07 dicembre, 2016

Viva la R.A.I ci fa crescere sani.. seconda parte


La televisione entrò a far parte della famiglia, in silenzio, senza turbare o disturbare.
Accettammo la televisione come un ospite gradito, colto, rispettoso ed educato.
I miei genitori oltre a seguire con occhio vigile i programmi leggevano gli articoli che i giornali dedicavano a quello che sarebbe diventato presto “il parente saggio” della famiglia italiana. A tavola riportavano i commenti - Tutto ciò che trasmette la R.AI. è filtrato da una severa censura che valuta secondo il codice di regole rispettose dei valori fondamentali del vivere civile della comunità di cui la famiglia è il fulcro fondamentale-
Sentetizzavano soddisfatti per i soldi ben spesi.
E si, i programmi non interferivano durante le ore dedicate ai “ doveri” del” quotidie” di ciascuno
Rispettavano l'età del pubblico offrendo programmi come attimi, di salutare pausa, mirati. Soprattutto teneva conto della sacralità del tempo che apparteneva alla famiglia. Niente trasmissioni al mattino.Gli uomini erano i primi ad uscire all'alba del giorno nuovo, dirigendosi ciascuno verso il posto di lavoro e non era ammissibile che la televisione distogliesse le mamme dalla doverosa cura della casa e della famiglia, mentre, i figli piccoli frequentavano la scuola e i più grandicelli la “scuola della vita” nelle varia “botteghe artigianali” (fabbro, bottaio, calzolaio, carbonaio, meccanico, capomastro.... ecc ) dove apprendevano un mestiere ma anche il rispetto dei ruoli ampliando l'interiorizzazione delle regole di vita che li avrebbero inseriti uomini nel sociale
Al mattino e nel primo pomeriggio lo schermo “dormiva” tra il formicolio delle lucette e con il suo gracchiante russare.
I programmi avevano inizio alle ore diciassette con la tivù dei ragazzi ad essere esatti era “la T.V. PER i ragazzi che veniva annunciata da una propria sigla musicale divenuta per certi versi storica: rulli di tamburo introducevano una marcia sulle cui note sfilavano figurine di bambini stilizzati ricavate da ritagli di giornali unite per la mano
Era la prima volta che un ente esterno alla famiglia o alla scuola si occupasse di loro.
Che ricordi!!!
Amatissimo “ le avventure di Rintintin”...”Zurlì il mago del giovedì” "Jim della giungla” “Lassie”
Zorro, Furia...
A me piaceva tutto ma i documentari sulla “natura” mi affascinavano in modo particolare.

Durante le vacanze estive, dopo pranzo era regola “il riposino pomeridiano”
Poi si giocava nel cortile in attesa delle diciassette che...non arrivavano mai.
Ogni pochi interminabili minuti chiedevamo a mamma
“ che ore sono? Quanto manca alle cinque?”
Fino a quando in risposta non ci arrivava una ciabatta.
Fu così che escogitammo un sistema onde evitare la richiesta o meglio la ciabatta.
Con un pezzo di carbone tracciammo un segno sul muro del giardino laddove il raggio di sole si spostava lasciando alle spalle l'ombra , la linea esatta che segnava le cinque del pomeriggio.
Per un po' funzionò, poi andammo a naso perchè con lo scorrere delle settimane, il sole alle cinque non era più nello stesso punto, se ne scostava un pochino di più tutti i giorni.
Prenderne atto fu molto importante, onde evitare la fatidica ciabatta.
Quando a scuola la maestra ci parlò del sistema della meridiana adottato dagli egiziani per misurare il tempo, mi venne da ridere pensando che bastava un impegno alle cinque del pomeriggio ed una mamma con una buona mira e la meridiana era fatta.
Non posso tralasciare il “Carosello”...oggi lo definirei “sana, educativa pubblicità”
E dopo Carosello, noi bambini, andavamo tutti a nanna, stanchi e contenti.






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