Racconto:
Le scarpe con le bollette.
Leggere
nuvole coprivano la luna creando sfumature grigie che intristivano il
suo materno sguardo. La sua penombra raggiungeva una giovane donna.
Mariella, seduta sulla sua vecchia altalena che pendeva da un vecchio
ulivo, lo sguardo nel vuoto, la mente ghermita da pensieri e ricordi
confusi che apparivano e, come bolle di sapone, sparivano. Dondolando
lievemente si cullava, battendo sul selciato un piede con lo scarpone
rinforzato con "le bollette" che, toccando il suolo, provocava rumori a
lei cari. La giovane era scossa da brividi di freddo. Ogni tanto
volgeva lo sguardo speranzoso verso la casa, fissava il tremolio
della fiammella della lampada a petrolio inusualmente accesa a
quell'ora tarda. Poi ricadeva nei ricordi. Aveva sei anni quando
calzò per la prima volta un paio di scarpe. La sua famiglia ricca di
figli, miseria e fame viveva in una “pinnetta” costruita dal
padre con sassi, fango e canne. Era un unico ambiente. La tenda che
fungeva da porta, lasciava intravvedere la miseria. La mamma, sempre
incinta, si recava al fiume per lavare i panni degli altri,
racimolava così qualche soldo per comprare la farina per fare il
pane ai figli. Suo padre faceva “il porcaro”. Un mestiere degno
di lui. Usciva al mattino presto e rientrava a notte fonda ubriaco e
senza denaro. Mariella, alla nascita era stata battezzata da Zio
Gian Maria e zia Margherita. La coppia era considerata “benestante”
perchè con sacrifici aveva comprato un campicello con una modesta
casa. Per una resa costante, avevano suddiviso il terreno in
orto,frutteto e vigneto. Un solo cruccio, non avevano figli. Quando
nacque Mariella si offrirono come padrini con la certezza che l'avrebbero avuta in adozione come “ figlia d'anima”, usanza
normale nelle famiglie numerose e poverissime. Attesero circa sei
anni prima d'aver le garanzie economiche per l'adozione. Ebbero la
bambina promettendo cure, amore e l'eredità della casa e degli
averi. Mariella partì con i padrini verso una nuova vita. Zia
Margherita le cucì dei vestiti, zio Gian Maria le fece confezionare
le sue prime scarpe raccomandando, al calzolaio, che le rinforzasse
con “le bollette” perchè durassero nel tempo. Quando Mariella le
calzò saltellò per la gioia, le bollette sui sassi suonavano un
allegro tip.tap, così correndo e saltellando allontanò il passato
misero. Gli anni trascorsero e Mariella si trasformò in una bella
contadinella. Aveva sedici anni quando i padrini decisero che era
arrivato il momento di far preparare le scarpe da signorina. “Mi
raccomando che siano con “le bollette!” chiese la ragazza. “ma
non sei più una bambina -capretta, adesso sei una signorina!” fu
l'inutile risposta dei due. Per accontentarla, ordinarono le
scarpe con le bollette. Una mattina arrivò un carretto trainato da
un somarello e un giovane che teneva le briglie. Mariella si affacciò
e conobbe Luigi. Il giovane si offriva per modesti servizi manuali:
scavare pozzi alla ricerca di vene d'acqua, costruire porcilaie,
recinti. Nacque l'amore. Dopo un anno di fidanzamento si sposarono e
rimasero a vivere nella casa dei padrini... Zia Margherita si
avvicinò all'albero dell'ulivo, “figliola!” chiamò. Mariella
non rispose. La donna le prese una mano e la trascinò dentro la
casa. Nel silenzio si udiva solo il rumore delle bollette sul
pavimento di legno. Luigi aprì gli occhi, Mariella incredula,
confusa si bloccò. Luigi era caduto da un tetto. Lo avevano dato per
spacciato. Il bimbo le scalciò nel ventre e Mariella avvicinatasi al
marito, finalmente pianse di sollievo.
E' un pò ristretto perchè deve partecipare ad un Concorso e non può contenere più di 3600 battute
6 commenti:
Ciao Mietta,
racconto ristretto e anche tristetto assai!Ma la vita è più spesso triste che allegra,purtroppo!
In bocca al lupo per il concorso e, sarà il feeling, ma la settimana scorsa anch'io scrivevo di scarpE; mi farebbe piacere se tu leggessi qualche mio racconto in tema.
Qualcuno dirà che parliamo di scarpe, perché scriviamo coi piedi( battuta infame)
Abbracci :))))
Marilena
Spero che il tuo racconto vinca e non perchèl'hai scritto tu, ma perchè è molto bello, pieno di dolcezza ed emozioni.
Baci
carissima Marilena
grazie per la tua presenza, perdonami se io sono parca nel visitare il tuo ed altri siti.
Ho qualche problema di salute sul quale stendere un velo.( parkinson)
Passerò da te subito, perchè leggere il tuo e gli altri blog è un piacere, il piacere della comunicazione scambievole.
tvb mietta
Grazie Mely
per me è importante partecipare...però se vinco ,sorrido a me stessa.
La scorsa domenica mi è stato assegnato il 1° premio per una poesia in vernacolo. Per motivi di salute nn ho potuto partecipare alla cerimonia...però va bene lo stesso
tvb mietta
Ciao nonna bis, hai mai pensato di scrivere un libro? Il racconto mi è piaciuto tantissimo, c'è emozione, amore, speranza. Ti auguro di vincere!
Un abbraccio grande :-)
Xavier
ciao nipote
come va? puoi scrivermi anche in privato , tettasechi@libero.it
Allora, io ho pubblicato solo un racconto "wai,wai" edizioni il ciliegio però se vai nella mia home ---mi presento, troverai i dettagli. Ho pubblicato l'unico racconto dedicato ai bambini accompagnati ,nella lettura, da un adulto.
Ho scritto diversi romanzetti ma non li pubblico...la mia arte non la vendo...scrivo per il piacere di scrivere e comunicare...li regalo.
vai alla home...in alto sono elencati come romanzi....il primo che ho scritto...partono i bastimenti..
un abbraccio
nonnabis
Posta un commento