolato...tutto invita comprare, comprare,
spendere, spendere
Perchè a Natale bisogna essere
felici.....perchè Natale quando arriva arriva.
Ma chi è questo Natale? Perchè tanta
festa? Quando arriva poi rimarrà per sempre gioioso nelle case o
sparirà e tutti riprenderanno a correre nervosamente...- dai
sbrigati che arrivi tardi a scuola!- mangia la zuppa!- se non ti
sbrighi ti arriva uno sculaccione-.
Papà non trova i calzini nel cassetto
e baruffa con la mamma che mi trascina con una mano perchè siamo in
ritardo, con l'altra s'infila il cappotto e intanto tiene tra i denti
la cartella con il lavoro per l'ufficio..
Natale dev'essere qualcuno veramente
importante ... rende tutti felici e buoni.
Spengo la tele e cerco nella memoria i
miei Natali di bambina.
Non c'era la televisione.
Tutto l'anno aspettavamo il Natale,
perchè sarebbe nato Gesù Bambino.
Il figlio di Dio, bambino come noi!!!!
Egli la notte tra il 24 ed il 25
Dicembre avrebbe portato dei doni ai bimbi buoni.
Essere buoni, per noi bambini, era un
impegno costante tutto l'anno ma a Dicembre ci mettevamo più impegno
perchè Gesù si fermasse accanto al lettino e dopo averci
accarezzati ci lasciasse un regalino.
Qualche giocattolino ma, soprattutto,
capi di vestiario.
Le scarpette nuove o il cappottino, un
vestitino da indossare e mostrare ai compagni alla Messa del giorno
di Natale, quella celebrata per i bambini.
La settimana che precedeva il Natale le
mamme preparavano i dolci.
All'uscita dalla scuola si correva a
casa, passando per le vie che profumavano di biscotti, pirichiti,
papassini ...ed era già il profumo del Natale.
Ad ogni consegna della mamma ubbidivamo
immediatamente, senza farle ripetere la richiesta due volte.
Così si facevano velocemente i
compiti, non si litigava tra fratelli, non si faceva la spia, non si
dicevano parolacce e alla sera, buoni, buoni ci si lavava e andava a
letto. Anche la mamma era più serena.
Il 23 Dicembre avevano inizio le
vacanze natalizie.
Tutto il giorno ad eseguire i compiti
per le vacanze intanto che la mamma riordinava e tirava a lucido la
casa.
La mattina del 24 iniziava la festa.
La mamma tirava giù, da sopra
l'armadio, lo scatolone con le statuine di gesso del presepe.
Dal cortile si portava, in un angolo
della sala, la cesta con il muschio che il babbo aveva raccolto
durante le uscite nel bosco a caccia di lepri e selvaggina.
Per terra mettevamo del cartone, con le
buste del pane fatte di robusta “cartastraccia” preparavamo le
montagne, dopo averle appallottolate.
I rimanenti spazi si coprivano con il
muschio, con la farina si segnavano i sentieri sterrati che avrebbero
condotto verso la capanna della natività.
La capanna. Sento ancora l'emozione di
allora, quando porgevamo legnetti, cortecce di sughero, e paglia per
costruirla.
Poi ogni bambino, a turno, metteva le
statuine spiegando la motivazione della scelta fatta.
Giuseppe e Maria avevano il posto
obbligatorio accanto alla culletta di paglia in attesa del Bimbo Gesù
che, il babbo sistemava al tocco della mezzanotte quando, cacciato il
sonno invadente, si cantava “Tu scendi dalle stelle...”
Alle loro spalle il bue e l'asinello e
poi sparsi i pastori le pecore , il contadino, il cacciatore...Con
lo specchio si faceva il laghetto per le papere, e con la carta
velina rossa si “accendevano” i fuochi. Accanto alle montagne,
casette di cartoncino formavano il paese prescelto da Dio, Betlemme.
Accanto alle casette si sistemavano i laboratori dei mestieri, il
fabbro, il calzolaio...Più si riempiva il presepe più ci
luccicavano gli occhi, nel cuore la gioia e tutt'intorno l'amore del
Natale fermentato dai canti e dalle preghiere che mamma c' insegnava.
2 commenti:
Bellissimi i tuoi ricordi.
Anche i miei natali attuali non sono più come quelli di una volta.
Cerco sempre di mantenere lo spirito (non sono nemmeno cristiano, figurati: intendo quello dello stare assieme, giocare, la famiglia riunita, film, cartoon, serate, amici...) però la magia del Natale appartiene solo ai bambini^^
Moz-
ciao Moz
grazie per essere passato nel mio blog.
A presto
un abbraccio
mietta
Posta un commento