18 novembre, 2011

racconto..................Il totano



La radiosveglia si accese automaticamente, così come era stata programmata la sera precedente.
Antonello e Tea si svegliarono e, come ogni mattina ascoltarono le notizie del giornale-radio-
Seguirono le previsioni del tempo che annunciarono una giornata soleggiata.
Novembre  avrebbe regalato un’altra giornata di tiepido Autunno.
Antonello si alzò dal letto velocemente
- dai alzati che andiamo a pescare- disse ad una  Tea. semiaddormentata.
-Ma come, fa freddo!- rispose la donna tergiversando per godersi ancora un po’ il  calduccio del letto.
-svegliati pelandrona. !!! - udì mentre le arrivava una cuscinata.
Antonello aprì le persiane della porta finestra nella camera da letto.
Dai vetri entrò un luminoso e caldo raggio di sole.
Tea  si decise a scender dal letto, quando, il profumo del caffè che, come una vaporiera,  sbuffava dalla cucina, invase la camera..
-buon giorno al nuovo giorno!!- esclamò cercando di raggiungere il bagno con gli occhi socchiusi e senza gli occhiali.  Traballando sulle pantofole calzate al contrario, andò a sbattere contro la  porta del bagno.
-oibò!!. Esclamò grattandosi la fronte.
- se non ti velocizzi ti lascio  a casa!- ammonì il marito.
- Non sia mai!!- esclamò Tea completamente sveglia.
Dopo mezzora erano in macchina e si dirigevano verso  la “spiaggia del morto!”
Un’  insenatura  a golfetto di non più di duecento metri di spiaggia, ove un mare, trasparente e cristallino rispecchiava rocce granitiche che spuntavano qua e là rispecchiandosi nell’acqua. bassa. Dopo averle accarezzate ,il mare, lambiva la battigia con morbide onde.
A pochi metri dalla riva, si ergeva  una grande roccia,  come un’isoletta solitaria  in mezzo al mare.
Sola non era: i  gabbiani ne avevano fatto il loro territorio.
Si udivano i versi incrociarsi e sovrapporsi comunicando  tra loro, come signore nel salotto della caffetteria  davanti al cappuccino e ai pasticcini, al sabato mattina..
In quel luogo incontaminato , il tempo si era fermato. La natura cresceva spontaneamente rispettando le regole che, concatenano armoniosamente “la vita”  nei vari ambienti del Creato.

 - Parcheggiata la macchina in uno spiazzo tra arbusti bassi di macchia mediterranea, Antonello e Tea presero l’attrezzatura e s’incamminarono in uno stretto passaggio naturale tra  rocce, sassi, sabbia e cespugli spinosi.
Arrivati alla spiaggia, ciascuno prese il suo posto: l’uomo scelse una postazione sopra una roccetta sporgente in mezzo all’acqua. Saltellando da uno scoglio all’altro la raggiunse.
 Tea  scelse una roccia interna , ricoperta di paglia marina, portata fuori dalla furia dell’onda sotto il  maestrale. Vi  depose sopra un asciugamano ripiegato e accomodatasi aprì il giornale..
Ogni tanto sollevava lo sguardo per chiedere
-hai preso qualcosa?-
Un infuriato Antonello: -stai zitta che mi spaventi i pesci e poi porti pure iella!!-
Tea sorrise divertita : - non sapeva proprio scherzare suo marito!!!- pensò,  stimolata da quel lato di  “pestifera bambina” che era una caratteristica del suo modo di essere.
Letto il giornale, la donna prese a camminare sulla battigia.
Avrebbe voluto togliersi le scarpe da tennis e bagnare i piedi; amava le carezze dell’onda.
Toccò l’acqua con le mani e pensò che non era  il caso di metterci i piedi:  troppo fredda
Andava avanti e indietro , osservava le rocce e con la fantasia immaginava forme vitali.
-. il vento è un ottimo scalpellino!!! – pensò,  riconoscendo una roccia mamma con il suo bambino.
Curiosa e divertita, come una bambina, si spostava per osservare la stessa roccia da un’altra posizione e la fantasia volava, volava, in un gioco piacevole.
Un leggero venticello, arrivò all’improvviso, le congelò  il naso però la inebriò  l’animo di profumi
che, mano umana mai avrebbe potuto riprodurre.
La donna  procedeva, serenamente rilassata, nel suo gioco,  quando, vide qualcosa che si muoveva  a pelo d’acqua.
“Quel qualcosa” si  era staccato dalla roccetta ad un paio di metri dalla riva.
Sembrava una paglia marina un po’ grossa.
Quando fu a mezzo metro dalla riva, Tea si accorse che era un totano.
Lo riconobbe dal corpo affusolato e dalle alette lunghe che si muovevano con piccole ondine marginali.
La donna lo osservò affascinata:  era grazioso, armonioso nei movimenti, splendido nel suo ambiente. Il tenero cuore di Tea si emozionò di fronte alla delicatezza del totano.
L’altra parte della sua mente immaginò un bel risotto e…….prima che si creasse un equilibrio tra i due pensieri, la parte golosa , spinse i piedi della donna nell’acqua  che,  con un calcio, tirò fuori  il povero animale.
Il totano rotolò infarinandosi sulla sabbia. Lanciò dei micidiali schizzi di nero attorno a se e addosso a Tea che, rinsavita si mise ad urlare chiamando il marito.
Antonello era dietro una roccia, fuori dalla visuale della moglie.
Al sentir le urla si spaventò e lasciò andare tutto, scaraccollandosi tra le rocce per  la paura di una disgrazia.
Quando vide la donna viva e in piedi urlò
. perché gridi?
-ho preso un totano!!!-  disse la donna
- si, va bene !- rispose lui con espressione arrabbiata ed  invidiosa – ma perché urli? Mi sono preoccupato!!!! ‘naggiate!!!-
.aòòòòò, mica sei la regina Elisabetta che non resiste le urla!!!.
Scoppiò a ridere Tea.
Antonello, scuotendo la testa ,  raccolse il totano lo ripulì nell’acqua.
L’animale continuò a schizzare nero addosso all’uomo che lo teneva tra le mani.
La coppia ritornò indietro per  recuperare l’attrezzatura.
Tea  osservava Antonello silenzioso:
-tu che hai pescato? – gli chiese
- hemmm!! Un polpetto!!- fu una sfumata risposta.
- bene!! Prepareremo un bel risotto!- esclamò  soddisfatta la donna
-hemmm! L’ho rigettato in mare!! . rispose con noncuranza il marito.
Prima che la donna replicasse con una battuta acidula Antonello chiese
- mi spieghi come hai fatto a pescare il totano?-
- con i piedi!!- fu la pronta risposta
- cioè avresti usato le dita dei piedi come esca??? Ieri sera te li sei lavati?-
-eh,eh,eh- lo smorfiò la donna – l’ho preso dandogli un calcio nel sedere!!!-
- guarda a questo potrei anche crederci!!!!.................conoscendoti!!!- stuzzicò Antonello
Tea fingendosi offesa: - bravo tu che ti sei lasciato sfuggire un moscardino!!!!-
Si guardarono in viso e scoppiarono a ridere.

                       




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