14 aprile, 2011

i racconti di una volta....la stalla......9a parte




La stalla
Girarono un bel po’ finchè , una coppia di contadini, avanti con l’età, offrì la loro fattoria in cambio di alloggio e convivenza  in compagnia.
Certamente la struttura  non era la miglior  cosa , però con un po’ di pazienza e qualche ritocco  si poteva fare.
Il lato positivo stava nello spazio capiente sia interno che esterno.
Vi erano tre stanzoni ed una cucina , il pavimento era misero, di terra battuta, all’esterno un campo incolto   ed un orto , curato a metà….. ..e soprattutto, vi era l’entusiasmo dei signori Buonomo che non ne potevano più di vivere soli in quella grande fattoria che, era diventata sempre più distante dal paese e più difficile da mantenere man mano che andavano avanti con gli anni
Avevano sacrificato tanto per averla; stanza dopo stanza, convinti di aiutare i loro due figli maschi.
Il destino aveva deciso altro per loro: il figlio grande era morto cadendo da cavallo e quello piccolo aveva preso il vapore ed era emigrato in America per cercar fortuna.
A suo avviso la terra era pesante da lavorare e non  arricchiva.
Ormai erano anni che non scriveva più.
Il pensiero di veder rifiorire la vita nella loro abbandonata fattoria, di sentire grida gioiose di bambini, di ncontrare altri giovani ed anziani che avrebbero coltivato il loro terreno, riportando vita e luce ove loro vedevano buio, li convinse a patteggiare la concessione della fattoria a quella signora che ispirava tanta fiducia.

Mentre rientravano,  Alessandra , con la mente, già ristrutturava, spostava e sistemava le cose:
Pensò di lasciare una stanza ai signori Buonomo; avrebbero potuto sistemare i loro mobili e crearsi un angolo intimo.
Una stanza  l’avrebbe adibita a laboratorio di cucito e ricamo , così le donne impegnate avrebbero potuto occuparsi anche della cucina, l’altra stanza l’avrebbe dedicata per i bimbi più piccini, pensava di mettere delle cune e qualche letto nel caso qualcuno sentisse la necessità di stendersi
“ scusa cugina!” disse Clelia “e l’aula per insegnare?”
Ale sorrise:
“hai visto la stalla?”
“oddio ma è orribile!” rispose una incredula Clelia.
“vedrai, vedrai!”
La voce , in paese, si sparse velocemente.
Quando le due donne andarono a cercare dei volontari , li trovarono subito.
Un bel gruppo concesse delle ore per aiutare quelle gentili signore che avrebbero offerto un sostegno al paese.
L’indomani mattina si recarono  , con il gruppo di volontari presso la struttura, aprirono la porta
“ be!!!....insomma…!"……………si presentò loro una stalla abbastanza grande e una capiente greppia di sghimbescio che,impediva il passaggio  e altri arnesi abbandonati….che avrebbero scoraggiato chiunque………ma non Alessandra che allegramente disse:
“bene!!! Con un po’ di pazienza questa sarà l’aula!!!!”
Notando che le pareti erano molto alte aggiunse
“con il materiale della greppia e qualche legno si costruirà una scala che porterà ad un soppalco. Lì ci farò un angolo intimo per me, il letto un armadietto, mentre, tutto lo spazio sottostante metteremo dei tavoli per la scuola.”
In mezzo a quello sfacelo lei sognava a colori.
Ai suoi ordini tutti si misero all’opera:
prima portarono fuori tutto il materiale e liberarono la stalla.
Una volta ripulita aveva un aspetto più incoraggiante. Nei giorni seguenti, tutte le persone che
Avevano conquistata fiducia nella dama, dedicavano qualche ora ai lavori.
Fu costruito il soppalco , un piccolo spazio dove  Alessandra mise un lettino, un armadietto , un lavabo, il tavolinetto e la lampada con l’occorrente per scrivere…..infine appese alla parete dei quadretti dipinti da lei…………anche la modesta scala non era venuta niente male.
Adesso mancavano i banchi e le sedie: qui mancarono i fondi pecuniari per cui tutti si diedero da fare a cercare vecchi tavoli. Ne arrivarono diversi
Qualcuno, ad esser sinceri, aveva più l’aspetto di un reduce di guerra……….ma la buona volontà compie miracoli e si lavorò in ospedale……………...ehemm!!...scusate....!!.....in  falegnameria e si aggiustarono anche quelli
Le pettegole andavano anche per curiosare e cercare  argomenti da approfondire bisbigliando per la piazza.
Però la popolazione era curiosa di vedere ,alla fine, che cosa avrebbe realizzato Alessandra con tanta forza di volontà e convinzione.
Nei giorni successivi ci si dedicò alla pulizia dell’entrata e dei dintorni dalle erbacce, furono sistemate delle panche per gli anziani , uno spazio per giocare i bambini……….ai piedi di un albero, sotto le sue fresche ombre furono sistemati dei sedili per le donne che desideravano riunirsi per cucire o ricamare……….nella buona stagione…………
tutto molto “alla buona” ma l’intento era “stare bene”e per chi non aveva nessuno
“non sentirsi solo”
 Alessandra conosceva tutti e tutti conoscevano la sua bontà…………….trovò i bambini per la scuola che, con sacrificio i genitori avevano tolto dal lavoro del campo per offrire loro la possibilità di leggere e scrivere , nella prospettiva di un futuro migliore del loro.
Così una mattina, di fresca primavera  Alessandra, con accanto Clelia ed un orgoglioso zio Nicolò,
suonò la campanella e i primi alunni,di differenti età, altezza e grandezza si presentarono alla rudimentale scuola.
Clelia osservando emozionata disse:
“meno male che anche i tavoli hanno diverse grandezze!!!!”
Insieme risero con coraggiosa ironia.


Nessun commento: