STANIS
Una bizzarra, capricciosa Primavera
tardava a svegliarsi dal letargo.
Giorni freddi, dove nuvole dispettose
coprivano il sole mantenendogli quel colore pallido e ammalato
dell'inverno.
Aprile era giunto al termine del suo
giro, quando , la Primavera si decise a far capolino.
Il sole aprì, con prepotenza, un
varco tra le nuvole e liberò i suoi raggi vitali.
Stanis si svegliò al tocco carezzevole
di quei raggi.
Seduta sul letto osservava, con
infantile sguardo, il cielo. La Primavera da sempre , la riempiva di
una malinconica gioia
Decise di scendere in giardino per
godersi il calduccio del sole e cogliere le sensazioni emotive che la
Primavera sapeva risvegliare in lei.
Seduta sulla sedia a dondolo di vimini,
il gomito poggiato sul bracciolo, lentamente si dondolava
abbandonandosi alle coccole del tiepido sole.
Stanis non era più una ragazzina,
aveva superata la curva della linea parabolica della sua vita.
Adorava quei momenti di cercata
solitudine. Rilassata la mente , chiusi gli occhi al reale, lasciava
vagare liberamente i suoi pensieri
La serenità invase l'animo e i ricordi
della sua Primavera emersero dai reconditi nascondigli, dove la donna
li aveva sepolti.
Aveva diciotto anni Giosuè.
Stanis lo vedeva avvicinarsi , alto,
bruno i capelli ricci e gli occhi.....quegli occhi che non avrebbe
mai dimenticati , grandi, lucidi, mediterranei, le penetravano
l'animo ….
Rivide le sue mani grandi con le dita
da pianista, le nocche forti ...si muovevano leggere sulle spalle
della giovane, come onda lieve che accarezza la battigia e, come la
battigia attendeva quel flusso e riflusso dell'onda, anche Stanis,
con la testa poggiata sulla spalla di Giosuè , attendeva quelle
carezze che le provocavano ondate di sconosciute e piacevoli
sensazioni.
Stanis aveva 15 anni. Graziosa, minuta
ma proporzionata.
Il suo viso, dai tratti delicati,
sorrideva alla vita
Una volta un compagno di scuola le
disse:
“ Stanis, ma tu sai di che colore
sono i tuoi occhi?”
Lei, ingenuamente sorrise
“ma certo!” Rispose “sono
castani come i miei capelli!”
Il ragazzo, con fare trasognato:
“certo sono castani, però se li
illumina il sole diventano verdi con pagliuzze dorate”
Stanis ridendo: “ ma sei fuori di
melone?...” Il compagno arrossi. Solo più avanti la ragazza capì
che quello era stato l'aproccio per una dichiarazione d'amore.
Diverse volte, negli anni successivi , le furono rivolte osservazioni
sui suoi occhi, tant'è che una volta, spalancate, con le dita, le
palpebre, cercò le pagliuzze dorate.
Rideva al ricordo: i suoi occhi verdi
scuri avevano delle striature castane che brillavano al sole
illuminando l'oscuro sfondo marino dell'iride.
Giosuè e Stanis erano timidissimi,
Lui era amico del secondo fratello di
lei....
Era il 1965. Stanis sbocciava
nell'adolescenza
Frequentava il primo anno delle
magistrali. Giosuè, interrotti gli studi dopo la terza media,
lavorava operaio nel Petrolchimico.
Entrambi erano l'orgoglio della propria
famiglia.
Stanis avrebbe realizzato il sogno
interrotto a metà da sua madre: diventar maestra e Giosuè , figlio
di contadini , era “operaio”, poteva far carriera, aveva uno
stipendio suo, andava raccontando con orgoglio suo padre.
Seduta sul dondolo , riviveva flash di
quel periodo storico , gli anni '60/70 .
Così confusi che, solamente più
avanti ne avrebbe ricomposto il puzzles e capito, quanto ogni pezzo,
avesse influito su quell'amore nascente.
Furono anni di benessere ma anche di
trasformazioni radicali , gli anni della contestazione come
ribellione ad un disagio generazionale
Contestavano tutti e tutto , a merito
o a torto.
Stanis ricordava gli “scioperi”:
cortei di operai e studenti che avanzavano verso le piazze portando
striscioni colorati, urlando “slogans” con richiesta di diritti
per la nuova classe sociale emergente : la classe operaia.Stanis
seguiva Giosuè nelle manifestazioni. Pur consapevole di quanto la
scuola stesse fuori dalle esigenze della formazione dei giovani,
seduta sulla “lambretta” ,la testa poggiata sulla spalla del suo
amore, sorda alle urla dei manifestanti, recepiva solo i battiti del
cuore.
I genitori confusi “da segni
sregolati” della contestazione si ritennero fortunati quando i
figli facevano parte di” gruppi sani”.
Gruppi formati da amici tra loro,
fratelli cugini, figli di amici di famiglia. Il massimo della
richiesta era di poter ballare in casa. Turnando ogni domenica in
casa dell'uno o dell'altro. Con buona pace dei genitori che potevano
tenere la situazione sotto controllo, non solo, potevano concedere il
permesso di partecipare alle figlie femmine che chiedevano la parità
con fratelli.
Stanis entrò nel gruppo dei fratelli,
lì vi era Giosuè.
Quando ballavano insieme , si udivano i
loro respiri. Se la ragazza sollevava il viso gli occhi di lui la
penetravano provocandole leggeri brividi.
Così per alcuni mesi.
Stanis , seduta sul dondolo, tremò
come allora.
Nonostante gli anni trascorsi nulla era
sbiadito nei ricordi.
Con tenerezza ricordò quel pomeriggio
che all'uscita da scuola lo trovò ad attenderla.
Era il tredici di Marzo;una
pioggerellina primaverile scendeva leggera. Giosuè, con passo deciso
si avvicinò,la prese per mano per proteggerla sotto il suo ombrello.
Stanis tremava, di un piacevole tremore
che non aveva niente da spartire con la paura...impacciata guardava
innanzi, lui le stringeva la falange dell'indice....quando con voce
roca:..."che dice la pioggerellina di Marzo...." esordì "
che scende leggera.................."
Si bloccò.
Si bloccò.
I due giovani avevano raggiunto la
scala, di un'uscita della scuola, che si usava in occasioni
speciali.
Nel sottoscala con delicatezza , Giosuè la voltò di fronte a sè..Stanis teneva la testa china:
“ ti amo!!! con quale coraggio lo dico?, il mio cuore non vuole ascoltare la ragione...ti ama, ti ama e basta.”
Te lo dovevo dire !...ho bisogno di una tua risposta...se tu non mi vorrai ti capirò, sei bella...i tuoi occhi, lo sguardo.....il volto sorridente....sei ambita....” La voce poco più di un sussurro..
Stanis tremava.
Nel sottoscala con delicatezza , Giosuè la voltò di fronte a sè..Stanis teneva la testa china:
“ ti amo!!! con quale coraggio lo dico?, il mio cuore non vuole ascoltare la ragione...ti ama, ti ama e basta.”
Te lo dovevo dire !...ho bisogno di una tua risposta...se tu non mi vorrai ti capirò, sei bella...i tuoi occhi, lo sguardo.....il volto sorridente....sei ambita....” La voce poco più di un sussurro..
Stanis tremava.
Lui si tolse il trance bianco ,alla
tenente Sheridan, glielo mise sulle spalle,
“guardami!” disse poggiandole delicatamente le dita sotto il mento
Stanis desiderava fortemente dirgli “ ti amo anche io!” ma si bloccò
“guardami!” disse poggiandole delicatamente le dita sotto il mento
Stanis desiderava fortemente dirgli “ ti amo anche io!” ma si bloccò
Giosuè, incredulo, colse l'imbarazzo
della ragazza. Le prese le mani, se le portò alle labbra. Erano
gelide.
Tenendole strette tra le sue, le poggiò
sulle guance della giovane, guardandola negli occhi le sfiorò le
labbra.
Una ,due, tre volte....poi il bacio.
La giovane non conosceva quel bacio.
Arrossì.
Giosuè la baciò , le insegnò a
baciare: “ segui i miei movimenti!” le disse aprendole con le
labbra le sue che,si schiusero come bocciolo di rosa.
Per alcuni mesi Giosuè andò a
prenderla all'uscita della scuola. Due pomeriggi alla settimana.
Sua madre lo venne a sapere...figurarsi sua figlia con un ragazzo operaio, di famiglia contadina..., “mai!!!”
“una discendente della nobile famiglia dei Taras..ricca...bella...???”
All'inizio fu un avviso orale, poi schiaffi , poi delle vere e proprie botte...infine l'umiliazione più grande.
Sua madre lo venne a sapere...figurarsi sua figlia con un ragazzo operaio, di famiglia contadina..., “mai!!!”
“una discendente della nobile famiglia dei Taras..ricca...bella...???”
All'inizio fu un avviso orale, poi schiaffi , poi delle vere e proprie botte...infine l'umiliazione più grande.
Il confronto. Stanis negava
terrorizzata dalla reazione dei suoi, inoltre completamente
inconsapevole che, mentre genitori,
riuniti in assemblea con “i grandi”parenti, la interrogavano,
nell'altra stanza Giosuè ascoltava. Fattolo entrare la guardò
disperato e, prima che lo interrogassero, parlò
“si, abbiamo continuato a vederci,
io la amo...noi ci amiamo...sono di famiglia povera ma dignitosa”
disse a testa alta di fronte a quei
parenti severi.
poi rivolto a Stanis
poi rivolto a Stanis
“ adesso è il momento per dimostrare
il tuo amore!”
Anche se avesse voluto rispondere non
potè, una sberla di suo padre le fulminò un orecchio.
Scappò in lacrime nella sua camera......
Scappò in lacrime nella sua camera......
Le furono tolti i permessi concessi.
La ragazza rifiutò ogni giovane di buona famiglia scelto o concordato tra genitori. Non s' innamorò più.
Studiava, leggeva, dipingeva campi di grano e sognava Giosue:
“quando ti bacio, fai come me” diceva...e nel sogno ancora oggi Stanis sente la dolcezza di quei baci.
La ragazza rifiutò ogni giovane di buona famiglia scelto o concordato tra genitori. Non s' innamorò più.
Studiava, leggeva, dipingeva campi di grano e sognava Giosue:
“quando ti bacio, fai come me” diceva...e nel sogno ancora oggi Stanis sente la dolcezza di quei baci.
Una sonnolenza primaverile colse la non
più giovane Stanis e tra le braccia di Morfeo rivisse un sogno mai
realizzato.
2 commenti:
Ciao Mietta,
leggo un po' in ritardo questo racconto tenero e tremendo nello stesso tempo.
Come la favola può trasformarsi in dramma per tutta la vita a causa del conformismo e del pregiudizio.
Storie, purtroppo, ancora attuali, vissute nell'ombra e nel silenzio.
Un abbraccio
Marilena
solo un "ciao"
t v b
mietta
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