Attimi...Linate - Alghero
Aeroporto di Linate.
Ho i crampi allo stomaco. Quella parte
di me, che è il mio opposto complementare, se la ride.
In cagnesco le brontolo : - c'è poco
da ridere scema!!! mettiti da parte che devo riflettere”
Lei con la lingua a punteruolo : - è
mai possibile che ogniqualvolta prendi un volo da sola ti lasci
dominare dalla paura? Appena entri “nel tunnel serpentone” per il
controllo inizia l'accelerazione del battito cardiaco...”
Colgo l'ironia del “tunnel
serpentone.”
Serpentone a zig-zag lo è, ma
chiamare tunnel due striscette frontali e parallele di stoffa
segnaletica di un passaggio quasi immaginario è troppo. Basterebbe
uno starnuto per buttarlo giù...ma anche un tiratore scelto per
mirare e colpire una qualsiasi delle due strisce. Ha ragione, ma deve
tacere.
La blocco sussurrando tra i denti :-
che ne sai tu quanto possa esser triste il cuore di una mamma che
saluta il suo figliolo con la famigliola, chissà tra quanto li
rivedrò?-
Cerco sensibilità e comprensione. Odio
il “pietismo” ma ho deciso che devo far sparire, almeno
temporaneamente, “quella parte di me”
La strega se ne infischia:- non fare la
gnorri...saranno in Sardegna tra due settimane, hanno fatto i
biglietti al p.c. davanti a te !!! - infierisce.
Sono arrivata al termine della fila.
Tocca a me. - smettila adesso!!! - la invito con tono accomodante -
mi devo concentrare per poggiare tutto sul cestello, non vorrei mi
suonasse l'allarme terrorista. -
Lei imperterrita :- suonerà,
suonerà!!! sia per i gancetti del reggiseno che per i due cerchietti
nelle scarpe. Sicuramente ti faranno togliere queste ultime e dopo
averti fatto indossare un paio di “calzerotti “ di plastica tipo
busta della spesa, pure celesti, passando “paperetta, paperetta”
tra due ali di folla “ridens sotto i baffi”, ti porteranno in un
ufficio interno per un più approfondito controllo.
Trattengo lacrime di scoramento mentre
m'impongo di ignorarla.
Una giovane in divisa si avvicina: -
prego signora si accomodi!!! – con voce gentile, m'invita a passare
sotto “la forca antiterrorismo e droga!-
Con intonacata disinvoltura ricambio il
sorriso e ...drin, drin, drin!!!
Vado in tilt. Insieme al campanello
sento ridere l'altra parte di me, quella intelligente, quella che sa
tutto e non sbaglia mai.
- Ti avevo avvertita: per non avere
grane indossa sopra le mutande un bel pigiamone felpato, un soprabito
e copri tutto!!! -
- Si – rispondo io – magari quello
con la coda da coniglietto-
lei insiste – ti avevo chiesto,
anche, di calzare le pantofole di paille...-
io – si quelle con la faccia di
Sgooby-doo o quelle di Minnie?
La voce della signorina interrompe il
battibecco interno.
- Prego signora, tolga le scarpe,
indossi queste e passi ancora!!!.- dice porgendomi due buste celesti.
Ritorno indietro, mi siedo sopra una
sedia, mi tolgo le scarpe, non so dove poggiarle. M'imbrano. Il mio
cestello è già passato. Chiedo che me lo rimandino indietro, non si
può. Una signora, coglie il mio imbarazzo, esce dalla fila e mi
porge un altro cestello. Io opero con piedi, scarpe, buste, cestello
da inviare con le sole scarpe.
La fila va avanti. Io non sollevo la
testa. La sento appesantita dagli sguardi curiosi.
La mia metà :- visto?-
- Non rompere...!!- sibilo tra i
denti, più imbranata che mai.
Sono pronta!. Trascinando i piedi per
non perdere le ingombranti buste, passo ancora una volta :- drin,
drin, drin
Sto per urlare.
La mia metà prima di nascondersi in un
angolo mi sussurra : “ mi dispiace, non ascolti la ragione. Hai
voluto vestire elegante, indossare accessori tono su tono e poi vedi
come anche il tuo dolce viso, il materno sorriso, l'età avanzata...
qui, alla forca, non hanno alcun valore...tra te un terrorista che
viaggia con coltelli, armi, droga non vi è differenza. A loro non
importa l'apparenza ma la sostanza che fa “drin,drin
Faccio in tempo a rispondere :- l'età
avanzata ce l'hai tu...vecchia babbeona, io sono una ragaz...”
- Venga avanti signora!!! – La
signorina in divisa mi ripassa i confini corporei con un aggeggio a
luce rossa!!” poi mi invita ad infilare ciascun piede dentro una
macchinetta. Niente “drin,drin”, nemmeno le scarpe che passano
sopra la striscia scorrevole ben sistemate dentro il cestello.
“ va bene può andare, signora!!!. -
Prendo il primo cestello, c'infilo le
scarpe e cerco un appoggio per risistemarmi. Il cestello, ha lo
stesso ordine di una valigia aperta e abbandonata dai ladri sul
ciglio della strada.
Mortificata mi allontano velocemente.
Adesso devo andare avanti lungo il corridoio, alla fine vi è una
gradinata che si dirama in due direzioni. A destra voli
internazionali, a sinistra voli per la Sardegna.
Alghero è alla postazione due.
Attraverso tutta la sala attesa. Nello spazio sedili dell'area numero
due c'è solo un signore. Nell'area numero uno c'è la fila
dell'imbarco per il volo diretto a Cagliari.
Mi accomodo, di fronte ma in fondo alla
fila dei sedili rispetto al signore. Desidero chiarire nella mente le
fasi “dell'incidente” al controllo. Non mi va di chiacchierare
con alcuno, tanto meno con uno sconosciuto, non mi va di ascoltare
la sua storia. L'esperienza mi ha insegnato che quando viaggi in
aereo e arrivi in anticipo, c'è sempre qualcuno /a che ha bisogno di
raccontare tutta la sua vita. Adesso non sono dell'umore adatto.
Si chiude il cancelletto del volo per
Cagliari.
Il signore tace. Apre una valigetta,
tira fuori un porta occhiali
Per distrarmi penso:- sta cercando il
pannetto per pulire le lenti degli occhiali -
Lo osservo con attenzione. Sono curiosa
di sapere quanto sia più ordinato di me. Io dopo aver frugato nella
borsetta, uso la sciarpa.
Spalanco gli occhi. Tra le sue mani
appare “un osso”, lo ruota tra le mani e tira fuori una lama.
Solleva gli occhi e guarda se lo sto osservando. Io faccio in tempo
ad abbassare lo sguardo sulle mie dita che giocherellano con la
sciarpa. Con la coda dell'occhio vedo che volta le spalle.
Alcuni secondi e si rigira. Ho la testa
china ma posso vedere le sue mani.
In una nasconde il coltellino e
nell'altra...nell'altra la dentiera Dopo averla asciugata con il
fazzoletto, la raschia con la punta del coltello con incredibile “non
chalance”
In altra occasione avrei trattenuta a
stento una risata.
Adesso no.
Ho le lacrime agli occhi. Una rabbia
furiosa mi contorce lo stomaco per l'umiliazione subita al controllo.
Il signore è passato sotto la “forca del drin, drin” e dei suoi
irreprensibili guardiani con un serramanico di oltre dodici
centimetri.
L'uomo rimette la dentiera al suo posto
e l'osso nella custodia degli occhiali e tutto dentro la sua
ordinatissima valigetta.
L'alto parlante annuncia il volo
Linate-Alghero.
Solo adesso mi rendo conto che sono
arrivati altri passeggeri.
4 commenti:
Un incubo kafkiano raccontato con l'umorismoi e il gusto del grottesco di Stefano Benni:
Altri dieci episodi così, Mietta, e due possibilità:
nobel per la letteratura o clinica neuro!
Un abbraccio e di' al tuo alterego di smettere di ridere!
Marilena
ciao carissima
nottambula eh???
Sai in fondo il mio alter ego con le sue battute ironiche mi aiuta a superare le difficoltà Una definizione simile alla tua mi è stata scritta nella recensione del mio racconto --TAY --che ha vinto il secondo premio ad un concorso F.I.D.A.P.A
QUASI UN THRILLER...è questa la mia peculiarità , su questo gestisco il racconto...l'humor sul grottesco...finale a sorpresa...adoro sia KAFKA che Benni
Sei sempre carinissima
sensibile, occhio vigile all'altro
un abbraccio grande donna
mietta
Quello che per te è stato un incubo per chi ti legge è un simpatico racconto tragicomico.
Buona giornata Mietta un abbraccio
enrico
carissimo Enrico
sappi che gli scrittori partendo da un avvenimento o da uno schema reale...poi ci creano dei dettagli per dare a chi legge la sensazione, lo status emotivo con il quale lo vive ,mentre, scrive.
La prima parte è vera però non ero sola ma con mio marito che dopo avermi aiutata a preparare il cesto è passato avanti per aiutarmi successivamente.
Quando mi hanno fatto ritornare indietro hanno vietato a mio marito di ripassare sotto la forca per aiutarmi.
Il problema che lui ha spiegato agli agenti è che io ero reduce da uno svenimento a scuola, con doppio trauma cranico e lesioni alla spalla destra. Non ero in grado di togliermi le scarpe ecc. per i capogiro e i dolori spalla braccio.
è vero che una signora mi ha aiutata.
La dentiera è vera...un altro volo.
un abbracccccio
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