01 ottobre, 2013

Partono i bastimenti Cap quarto Il viaggio

Partono i bastimenti


Cap quarto
Il viaggio
Allontanandosi dal luogo natio, da dove non si era  mai spostata , Rosina  salutava, imprimendosi nella mente i volti delle persone con le quali era vissuta; l’ambiente che, seppur nella sofferenza della povertà, era stato il suo nido.
Non sapeva quando avrebbe rivisto tutti e tutto, quando sarebbe potuta ritornare.
Guardò le misere case, le pinnette , il paesaggio brullo e desolato dominato dalle rocce e dai sassi.
Adesso che, scendevano dal sentiero sterrato fuori dal paese, seduta sul cavallo, stretta con un braccio alla spalla del marito , osservava tutto con occhi differenti, con gli occhi di chi vede davanti a sè realizzarsi le aspettative, a lungo sognate.
Eppure , una parte del suo cuore, restava lì, abbarbicato sulla montagna  solennemente elevata nell’azzurro cielo.
Tra rocce e sassi, osservò le piante della macchia mediterranea che conosceva bene, ma adesso diventavano sempre più folte e profumate: mirto, corbezzolo, lentisco, oleandro, bellissime palme nane.
Antoni rispondeva con l'orgoglio del “saputello” alle domande che la sua giovane moglie gli poneva.
Rosina era curiosa e chiedeva, chiedeva,  perché, per la prima volta, il tempo era “ suo”e qualcuno le dedicava amorevole attenzione Si sentiva liberata da quelle “responsabilità” di figlia maggiore in famiglia numerosa, povera, dalla rassegnazione dei suoi genitori, pesi che schiacciavano le sue fragili spalle.
Così chiacchierando arrivarono ad un paesino con le case  fatte di pietra squadrata
questa è Aggius” disse Antoni.
La donna aveva sempre sentita nominare il paese ma, vi passava per la prima volta e per la prima volta vedeva le case vicine tra loro come gregge di pecore alla sera e di fronte come persone che chiacchierano.Tutto quel che vedeva lo paragonava alle sue limitate conoscenze.
Quando lasciarono Aggius  alle spalle, si trovarono di fronte ad un paesaggio  roccioso.
Rosina rimase colpita dalla  forma delle rocce. “sembrano scolpite a mano”disse ricordandosi i lavori fatti sul legno dal  padre.
Antoni , voltò la testa per imprimere un bacio delicato sulla fronte della sua adorata.
in realtà sono state scolpite ma non da una mano umana ma dalla mano di Dio, con scalpellate di pioggia, vento, grandine, sole...” rispose, con quel sorriso radioso che aveva incantato Rosina fin dal primo momento che l’aveva conosciuto.
Passarono dentro una sugheretta, in un bosco di leccio, in piccoli sentieri bordati da pratoline, margheritine selvatiche, caprifoglio, pungitopo…….tutto era silenzioso ..loro e la natura.
Ogni tanto, tra gli arbusti bassi della macchia mediterranea , si sentiva il movimento di un animale che, velocemente, si dileguava al rumore degli zoccoli del cavallo.
Dietro la roccia, sporgente tra gli arbusti, apparve una casettina bassa.
Antoni disse: “per stasera ci fermeremo qui! questo è terreno di ziu Giogliu e quella che vedi è la sua modesta casetta.!”
Lui rimarrà a suonare e continuare la festa insieme ai tuoi familiari., poi riprenderà il suo giro, non ritornerà qui prima dei due mesi………………a lui piace  la vita da vagabondo!”
Concluse ridendo mentre  scendeva dal cavallo.
Poi allungò le braccia e prese per la vita  sua moglie e guardandola negli occhi disse:
Il nostro viaggio insieme è iniziato, ti starò sempre accanto, non permetterò che la tristezza invada i tuoi meravigliosi occhi!”
Lei emozionata e felice si abbandonò a quelle braccia, a quelle labbra che sigillavano una promessa che le sollevava l’animo e le apriva una finestra su un mondo sconosciuto ma immaginato con i colori dell’arcobaleno dopo la pioggia.
La portò dentro la casa. Rosina rimase senza parole.
Le camere erano state imbiancate a calce, i pochi mobili tirati a lucido, il fuoco ancora acceso nel camino e nella camera interna, un vero letto con lenzuola ricamate ad intaglio e il copriletto di piquet e pizzo di cotone fatto all’uncinetto.
ma come hai fatto?” disse la donna
Apparteneva tutto alla mia mamma è adesso appartiene a te!”
La donna, superò la timidezza e l’apprensione per quella prima notte insieme al suo amore e sollevando , delicatamente, le mani gli accarezzò con gratitudine e abbandono il viso.
Rimasero, in quel pezzo di Paradiso privato due giorni poi ripresero la discesa verso la costa.
Caricarono tutto sul cavallo e partirono appena il sole si affacciò per annunciare il nuovo giorno
Arrivarono a Codaruinas, nella Bassa Valle del Fiume Coghinas.
Il sole tramontava , nel suo calare, argentava il fiume che, scorreva sonnolento nel suo letto.
Rosina meravigliata si incantava di fronte alla nuova natura che si presentava con pennellate  e profumi differenti e variegati.
Nuove impressioni ed emozioni: lagune salmastre e numerosi stagni  ricchi di alghe, piante grasse, giunchi, canne e sulle colline alle spalle della costa , boschi di leccio con il sottobosco ricco di vegetazione cespugliosa e profumata.
Il profumo frammisto a quello della salsedine che, il vento soffiando dal mare, dilatava le narici della donna.
Ella, ad occhi chiusi, inspirava riempiendosi i polmoni, la mente ed  il cuore di quella nuova meraviglia.
Arrivarono al mare, Rosina scese da cavallo e lo guardò
Come è grande ! è immenso!” disse cercando di andare oltre l’orizzonte con lo sguardo.
Poi meravigliata “ guarda Antoni, che cosa sono quelle piccole cose che stanno sopra?, guarda, guarda laggiù…..come è grossa quella!”
Antoni sorrideva di quella ingenua ignoranza di sua moglie.
Quelle sono le barche dei pescatori e quella grossa e la nave a vapore che una volta al mese parte dal porto di Portotorres per andare sul “Continente” a Genova.
Rispose abbracciandola.
sai !” aggiunse “  Genova è un grande porto dove partono e arrivano i  bastimenti  per l’ America”
è lontana l’America ?” chiese lei
si, dicono che ci vuole un mese di viaggio per arrivare, però l’America è ricca c’è il lavoro e ti pagano con i soldi!”
partiremo anche noi per l’America?”
non so, vedremo!” rispose lui, abbassando lo sguardo “ al limite partirò io per un paio di anni, guadagnerò e ritornerò con i soldi, ci compreremo un terreno e lo pianteremo a tabacco!
Domani ti porterò a vedere le colture di tabacco in questa pianura irrigata dal fiume.”
io non potrò stare due anni senza te!”esclamò la donna
Lui l’abbracciò “ potremo fare così: prima metteremo da parte i soldi per  partire io, una volta che in America guadagnerò i soldi per il tuo viaggio, te li manderò e mi raggiungerai, cosi lavorando insieme diventeremo veramente ricchi e potremo rientrare nella nostra amata Sardegna , compreremo tanti terreni, saremo dei veri signorì!”.
Rosina sognava ad occhi aperti.
Tenendosi sotto braccio, con il cavallo che andava sui loro passi ,lasciarono il mare alle spalle, ripresero la strada per Codaruinas ove si diressero  nella catapecchia che era stata la dimora dei nonni di Antoni, in una zona povera di Codaruinas chiamata “terrapadedda”.
Al mattino si recarono nei campi per cercare lavoro.
La giovane donna continuava a pensare al sogno americano.
Rosina chiese : ma è grande l’America?
immensa” rispose Antoni “ dicono che è così grande che c’è lavoro per tutti! Pensa che ho sentito dire che, il bastimento parte da Genova  carico di emigranti dalla Campania, la Calabria, la Sicilia che vanno in cerca di fortuna,  soprattutto in Argentina, Brasile, Uruguay….Terre ricche di pascoli estesi a perdita d’occhio, e c’è posto per tutti.!”
Rosina : “ che cosa significa emigranti”
Guardandola negli occhi  rispose :” emigranti significa che, come le rondini lasciano i loro nidi per cercare cibo e caldo in altri lidi lontani, anche gli uomini lasciano l’amata casa e il suolo natio, ove tutto parla di loro, ove c’è il  passato , la storia, i parenti, gli  amici , la stessa lingua, per cercare “il pane” lontano da casa.”
Quella stessa mattina trovarono lavoro nel campo.




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