Cap. 6° Ricordi
Ora, nel tempo autunnale
della vita, Tea sorseggiando il caffè dopo pranzo, propone spesso il
gioco del - ti ricordi quando? -
- Quando pestavamo i tappi
delle bottiglie di birra? -
- si!!, dopo aver
tracciato, con il carbone, una linea retta per terra spingevamo con
l'indice ed il pollice il tappo perchè raggiungesse la linea.
- E quando con un vecchio
cucchiaio di rame avevamo scavato nel pezzetto di terreno antistante
l'orto un cunicolo sinuoso dove facevano scorrere le biglie?
- ricordi le palline di
terracotta?
- ahahah...come no? Quanto
con Piero mi facevate i dispetti io ve le schiacciavo con i piedi -
- una volta ce lo siamo
anche meritato!-
- grrrrr...quando avete
coricato sulla griglia della raccolta delle acque la mia bambolina e
ci avete fatto sopra la pipì...criminali!-
- però l'abbiamo
pagata...quante botte il babbo e la mamma...e tu che strillavi come
se ti avessimo uccisa...!-
- Ti ricordi il sabato
sera dedicato al “lavaggio generale!”-
- Quasi una cerimonia
d'immolazione sull'altare della pulizia.-
- Dai vasconi del cortile
si raccoglievano secchi d'acqua per portarli nella cucina. Angelina
coordinava i turni, altrimenti litigavamo perchè portare il secchio
d'acqua era la parte più divertente del rito.
Riempito un “calderone”
di metallo con la mamma lo sollevavano per metterlo sul fornello a
scaldare l'acqua
Quando era calda al punto
giusto, Angelina con una pentola la coglieva per versarla in una
tinozza di terracotta smaltata di verde.
- Mamma Vittoria ci
aggiungeva un pugno di semini simili al grano, non si era mai capito
se fossero utili per la pelle o simboli anti-malocchio.-
Con te che eri la piccina
di casa iniziava il rito strofinamento spugna e sapone “Palmolive”-
- e le prediche di mamma
Vittoria?- “ maschiaccio!” guardati le ginocchia
sbucciate....bla,bla,bla..dopo un po' non la sentivo più.-
-“ certo ,eri abbastanza
brava a far orecchie da mercante!”-
-“ ma no, credo d'essere
un'”assenteista” nata. Da sempre ho avuto la capacità di erigere
un muro sordo, cieco, muto...isolante tra me ed una realtà
noiosamente ripetitiva.-
“-si,si...adesso fai la
filosofa?...mamma diceva che facevi il maialino sordo!”-
Ridono
- Io ricordo che con le
mani cercavo di acchiappare le bolle di sapone che sorridevano
colorate dai raggi del sole.-
- Piero, però era il più
fortunato, entrava per ultimo nella tinozza.-
“ehi Tea guarda!” mi
dicevi “ lui si frega anche le nostre bolle!”
“- si!” rispondevo invidiosa ... oggi gliel'hai
messa nell'acqua la coda della lucertola?”-
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-“non ne ho presa, però gli ho messo una cimice
puzzona!”-
-“ che schifooo!”-
-“non preoccuparti prima
l'avevo schiacciata dentro un foglio di giornale...!”
“Se lo sa la mamma?”- e si rideva come matti.Via Petronia: una via lunga e larga, perpendicolare al corso, a quattro passi dalla piazza del mercato, brulicava di bambini. Le loro voci, grida, risate, mettevano allegria. Le case l'una di fronte all'altra, seppur scrostate emanavano calore di affetti condivisi, di parole scambiate, di mani tese, di buon vicinato ...e si..buon vicinato. Tutte le parole dette, tutti i dispetti scambiati nei momenti di tensione...svanivano di fronte a “un minimo bisogno” I bambini che nascostamente avevano continuato a frequentarsi, proseguivano il loro crescere alla luce del sole, sulla strada dove non passavano macchine ma qualche bicicletta e i carri dei venditori di acqua, di terraglia , l'arrotino e...Signor Filuccio con il carrettino dei gelati.
Via Petronia, maestra di vita, pensò Tea , chiudendo la porta dopo aver salutato Paolo che ritornava a quella Portotorres d'oggi, a lei così sconosciuta.
F I N E
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NON PUBBLICHERò INDIRIZZO
7 commenti:
Bello come finale, malinconico al punto giusto e per niente scontato, mi ha fatto un pò venire in mente la nostalgia stile Ragazzo della via Gluc (spero di averlo scritto giusto).
Un bacione
Mi è piaciuta questa tua opera. Buona giornata un abbraccio
enrico
grazie di cuore...
bello il finale con un po' di nostalgia del tempo passato.
ehhhhhhhh! cara Adry
c'è un tempo per ogni cosa compreso quello ove predomina la "nostalgia" del tempo andato
grz x la tua visita...un abbraccio
Bello bello bello, nonna Bea si è ritrovata nel tuo racconto, bella anche la fine malinconica si addice al racconto.
Un abbraccio grande alla nonna bis e un saluto da nonna Bea.
Xavier :)
GRAZIE Cucciolo il tuo commento è un forte input.
Abbraccio coccoloso a te...e smack,smack...a nonna Bea
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