26 maggio, 2011

racconto.....Una vita insieme........prima parte



Si sentì un tocco alla porta.
 La padrona di casa, signora Costanza, chiamò la domestica:
“Angela, Angela!! Vedi un po’ chi bussa ?!”
esclamò mentre, con grazia signorile, scendeva la suntuosa scalinata interna della sua casa.
“ si , donna Costanza!” si affrettò a rispondere Angela recandosi al portone.
Apertolo si trovò dinanzi Giuseppe, il figlio dei suoi padroni, detto da tutti "Beppe".
Beppe le sorrise:
Era alto, con una testa ricca di fitti capelli tagliati a spazzola, il viso ,dagli zigomi ben delineati , aveva un’espressione di fine mascolinità;  negli occhi, grandi  come mandorle , scuri, si individuava uno sguardo carico di profonde emotività e sensualità
Dei corti baffetti, sul labbro superiore, completavano la sua bellezza mediterranea.
Angela arrossì esclamando
“ signora, è vostro figlio Beppe!!”
La signora Costanza  con degli affrettati ed aggraziati passi  si avvicinò al suo ragazzone ,
in divisa da capitano dell’esercito , abbracciandolo con trasporto:
“ che sorpresa, figlio mio!ti hanno concesso una licenza?” esclamò
Il figlio stringendola al petto, la sollevò facendo dei giri si se stesso
“ mettimi giù!” rise la donna
Beppe la poggiò delicatamente e guardandola negli occhi
“ si ho chiesto una licenza perchè avevo nostalgia di veder la mia bella mamma!" dopo una pausa  "sei sempre più bella madre mia!”
Ella ricambiando l’abbraccio
“ si, si, fammi pure dei complimenti ma……………..gli anni passano, ho quarantanni, ma ho te, mio bel giovane figliolo.!”
Angela stava in disparte ed osservare Beppe che salutava sua madre.
Il cuore le batteva forte.
Beppe le piaceva, Non  avrebbe mai potuto osare pensieri che andassero oltre la confidenza di un’infanzia trascorsa insieme ed una adolescenza dove le loro differenti strade erano state ben tracciate e separate dalla padrona.
Ad Angela era stato comprato un grembiulone a quadrettini rosa , simbolo delle cameriere della famiglia ed il giovane Beppe era stato mandato, prima, in collegio,  per gli studi e dopo in accademia per intraprendere una onorevole carriera militare.
Angela piccola orfanella era stata accolta nella famiglia per la disponibilità e la bontà di donna Costanza, frequentatrice della parrocchia e dama di carità
Aveva cinque anni ,quando , introdotta nella nuova famiglia, conobbe Beppe che aveva due anni.
Giocavano insieme. Per un lungo  periodo crebbero come fratello e sorella.
Angela adesso aveva ventitre anni.
Non era molto alta ma il suo fisico era ben proporzionato.
Il viso dolcissimo, dai tratti delicati, occhi cerulei e nasino all’insù;
non mostrava la sua età , era proprio una dolce fanciulla.
Dopo aver salutato sua madre, il giovane si volse verso Angela:
“Allora mia cara non mi saluti?”
così dicendo si avvicinò alla giovane donna ,intimidita dal mutamento che la divisa aveva prodotto sul giovane, Egli la prese per la vita e , senza accorgersi dello sguardo leggermente contrariato di sua madre, la roteò , come piumetta al venticello primaverile, in aria poi, mettendola giù, le schioccò un bacio sulla fronte.
: “mettetemi giù signore!”esclamò Angela imbarazzata.
“signore?” rise il giovane, “ ma che dici?, non siamo più amici?, fino ieri giocavamo insieme adesso mi chiami signore e mi dai del lei?”
“ adesso siete cresciuti , ognuno ha il suo posto!”
 si intromise donna Costanza.
“mamma, smettila! Non fatemi ridere, Angela è e resterà sempre la mia amica!”
così dicendo prese a rincorrerla attorno al tavolo, come faceva da bambino.
“ basta figliolo!” disse la madre, poi rivolta alla giovane
“Angela, per favore, occupati di preparare la stanza per mio figlio!”
La ragazza, rossa in viso e ad occhi bassi uscì .
Il giovane si avvicinò a sua madre:
“ non offenderti, mamma!” disse serio “ non mi piace che tu abbia allevata Angela come una figlia per farne una serva, per me resta la mia amica e così la tratterò!”
“ma tu hai davanti a te una vita brillante, lei è povera, non ha cultura…….!”
Il giovane, con dolcezza, mise due dita sulla bocca di sua madre e:
“sssssssss!!!” disse mettendola a tacere “ Mi hai insegnato tu che il vero signore è colui che mostra disponibilità alla comunicazione e comprensione verso tutti, senza distinzione  di gradi sociali, che è carità cristiana amare il prossimo come noi stessi. Per me Angela è come una sorella!”
Detto questo sorrise aggiungendo “che cosa si cena!?” Vado in cucina ad abbracciare la cuoca! Sapessi mamma come mi mancano i suoi piatti gustosi!”
 Con pochi salti raggiunse la cucina.
Dal di fuori sua madre sentì l’allegro trambusto che provocò l’arrivo di suo figlio in cucina
“ ma si!, di che mi preoccupo?” pensò “è stato sempre  un giocherellone!”












Nessun commento: