La televisione entrò a far parte della
famiglia, in silenzio, senza turbare o disturbare.
Accettammo la televisione come un
ospite gradito, colto, rispettoso ed educato.
I miei genitori oltre a seguire con
occhio vigile i programmi leggevano gli articoli che i giornali
dedicavano a quello che sarebbe diventato presto “il parente
saggio” della famiglia italiana. A tavola riportavano i commenti -
Tutto ciò che trasmette la R.AI. è filtrato da una severa censura
che valuta secondo il codice di regole rispettose dei valori
fondamentali del vivere civile della comunità di cui la famiglia è
il fulcro fondamentale-
Sentetizzavano soddisfatti per i soldi
ben spesi.
E si, i programmi non interferivano
durante le ore dedicate ai “ doveri” del” quotidie” di
ciascuno
Rispettavano l'età del pubblico
offrendo programmi come attimi, di salutare pausa, mirati.
Soprattutto teneva conto della sacralità del tempo che apparteneva
alla famiglia. Niente trasmissioni al mattino.Gli uomini erano i
primi ad uscire all'alba del giorno nuovo, dirigendosi ciascuno verso
il posto di lavoro e non era ammissibile che la televisione
distogliesse le mamme dalla doverosa cura della casa e della
famiglia, mentre, i figli piccoli frequentavano la scuola e i più
grandicelli la “scuola della vita” nelle varia “botteghe
artigianali” (fabbro, bottaio, calzolaio, carbonaio, meccanico,
capomastro.... ecc ) dove apprendevano un mestiere ma anche il
rispetto dei ruoli ampliando l'interiorizzazione delle regole di
vita che li avrebbero inseriti uomini nel sociale
Al mattino e nel primo pomeriggio lo
schermo “dormiva” tra il formicolio delle lucette e con il suo
gracchiante russare.
I programmi avevano inizio alle ore
diciassette con la tivù dei ragazzi ad essere esatti era “la T.V.
PER i ragazzi che veniva
annunciata da una propria sigla musicale divenuta per certi versi
storica: rulli di tamburo introducevano una marcia sulle cui note
sfilavano figurine di bambini stilizzati ricavate da ritagli di
giornali unite per la mano
Era la prima volta che un ente esterno
alla famiglia o alla scuola si occupasse di loro.
Che ricordi!!!
Amatissimo
“ le avventure di Rintintin”...”Zurlì il mago del giovedì”
"Jim
della giungla” “Lassie”
Zorro, Furia...
A
me piaceva tutto ma i documentari sulla “natura” mi
affascinavano in modo particolare.
Durante le vacanze estive, dopo pranzo
era regola “il riposino pomeridiano”
Poi si giocava nel cortile in attesa
delle diciassette che...non arrivavano mai.
Ogni pochi interminabili minuti
chiedevamo a mamma
“ che ore sono? Quanto manca alle
cinque?”
Fino a quando in risposta non ci
arrivava una ciabatta.
Fu così che escogitammo un sistema
onde evitare la richiesta o meglio la ciabatta.
Con un pezzo di carbone tracciammo un
segno sul muro del giardino laddove il raggio di sole si spostava
lasciando alle spalle l'ombra , la linea esatta che segnava le cinque
del pomeriggio.
Per un po' funzionò, poi andammo a
naso perchè con lo scorrere delle settimane, il sole alle cinque
non era più nello stesso punto, se ne scostava un pochino di più
tutti i giorni.
Prenderne atto fu molto importante,
onde evitare la fatidica ciabatta.
Quando a scuola la maestra ci parlò
del sistema della meridiana adottato dagli egiziani per misurare il
tempo, mi venne da ridere pensando che bastava un impegno alle cinque
del pomeriggio ed una mamma con una buona mira e la meridiana era
fatta.
Non posso tralasciare il
“Carosello”...oggi lo definirei “sana, educativa pubblicità”
E dopo Carosello, noi bambini, andavamo
tutti a nanna, stanchi e contenti.
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