02 settembre, 2011

racconto...........e sorpresa fu..........prima parte



papà , posso mettere nello zainetto anche il mio portafortuna?” chiese Paolo indaffarato nei preparativi per la gita “sorpresa” promessa da suo padre.
“ma si!” rispose Antonello sorridendo , “però non straccaricarlo, altrimenti non ti resterà posto per raccogliere  nuovi reperti –ricordo della giornata che trascorreremo in montagna.
Paolo sorridendo, aprì la sua “scatola delle meraviglie”, raccolse le code dei gechi e delle lucertole,
trofei di caccia  con la  fionda,  durante le   escursioni  nel giardino,con suo fratello, Le sistemò nello zainetto di  tela di jeans  , insieme
  alle brioss, i succhi di frutta, le figurine del calciatori ,il giornalino di “topolino. E il cappellino
delle “giovani marmotte”
Antonello era orgoglioso  dei suoi figli: vivaci   ma,attenti osservatori della realtà nella quale vivevano; davano soddisfazione con le loro interminabili domande.
Tea, sua moglie, felice sposa e madre ,affrontava la vita familiare ed il lavoro di insegnante con ironia e serenità.
Trovava uno spazio di tempo per tutto e per tutti.
Partecipe attiva nella vita dei figli, ritornava bambina per  riscoprire insieme a loro le regole e l’organizzazione della vita.
Curiosi esploratori e sperimentatori ne combinavano di tutti i colori
 Alla sera, dopo la cena e la doccia, i bambini andavano a letto : la storiellina, la preghierina  e
Finalmente ,si addormentavano.
 Tea si lasciava andare sulla poltrona. Antonello respirava “silenziosamente” , sedutole accanto, non fiatava perché una Tea concentrata nel rilassamento psico-somatico, gli avrebbe sparato un “ non fiatare! “ poco garbato.
 Dopo una mezz’oretta la donna ritrovava se stessa, allora ridevano , come matti, nel ricordare  “le monellerie” dei bambini, mentre, riassettavano la casa.

“papà posso portare anche io qualche portafortuna?” Intervenne Dodò , il   maggiore dei figli,. amante di mineralogia.
Aveva una collezione di “sassi” , li custodiva  nell’ultimo cassetto, semisfondato, del comodino.
“che ne diresti” rispose suo padre “se invece   dei minerali ti portassi dietro le loroimmagini?, pesano meno e portano ugualmente fortuna!”
Il ragazzino ci pensò su un momentino, portò le mani al viso, in espressione di perplessità, poi  aggiunse:
“hai ragione papà”, avrò più spazio per raccoglierne dei nuovi” Sorridendo soddisfatto già immaginava sassi fluorescenti, magari  con potere magico, come nei cartoni animati giapponesi.

--    Si erano alzati presto, quella domenica mattina.
La sera precedente Antonello aveva informata la famiglia che , il giorno successivo, si sarebbe svolta una festa campestre in cima ad un’alta montagna a pochi chilometri da “Cuzina”
Tea che non era  nativa del paesello si informò:
“ Di quale festa si tratta?”
“la festa di “ santu Baignu”
“come papà?” chiese incuriosito Dodò, seguito da Paolo che, fece in tempo a dire solo “pà”
“uffaaaaaa!” disse rivolto a suo fratello “dici sempre le parole che devo dire io”
Dodò stava per replicare, quando il papà intervenne
“non litigate!”
“Allora,”  riprese Antonello  “ dovete sapere che su quella montagna vi è una chiesetta, eretta dalla devozione popolare .
Pare che San Gavino, in dialetto “santu Baignu, fosse un soldato romano.
Era il tempo in cui i Cristiani subivano la persecuzione per la loro Fede in Cristo!”
“papà io l’ho studiato a scuola!” intervenne Dodò
“e ti pareva!” esclamò Paolo, poi rivolto al fratello ;”sei il solito Gigino so tutto io” disse accompagnando la frase con una linguaccia.
“smettetela! Sono curiosa anche io!”
disse Tea, sistemandosi tra i figli.
Paolo: “ papà ma se era un soldato come ha fatto a diventare Santo?
“questo ve lo spiegherà la mamma perché San Gavino, insieme ai Santi Proto e Gianuario sono i Santi protettori della sua città natale: Portotorres
Questa volta fu Tea a spalancare, perplessa gli occhi
“sei sicuro che si tratti dello stesso Santo?”
“ certamente cara!.all’interno della chiesetta vedrai le pale d’altare antiche e potrai riconoscere i Santi”
Tea raccontò brevemente come al soldato Gavino fu dato l’incarico di guardiano del carcere che rinchiudeva i Cristiani Proto e Gianuario.
Illuminato dalle loro parole si convertì e fu giustiziato  insieme ai due carcerati.
“poverini!” intervennero i bambini .
Poiché per loro era difficile concepire il motivo della persecuzione dei Cristiani e dei martirii, posero tante domande per saperne di più
Antonello e Tea, come sempre, accontentavano le loro richieste.
La discussione si stava allungando :
“Ritorniamo alla gita che faremo domani.!” Riprese Antonello per ricreare il clima di  festa e attesa della gita-escursione in montagna.
Tea” caro ma perché la montagna  ha proprio il nome di San Gavino? Portotorres è abbastanza distante da qui”
Antonello sorridendo: “ la gente, tanto tempo fa, aveva una forte fede  e devozione .
La fama dei Santi martiri Turritani arrivò anche in Gallura.
Una leggenda narra che in cima alla montagna che, porta il suo nome, tanto tempo fa, la gente dei paesi e delle frazioni della Bassa valle del Coghinas, vide una grande luce che illuminò tutta la vallata, sollevati gli occhi videro San Gavino seduto sul suo cavallo, sentirono il nitrito del cavallo che sollevatosi sulle zampe ne, poggiava una sulla roccia in cima alla montagna.
La gente in processione, si recò nel punto dell’apparizione e vide, al posto della punta della cima, una grossa impronta  “scolpita” dallo zoccolo del cavallo.
“papà noi saliremo anche sulla roccia con lo zoccolo?”chiese Dodò
“certamente”
“vedrete alle spalle dello zoccolo una breve vallata ricoperta di erba e fiori selvatici, la chiesetta antica,,,,,,,,,,,,,,,,!”
“papà ci saranno anche le lucertole!” chiese Paolo
Tutti  scoppiarono a ridere “sicuro “ rispose Tea
“pensi che il Santo non vorrà che le tocchi!”
“ peste! Anche la mamma desidera che tu lasci in pace quelle povere bestiole!”aggiunse, con tono severo Tea
“ma, mamma io non le uccido, stacco loro solo la coda!” disse Paolo con l’espressione di un tenero angioletto.
Dodò intervenne “ gli fai del male ugualmente!”
Un infuriato Paolo: “ e tu che martelli tutti i sassi, le rocce per staccargli i pezzi, tu sei assassino!
Pensa se il pezzo che gli stacchi fosse l’occhio del sasso, lo faresti cieco!”
L’intervento dei genitori mise fine alla solita diatriba.
“ lavarsi, andare a letto, sveglia all’alba……….avanti march!” comandò Antonello
Le giovani pest.ehem marmotte ,si misero sull’attenti, fecero al saluto militare e, si diressero nella cameretta.
Tea tra coccole e bacetti li mise a letto e dopo il rituale della sera, si addormentarono.









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