cap.1°
“Mamma possiamo andare a giocare?”
chiese con un sorriso ruffiano e uno
sguardo da “bamby”Tea.
Sapeva di avere poche speranza perchè
le consegne di sua madre erano ordini inappellabili.
A volte ,quel cinguettio dolce, il
visino da bambola della piccola di casa ammorbidiva la severa
posizione di mamma Vittoria.
“no, tesoro!” rispose indaffarata
davanti all'armadio tra lenzuola e coperte, “ho già spiegato ieri
e non si cambia!”
Paolo e Piero i due fratellini
maggiori, con le dita incrociate, attendevano il miracolo.
“Mamma ma gli altri bambini stanno
sulla strada e giocano, senti il chiasso? ” disse Paolo, supportato
dal labiale del fratello che , senza suoni, ripeteva le parole.
“ Proprio tu, Paolo, osi chiedere il
permesso? Arrivi dalla scuola con una nota gli ultimi giorni prima
degli esami finali e chiedi di poter andare a giocare?.!” scattò
la donna.
Il bambino chinata la testa nascose le
sue “mille” giustificazioni. Parole che non avrebbe mai osato
ripetere a sua madre perchè gli era chiaro che non avrebbe capito.
“Il maestro parla, parla...bla, bla,bla...la sua voce monotona,
stinta, induce sonnolenza.... “
Paolo ha il banco vicino alla finestra,
il suo sguardo attento e vivace la scavalca per perdersi fuori,
sulla strada animata da gente allegra, colorata.
Con la mente rivive flash di vita che
lo attirano distraendolo dalla lezione.
Una bicicletta passa spinta dalla forza
motrice delle gambe di un uomo che pedalando fa roteare la catena che
muove il mozzo a raggiera della ruota e la fa andare. La segue con lo
sguardo finchè non sparisce. Ritorna sullo spazio di strada limitato
dalla cornice della finestra. Due comari chiacchierano. Non sente i
segreti che si confidano ma osserva divertito i loro movimenti
ripetitivi come burattini tirati dal filo di un burattinaio che,
preso da sonnolenza, va per automatismi memorizzati.
Le donne spostano la sporta della
spesa da un braccio all'altro per equilibrare la stanchezza. Ambedue
poggiano il peso del corpo ora su un piede, ora sull'altro;
nell'eseguire il movimento i glutei prosperosi vanno su e giù come
mongolfiere. La cosa più buffa è la mimica dei loro volti duttili
che danno manforte alle parole. Paolo riesce a capire anche quando
parlano dei loro figli. La mimica delle sculacciate e dei ceffoni è
inconfondibile.
Passa il venditore d'acqua con il carro
trainato dal cavallo che lascia sullo sterrato della strada lo sterco
evaporante. Nonostante “il puzzo” le donne si accalcano per
riempire damigiane e bottiglioni. Paolo sorride ricordando la baruffa
successa proprio quella mattina tra due donne contendenti il posto “
sono arrivata prima io !” ..”no io ti ho persino vista mentre
arrivavi“ e giù tanta botte interrotte dal “banditore” che,
con stonate note di una contorta tromba, attira la loro attenzione.
“Sssssss! Silenzio!” si eleva il coro “ ascoltiamo le
disposizioni comunali nuove e le ultime notizie di “cronaca”.
Altro pubblico femminile affacciato al balcone o giù per la strada
si aggiunge per ascoltare le richieste del sindaco, i nuovi
ordinamenti comunali ...e qui la parte migliore.
L'uomo, Agnulu detto “ Agnulu lu
maccu” commenta ad alta voce fatti e misfatti riportati nel
quotidiano regionale. “Angelo il matto” non sa leggere”. Quando
ritira il giornale dall'edicola il giornalaio gli legge i titoli di
cronaca più avvincenti che lui dovrà ripetere per incrementare la
vendita del giornale
Ma l'edicolante, però, è un
buontempone e ritocca i titoli e ne inventa degli altri per il
piacere e l'ilarità delle donne, facendo fare la figura da “scemo”
al povero Angelo, da cui il nome “Angelo il matto”
Anche quella mattina Paolo vide le
donne piegarsi dal ridere, seppur non aveva udito bene le parole
strillate dal “ banditore” gli scappò un gorgoglio di risatella.
Una nocca del dito del maestro sulla
testa fu il doloroso invito a riportare “ l'attenzione” in
classe.
Ripresosi Paolo si concentrò
nell'ascolto.
La voce secca del maestro riprese il
binario della noia: “Poichè nella commissione esaminatrice per il
passaggio dalla terza alla quarta classe della scuola elementare ci
saranno altri insegnanti chiedo, per l'ennesima volta, di non fare
brutte figure....bla,bla,bla. Tutti i giorni i soliti argomenti, le
solite raccomandazione e le nocche delle mani minacciose sulla testa
degli alunni. Un raggio di sole penetrando dalla finestra surriscaldò
l'orecchio di Paolo.
Gli prese male alla testa...quando, una
mosca “disgraziata” arrivata a razzo dal giardino si mise a
saltellare sul banco...acchiappatala le stacco un'ala costringendola
a zampettare nelle linee che il raggio di sole tracciava sul banco.
L'urlo del maestro lo gelò.
-Paolo prendi il quaderno e scrivi la
nota – Oggi, primo Giugno 1958, mentre il maestro era impegnato per
prepararci agli imminenti Esami di Stato per il passaggio alla classe
Superiore, io ero distratto dalla lezione, attento a giocare con le
mani sul banco.” Dettò con tono di voce così “imperioso” che ammutolirono tutti gli alunni.
Scritta la nota la portò dal maestro
che la firmò aggiungendo:
“asino!, ritorna al posto e stai
attento.!” nel dirlo gli passò, ancora una volta, le nocche delle
dita sulla testa!”
“ Menomale” pensò Paolo “che non
ha visto la mosca!!”
Il pensiero lo sollevò poiché sentiva
di aver alleggerito le punizioni.
A casa aveva ascoltato ulteriori
sgridate accompagnate da qualche sberla e minacce pertinenti le
vacanze estive e le uscite per giocare con gli amici sulla strada.
La mamma, consultatasi con il babbo,
aveva introdotto il “regolamento orario estivo”: quello prima
degli esami di Paolo in terza e di Piero in quinta e quello dopo la
chiusura delle scuole.
8 commenti:
Bello questa pagina del primo capitolo,complimenti Antonietta!
Torno a leggere con calma, cara Mietta^^
Moz-
grazie Olgica...pensa che ancora non so come finirà....ahahah un abbraccio
caro,caro Moz
con calma...lo sto scrivendo in diretta...smack
Una realtà decisamente diversa da quella di adesso, mi sembra un mondo molto estraneo al mio eppure chissà forse allora chi andava a scuola aveva molta più voglia di imparare di tanti ragazzi di oggi...
bello però, mi è piaciuto questo primo capitolo!
Un abbraccio, ciao nonna bis
ciao Tesoro
perchè la tua generazione non conoscesse l' educazione "costrittiva" che abbiamo subito noi, l'apprendere imposto dall'alto su binari che portavano ad un modello costruito ma che a quelli della mia generazione non apparteneva, dopo che ci siamo ribellati, che ci siamo presi il 6 politico e qualche ombrellata dai professori e genitori, sulla schiena...è giusto che si sappia dove affondano le vostre radici..volevamo riappropriarci della libertà di essere,pensare,esistere e voi camminate sul percorso delle barriere abbattute...nn abbiamo abbattuto valori ma preconcetti e imposizioni...ciao Xav...piccolo di nonna
Ciao nonna bis, anche nonna Bea mi racconta delle battaglie che avete sostenuto per costruire una società diversa, per abbattere le barriere, i preconcetti... putroppo alcune barriere hanno resistito, l'intolleranza, il razzismo e non mi addentro nella politica perchè altrimenti non ne veniamo più fuori.
Molti valori sono stati traditi e hanno perso il loro significato intrinseco e profondo ma le radici sono ben affondate in profondità, sono il vostro passato e il nostro futuro e devono farci diventare persone migliori.
Un abbraccio
Xav
ciao Xav
quello che scrivi è da ragazzo maturo, consapevole, rispettoso dell'altrui presenza, dell'altrui esistere...delle tue radici nella storia...un abbraccio nipote ...
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