28 maggio, 2011

racconto: una vita insieme..........seconda parte



Angela si recò verso la zona notte del palazzo per attuare  la consegna datale da donna Costanza.
La giovane era scossa dall’improvviso arrivo di Beppe che non vedeva da quando era partito per l’accademia: circa due anni prima.
Un turbinio di sentimenti ed emozioni,  una miriade di ricordi, vaganti fra mente e cuore, provocarono nella giovane uno stato di agitata confusione si che, nella distrazione, andò a sbattere contro il padrone di casa: il notaio De Tora.
Molto più anziano della moglie, il notaio passava giornate intere chiuso nel suo studio.
Aveva delegata donna Costanza della gestione della casa e dei suoi poderi.
Uomo saggio e dedito al suo mestiere, trascorreva le ore libere nello studio per dedicarsi ad una passione che aveva ereditato da sua madre: gli studi umanistici, la poesia , la musica.
Ogni forma espressiva artistica era innata nel suo animo.
Non avrebbe voluto fare il notaio però vi fu obbligato.
 Per esigenze di successione generazionale, nella sua famiglia, il primogenito era destinato alla carriera notarile.
Però quando sua moglie prospettò, per il futuro del  loro unico figlio, la carriera accademica, non si oppose, lasciando che l’accordo tra madre e figlio andasse a buon fine.
Il notaio De Tora  era gentile, un raffinato signore, attento alle persone ed alla personalità di chi aveva necessità del suo intervento. Fosse un contadino o un signore, metteva tutti a loro agio.
Per questo era stimatissimo e considerato in città e nei dintorni
  Nonostante la sua sensibilità era quasi assente nella vita , negli avvenimenti  reali e pratici  della sua famiglia, del personale che era al suo servizio.
Si occupava di tutto donna Costanza.
Insieme avevano scelto di vivere nel palazzetto , costruito dalla famiglia nei poderi fuori dalla città di Sassari.
Il palazzetto serviva per trascorrervi le giornate estive ma loro ne fecero la residenza ufficiale.
La zona era nominata “Conca  Gocciadoro”, era una lunga e larga vallata sita tra due elevate colline.
Suddivisa in frutteti separati da viali e filari di alberi sempreverdi; dall’alto della collina appariva come una scacchiera ordinata e variamente colorata.
I colori più intensi erano legati alla Primavera e all’Estate, quando fiorivano i peschi, i mandorli,
e le susine “ goccia d’oro”, tonde come meline, gialle come il sole , ricche di un succo dolce come il miele e dissetante come l’acqua pura che scendeva a cascatelle dalla collina finendo in un rio dal quale si attingeva l’acqua per l’irrigazione dei frutteti.
Dall’abbondanza delle varie piante di susine ,dalla ricchezza dei frutti del podere e dalla posizione geografica derivava  il nome “ Conca Gocciadoro”.
Donna Costanza aveva assunto dei contadini che,allo spuntare del sole,  ora che le campane delle chiese spandevano nella vallata il suono che, richiamava alla prima messa, arrivavano a piedi da Sassari portando sulla spalla la zappa e nella mano il cesto per mettervi  la frutta per la famiglia.
Il contratto di lavoro steso sulla parola, aveva fatto della donna una signora stimata ed amata, una vera dama di carità.
Ogni contadino si occupava di un frutteto, al raccolto vendeva la frutta al mercato generale e la metà del ricavato era per lui l’altra metà più la frutta per le esigenze del palazzotto erano per la padrona.
I contadini per cogliere la frutta si facevano aiutare dalle mogli e dai figli che, trascorrevano piacevoli giornate in una specie di Paradiso terrestre.
Al mattino presto, lungo i viali si vedeva passeggiare il notaio che, con le mani dietro la schiena, a passo lento liberava lo sguardo e il resto dei sensi, in quella Benedizione Divina che erano i suoi poderi.
Spesso Beppe e Angela percorrevano in bicicletta i viali sterrati , si fermavano a giocare con i figli dei contadini e a mezzogiorno, quando le donne aprivano i grandi fazzoletti ,ove avevano portato il pranzo, si fermavano a mangiare con loro.
Altre volte salivano a piedi il versante della collina lavorato a gradoni, dove piante di olivo e più in alto , piante di ciliegio sollevavano le fronde e i frutti al cielo.
“Quanti momenti ludici aveva vissuto insieme a Beppe!!” , a questo pensava Angela quando si scontrò con il notaio
“ scusa, mia cara !” disse sorridendo ad Angela che, più imbarazzata che mai, chiedeva scusa a sua volta.
“ ma sbaglio o sento del chiasso!”
La ragazza ricomponendosi “ si notaio è arrivato vostro figlio!!”
“ è arrivato mio figlio?” Rispose perplesso il notaio accingendosi a scender le scale per raggiungerlo.

    











Nessun commento: