cap. 5° I gruppi
Gianni, seccato perchè
Giulio aveva regalato uno dei “talismani” che distingueva il loro
essere maschietti dalle femminucce, si lasciò sfuggire - “quella
pallina non è roba per bambine”
Anna in atteggiamento di
difesa “ noi sappiamo usare meglio di voi i vostri giochi e non ci
facciamo del male...guardatevi le ginocchia!...tutte piene di ferite
e croste su croste!” disse indicando le gambette dei bambini che
fuoriuscivano dai pantaloncini corti, portati in ogni stagione.
Gianni: “ ma vaiii!
noi siamo trappers, veri soldati ...mica ..oh quante belle figlie
madama Dorè za,za,za,za,za,za,za”...canticchiò beffeggiando una
canzoncina che le bambine animavano come composte damigelle.
La guerra era iniziata.
Maschi e femmine si
affrontarono a colpi di parole.
“ ma quali trappers e
veri soldati!... ma se portate ancora i calzoni corti come i bambini
che vanno all'asilo dalle suore!”
Intervenne una pungente
Lidia toccando il tasto dolente dei maschietti dai dieci anni in su.
Anche Piero si sentì
colpito. Da qualche mese chiedeva a mamma Vittoria di fargli
indossare pantaloni lunghi.
“ma stai scherzando”
lo aveva redarguito la donna “ ne devi mangiare pane prima di
portare i calzoni lunghi ed esser uomo”.
“ mamma, ma io mi
vergogno a mostrare le gambe con i peli!”
“ma quali peli?, rise la
donna toccando il viso del figlio maggiore. “i veri peli ti
cresceranno qui.... ti vestirai da uomo quando potrai fare la barba”.
Dopo quella risposta, una
volta alla settimana, Piero si recava nella casetta dei “servizi”
e chiusa la porta, rasava le guance imberbi con il rasoio del padre.
Salito sopra uno sgabello per arrivare a vedersi nel vecchio specchio
del comò della nonna metteva la massima attenzione nel praticare il
consiglio di Agostino, fratello quindicenne di Anna che gli aveva
insegnato il segreto per far crescere in fretta la barba.
I toni elevati della
disputa richiamarono la sua attenzione.
“ allora perchè vi
intromettete quando giochiamo a “uno,due, tre...stella” o ai
passi degli animali”?ehhhh ????..poi beffeggiando la voce di
Gianni, Lidia continuò a infierire ...”fateci giocare, anche noi
vogliamo giocare!”...concluse motteggiando l'atteggiamento di un
Gianni supplice.
Giuseppe - “ brutta
smorfiosa! Quando vi facciamo l'onore di giocare con voi ,vi
dimostriamo che siamo i più forti...infatti vinciamo sempre
noi....weeeee!- girò intorno a sé stesso come un indiano con lo
scalpo di un nemico in mano
Maria “ è
vero voi vincete quando giochiamo insieme..ma perchè?.. perchè
barate...fate i furbi, io ho visto Carlo che suggeriva le lettere a
Teo quando giocavamo all'impiccato”
– “si è vero,”
confermò Anna - “ vi spiate i segreti del gioco con i segni..e
quando giochiamo a “dov'è l'anello ?” voi lasciate cadere
l'anello sempre tra le mani di un compagno vostro, così noi non
giochiamo mai”
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Paolo ripetette tutta la
frase rifacendo il verso ad Anna
Lei prontamente, con la
mano sollevata - “ di, bellobè, lo vuoi uno schiaffo!”
“e dammelo, parola di
trapper ti stendo!”
Si respirava aria da prima
linea sul fronte.
Si udirono ancora qualche
“ strega” ...“asino hai preso una nota a scuola” ….la
situazione sta per precipitare quando l'inviata speciale Angelina
urlò dalla finestra
“ adesso vengo giù con
un bastone e un secchio d'acqua così prima vi pesto e poi vi
rinfresco ! ”
I bambini scapparono
ridendo.
I maschietti seguirono
Giancarlo verso la piazza del mercato al grido -
“avanti trapper la
vittoria è nostra!”
Le bambine seguirono Anna
dentro la sua casa fino al cortile.
Sulle panche, illuminate
dalla lieve luce di un avanzato pomeriggio, le attendevano le collane
di minestrina a forma di stelline che avevano fatto il giorno
precedente.
Anna – le nostre
collane!!!!-
Maria : “la mia non è
colorata....mi aiutate a colorarla?
Il gruppetto si organizzò.
Riempiti alcuni bicchieri d'acqua vi misero in ciascuno un pezzetto
di carta velina di differente colore. Attesero che l'acqua si
colorasse.
Tanto bastò per
dimenticare i bisticci con i maschietti.
Magari fosse così anche
per gli adulti. Spesso, i cortili alle spalle delle case erano in
condominio. Ogni minima scusa era buona per dimenticare le ore
trascorse insieme, momenti di gioia o dolore condivisi venivano
spazzati via in un momento, da una marea di parole offensive che
nessuna delle due parti pensava realmente. Sembravano scaricare in
quella rabbia qualcosa di bestiale, reminiscenze di primordiali in
aggregazioni di gruppo, pretese territoriali.
I bambini pagavano il prezzo dei litigi tra adulti:
la separazione dagli amichetti..-” non lo devi frequentare
più...non lo salutare neanche”-
E' un sabato di fine
Autunno.
Lo squillo del telefono
arriva fin sul terrazzo dove Tea sta curando le piante.
Suo marito si affaccia
alla porta finestra “c'è tuo fratello al telefono!!”
Tea sorride, non ha dubbi.
..”pronto Paolo??”
la sua risata e un
“ehilà! Sorella!!! sei pronta?”
Tea ride...”dimmi
tutto!”
“avete del caffè?
“ per che ore sarete
qui?” chiede la donna perchè da sempre Paolo annuncia così il suo
arrivo.
“se ci prepari il caffè
e tuo marito accende il fuoco arriviamo con il pesce fresco, appena
comprato sul peschereccio a Portotorres!” sottolinea. Tea è al
settimo cielo
“ah...scordavo di dirti
che porteremo con noi la piccolina!”
“ Vittoria???...wowwww...non
tardate!!!”
Per Tea Portotorres è via Petronia, la memoria del suo passato.
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