Aperti gli occhi al nuovo giorno, mi
sono attardata nel letto tra le morbide coltri.
Il cielo, seppur nuvoloso, non ha il
classico aspetto triste e cupo.
Lo osservo e sorrido.
Le nuvole grigie cercano un varco tra
tante nuvolette multicolori e di varie grandezze.
Le conto: sono sessantacinque.
Alcune sono piccolissime. Come farfalle
danzano festosi, allegri voli con l'incoscienza
del domani.
Altre nuvole di vari colori, dai toni
più accesi a quelli sfumanti, sfilano davanti a me come i ricordi.
Mi affretto alla finestra.
Mi affretto ( si fa per dire).
Con calma mi avvicino alla finestra.
“ eccolo, c'è!” tamburella il
cuore nell'osservare il consueto, atteso dono che mi riserva la
natura, da “illo tempore” al mio risveglio del venti di febbraio:
il mandorlo è in fiore.
Teneri, coraggiosi boccioli bianchi ringiovaniscono il vecchio
albero.Un lamento noto mi giunge alle orecchie. Seguo le sue onde, mi portano ai piedi dell'albero.
Lì è seduto, lo vedo, lo
riconosco...è lui. La guida dei giorni miei, l'amore della mia vita.
“Ehi...pssss ! Attiro la sua
attenzione.
Solleva lo sguardo. Il volto è un po'
stanco, il corpo segnato….mi sorride.
“dai...tirati su! Non pensare agli
acciacchi, sorridi ...la vita è bella sempre, vale la pena d'esser
vissuta aldilà di tutto...”
Alzatosi, lentamente mi viene incontro,
mi abbraccia stretta, siamo un'unica cosa...”quel che apprezzo di
te è la giovanile curiosità che ti spinge a vivere intensamente
l'attimo presente e ti proietta nel domani....la tua gioia supera la
senilità, il malessere....è un inno alla vita..resta come sei...ti
amo per questo!” mi sussurra.
Lo stringo forte a me: “ anche io ti
amo”...poi accarezzandolo con lo sguardo...” benvenuto
sessantacinquesimo compleanno...sei tu il mio tempo, la spinta
vitale....”
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