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Il mio spazio libero dove la fantasia e la realtà s'incrociano mescolando colori , profumi, sensazioni, fuori dallo spazio e dal tempo.
La fantasia e il tempo viaggiano insieme mescolando i colori
BENVENUTI NEL MIO BLOG...il mio diario di viaggio tra fantasia e realtà.
Se passate lasciate un commento..mi farete cosa gradita
Mariantonietta
poemetto...Elionora d'Arborea con traduzione
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29 settembre, 2014
28 settembre, 2014
Attimi : Linate - Alghero
Attimi...Linate - Alghero
Aeroporto di Linate.
Ho i crampi allo stomaco. Quella parte
di me, che è il mio opposto complementare, se la ride.
In cagnesco le brontolo : - c'è poco
da ridere scema!!! mettiti da parte che devo riflettere”
Lei con la lingua a punteruolo : - è
mai possibile che ogniqualvolta prendi un volo da sola ti lasci
dominare dalla paura? Appena entri “nel tunnel serpentone” per il
controllo inizia l'accelerazione del battito cardiaco...”
Colgo l'ironia del “tunnel
serpentone.”
Serpentone a zig-zag lo è, ma
chiamare tunnel due striscette frontali e parallele di stoffa
segnaletica di un passaggio quasi immaginario è troppo. Basterebbe
uno starnuto per buttarlo giù...ma anche un tiratore scelto per
mirare e colpire una qualsiasi delle due strisce. Ha ragione, ma deve
tacere.
La blocco sussurrando tra i denti :-
che ne sai tu quanto possa esser triste il cuore di una mamma che
saluta il suo figliolo con la famigliola, chissà tra quanto li
rivedrò?-
Cerco sensibilità e comprensione. Odio
il “pietismo” ma ho deciso che devo far sparire, almeno
temporaneamente, “quella parte di me”
La strega se ne infischia:- non fare la
gnorri...saranno in Sardegna tra due settimane, hanno fatto i
biglietti al p.c. davanti a te !!! - infierisce.
Sono arrivata al termine della fila.
Tocca a me. - smettila adesso!!! - la invito con tono accomodante -
mi devo concentrare per poggiare tutto sul cestello, non vorrei mi
suonasse l'allarme terrorista. -
Lei imperterrita :- suonerà,
suonerà!!! sia per i gancetti del reggiseno che per i due cerchietti
nelle scarpe. Sicuramente ti faranno togliere queste ultime e dopo
averti fatto indossare un paio di “calzerotti “ di plastica tipo
busta della spesa, pure celesti, passando “paperetta, paperetta”
tra due ali di folla “ridens sotto i baffi”, ti porteranno in un
ufficio interno per un più approfondito controllo.
Trattengo lacrime di scoramento mentre
m'impongo di ignorarla.
Una giovane in divisa si avvicina: -
prego signora si accomodi!!! – con voce gentile, m'invita a passare
sotto “la forca antiterrorismo e droga!-
Con intonacata disinvoltura ricambio il
sorriso e ...drin, drin, drin!!!
Vado in tilt. Insieme al campanello
sento ridere l'altra parte di me, quella intelligente, quella che sa
tutto e non sbaglia mai.
- Ti avevo avvertita: per non avere
grane indossa sopra le mutande un bel pigiamone felpato, un soprabito
e copri tutto!!! -
- Si – rispondo io – magari quello
con la coda da coniglietto-
lei insiste – ti avevo chiesto,
anche, di calzare le pantofole di paille...-
io – si quelle con la faccia di
Sgooby-doo o quelle di Minnie?
La voce della signorina interrompe il
battibecco interno.
- Prego signora, tolga le scarpe,
indossi queste e passi ancora!!!.- dice porgendomi due buste celesti.
Ritorno indietro, mi siedo sopra una
sedia, mi tolgo le scarpe, non so dove poggiarle. M'imbrano. Il mio
cestello è già passato. Chiedo che me lo rimandino indietro, non si
può. Una signora, coglie il mio imbarazzo, esce dalla fila e mi
porge un altro cestello. Io opero con piedi, scarpe, buste, cestello
da inviare con le sole scarpe.
La fila va avanti. Io non sollevo la
testa. La sento appesantita dagli sguardi curiosi.
La mia metà :- visto?-
- Non rompere...!!- sibilo tra i
denti, più imbranata che mai.
Sono pronta!. Trascinando i piedi per
non perdere le ingombranti buste, passo ancora una volta :- drin,
drin, drin
Sto per urlare.
La mia metà prima di nascondersi in un
angolo mi sussurra : “ mi dispiace, non ascolti la ragione. Hai
voluto vestire elegante, indossare accessori tono su tono e poi vedi
come anche il tuo dolce viso, il materno sorriso, l'età avanzata...
qui, alla forca, non hanno alcun valore...tra te un terrorista che
viaggia con coltelli, armi, droga non vi è differenza. A loro non
importa l'apparenza ma la sostanza che fa “drin,drin
Faccio in tempo a rispondere :- l'età
avanzata ce l'hai tu...vecchia babbeona, io sono una ragaz...”
- Venga avanti signora!!! – La
signorina in divisa mi ripassa i confini corporei con un aggeggio a
luce rossa!!” poi mi invita ad infilare ciascun piede dentro una
macchinetta. Niente “drin,drin”, nemmeno le scarpe che passano
sopra la striscia scorrevole ben sistemate dentro il cestello.
“ va bene può andare, signora!!!. -
Prendo il primo cestello, c'infilo le
scarpe e cerco un appoggio per risistemarmi. Il cestello, ha lo
stesso ordine di una valigia aperta e abbandonata dai ladri sul
ciglio della strada.
Mortificata mi allontano velocemente.
Adesso devo andare avanti lungo il corridoio, alla fine vi è una
gradinata che si dirama in due direzioni. A destra voli
internazionali, a sinistra voli per la Sardegna.
Alghero è alla postazione due.
Attraverso tutta la sala attesa. Nello spazio sedili dell'area numero
due c'è solo un signore. Nell'area numero uno c'è la fila
dell'imbarco per il volo diretto a Cagliari.
Mi accomodo, di fronte ma in fondo alla
fila dei sedili rispetto al signore. Desidero chiarire nella mente le
fasi “dell'incidente” al controllo. Non mi va di chiacchierare
con alcuno, tanto meno con uno sconosciuto, non mi va di ascoltare
la sua storia. L'esperienza mi ha insegnato che quando viaggi in
aereo e arrivi in anticipo, c'è sempre qualcuno /a che ha bisogno di
raccontare tutta la sua vita. Adesso non sono dell'umore adatto.
Si chiude il cancelletto del volo per
Cagliari.
Il signore tace. Apre una valigetta,
tira fuori un porta occhiali
Per distrarmi penso:- sta cercando il
pannetto per pulire le lenti degli occhiali -
Lo osservo con attenzione. Sono curiosa
di sapere quanto sia più ordinato di me. Io dopo aver frugato nella
borsetta, uso la sciarpa.
Spalanco gli occhi. Tra le sue mani
appare “un osso”, lo ruota tra le mani e tira fuori una lama.
Solleva gli occhi e guarda se lo sto osservando. Io faccio in tempo
ad abbassare lo sguardo sulle mie dita che giocherellano con la
sciarpa. Con la coda dell'occhio vedo che volta le spalle.
Alcuni secondi e si rigira. Ho la testa
china ma posso vedere le sue mani.
In una nasconde il coltellino e
nell'altra...nell'altra la dentiera Dopo averla asciugata con il
fazzoletto, la raschia con la punta del coltello con incredibile “non
chalance”
In altra occasione avrei trattenuta a
stento una risata.
Adesso no.
Ho le lacrime agli occhi. Una rabbia
furiosa mi contorce lo stomaco per l'umiliazione subita al controllo.
Il signore è passato sotto la “forca del drin, drin” e dei suoi
irreprensibili guardiani con un serramanico di oltre dodici
centimetri.
L'uomo rimette la dentiera al suo posto
e l'osso nella custodia degli occhiali e tutto dentro la sua
ordinatissima valigetta.
L'alto parlante annuncia il volo
Linate-Alghero.
Solo adesso mi rendo conto che sono
arrivati altri passeggeri.
22 settembre, 2014
Racconto...Le scarpe con le bollette
Racconto:
Le scarpe con le bollette.
Leggere
nuvole coprivano la luna creando sfumature grigie che intristivano il
suo materno sguardo. La sua penombra raggiungeva una giovane donna.
Mariella, seduta sulla sua vecchia altalena che pendeva da un vecchio
ulivo, lo sguardo nel vuoto, la mente ghermita da pensieri e ricordi
confusi che apparivano e, come bolle di sapone, sparivano. Dondolando
lievemente si cullava, battendo sul selciato un piede con lo scarpone
rinforzato con "le bollette" che, toccando il suolo, provocava rumori a
lei cari. La giovane era scossa da brividi di freddo. Ogni tanto
volgeva lo sguardo speranzoso verso la casa, fissava il tremolio
della fiammella della lampada a petrolio inusualmente accesa a
quell'ora tarda. Poi ricadeva nei ricordi. Aveva sei anni quando
calzò per la prima volta un paio di scarpe. La sua famiglia ricca di
figli, miseria e fame viveva in una “pinnetta” costruita dal
padre con sassi, fango e canne. Era un unico ambiente. La tenda che
fungeva da porta, lasciava intravvedere la miseria. La mamma, sempre
incinta, si recava al fiume per lavare i panni degli altri,
racimolava così qualche soldo per comprare la farina per fare il
pane ai figli. Suo padre faceva “il porcaro”. Un mestiere degno
di lui. Usciva al mattino presto e rientrava a notte fonda ubriaco e
senza denaro. Mariella, alla nascita era stata battezzata da Zio
Gian Maria e zia Margherita. La coppia era considerata “benestante”
perchè con sacrifici aveva comprato un campicello con una modesta
casa. Per una resa costante, avevano suddiviso il terreno in
orto,frutteto e vigneto. Un solo cruccio, non avevano figli. Quando
nacque Mariella si offrirono come padrini con la certezza che l'avrebbero avuta in adozione come “ figlia d'anima”, usanza
normale nelle famiglie numerose e poverissime. Attesero circa sei
anni prima d'aver le garanzie economiche per l'adozione. Ebbero la
bambina promettendo cure, amore e l'eredità della casa e degli
averi. Mariella partì con i padrini verso una nuova vita. Zia
Margherita le cucì dei vestiti, zio Gian Maria le fece confezionare
le sue prime scarpe raccomandando, al calzolaio, che le rinforzasse
con “le bollette” perchè durassero nel tempo. Quando Mariella le
calzò saltellò per la gioia, le bollette sui sassi suonavano un
allegro tip.tap, così correndo e saltellando allontanò il passato
misero. Gli anni trascorsero e Mariella si trasformò in una bella
contadinella. Aveva sedici anni quando i padrini decisero che era
arrivato il momento di far preparare le scarpe da signorina. “Mi
raccomando che siano con “le bollette!” chiese la ragazza. “ma
non sei più una bambina -capretta, adesso sei una signorina!” fu
l'inutile risposta dei due. Per accontentarla, ordinarono le
scarpe con le bollette. Una mattina arrivò un carretto trainato da
un somarello e un giovane che teneva le briglie. Mariella si affacciò
e conobbe Luigi. Il giovane si offriva per modesti servizi manuali:
scavare pozzi alla ricerca di vene d'acqua, costruire porcilaie,
recinti. Nacque l'amore. Dopo un anno di fidanzamento si sposarono e
rimasero a vivere nella casa dei padrini... Zia Margherita si
avvicinò all'albero dell'ulivo, “figliola!” chiamò. Mariella
non rispose. La donna le prese una mano e la trascinò dentro la
casa. Nel silenzio si udiva solo il rumore delle bollette sul
pavimento di legno. Luigi aprì gli occhi, Mariella incredula,
confusa si bloccò. Luigi era caduto da un tetto. Lo avevano dato per
spacciato. Il bimbo le scalciò nel ventre e Mariella avvicinatasi al
marito, finalmente pianse di sollievo.
E' un pò ristretto perchè deve partecipare ad un Concorso e non può contenere più di 3600 battute
19 settembre, 2014
Poesia...canto autunnale
Io adoro l'Autunno come stagione, clima, i colori della natura....anche come traguardo di vita.
In questa poesia vi è l'espressione di chi non accetta l'Autunno del suo vivere.
17 settembre, 2014
attimi...la speranza
Buongiorno amici miei
sono giorni di tensione.
Vi propongo le mie meditazioni.
Il periodo storico che stiamo vivendo appartiene alla seconda fase delle tre che la storia c ha documentate.
A mio avviso la storia e la vita individuale procedono su tre tappe che si succedono in ordine di "avvenimenti" ma non di tempo.
E' difficile stabilire quali delle tre sarà la prima poichè ciascun individuo potrebbe nascere in una delle tre e procedere alla successiva.
Propongo come prima fase la più positiva, seguendo la logica della piccolezza della mente umana.
@ FASE DEL BENESSERE
E' una situazione che succede ad una @ FASE DI TRANSIZIONE alla quale seguirà una @FASE DI MALESSERE.
Naturalmente è il mio modo di vedere la realtà, non è LEGGE.
Semplifico con degli esempi
@ FASE DI MALESSERE...seconda guerra mondiale
@FASE DI TRANSIZIONE... ricostruzione del distrutto, creazione di basi per migliorare il sistema di vita ( gli anni '50)
@FASE DI BENESSERE .boom economico..gli anni '60...
esempio personale
@FASE DI BENESSERE...figli sistemati, famiglia serena ,. sono traguardi raggiunti con sacrifici appaganti. Felice maestra, mi appresto ad affrontare gli ultimi anni scolastici, prima del pensionamento, con l'entusiasmo e la consapevolezza dell'importanza del ruolo della scuola sul sociale. Mi sento gasata al massimo.
@ FASE DI MALESSERE ...malattia, pensionamento anticipato, crollo delle basi su cui poggiava il mio sereno, quieto vivere.
@ FASE DI TRANSIZIONE ...raccogliere i cocci, cercare un nuovo sistema di vita con gli "input" adatti al mio stare bene con me stessa e con gli altri.
( il blog, scrivere, parlare con voi, dipingere.....)
Dovrebbe essere questa la mia nuova FASE DI BENESSERE.
Ritorniamo al nostra presente, alla situazione generale dell'ITALIA, dell' EUROPA, del MONDO...siamo tutti informati, perciò dedico a NOI presenti in questo tempo, dei brevi versi..
sono giorni di tensione.
Vi propongo le mie meditazioni.
Il periodo storico che stiamo vivendo appartiene alla seconda fase delle tre che la storia c ha documentate.
A mio avviso la storia e la vita individuale procedono su tre tappe che si succedono in ordine di "avvenimenti" ma non di tempo.
E' difficile stabilire quali delle tre sarà la prima poichè ciascun individuo potrebbe nascere in una delle tre e procedere alla successiva.
Propongo come prima fase la più positiva, seguendo la logica della piccolezza della mente umana.
@ FASE DEL BENESSERE
E' una situazione che succede ad una @ FASE DI TRANSIZIONE alla quale seguirà una @FASE DI MALESSERE.
Naturalmente è il mio modo di vedere la realtà, non è LEGGE.
Semplifico con degli esempi
@ FASE DI MALESSERE...seconda guerra mondiale
@FASE DI TRANSIZIONE... ricostruzione del distrutto, creazione di basi per migliorare il sistema di vita ( gli anni '50)
@FASE DI BENESSERE .boom economico..gli anni '60...
esempio personale
@FASE DI BENESSERE...figli sistemati, famiglia serena ,. sono traguardi raggiunti con sacrifici appaganti. Felice maestra, mi appresto ad affrontare gli ultimi anni scolastici, prima del pensionamento, con l'entusiasmo e la consapevolezza dell'importanza del ruolo della scuola sul sociale. Mi sento gasata al massimo.
@ FASE DI MALESSERE ...malattia, pensionamento anticipato, crollo delle basi su cui poggiava il mio sereno, quieto vivere.
@ FASE DI TRANSIZIONE ...raccogliere i cocci, cercare un nuovo sistema di vita con gli "input" adatti al mio stare bene con me stessa e con gli altri.
( il blog, scrivere, parlare con voi, dipingere.....)
Dovrebbe essere questa la mia nuova FASE DI BENESSERE.
Ritorniamo al nostra presente, alla situazione generale dell'ITALIA, dell' EUROPA, del MONDO...siamo tutti informati, perciò dedico a NOI presenti in questo tempo, dei brevi versi..
15 settembre, 2014
Attimi...sono ritornata
Attimi...Domenica Settembrina
Sono le 17.10 di una noiosa domenica di metà Settembre.
Noiosa?
Uhmmmm!!! soprattutto malinconica.
Mi
sento come la pianta che dopo aver gioito nel maturare i suoi frutti
alla luce del sole , adesso che da loro sono germogliate vite nuove,
lontane dalla mamma dove il vento del destino le ha sospinte, la
pianta si sente sola, confusa.
Tace
riflessiva.
Succede
da diversi anni. La pianta dovrebbe esser abituata . No! Non lo è.
Ogni
anno necessita di un periodo di riadattamento alla lontananza.
Si
guarda attorno in cerca di quell'equilibrio che, nel tempo ha
imparato a ritrovare, dopo un' Estate colorata di affetti, di
sorridenti germogli.
L'Autunno
non è ancora arrivato.
Ode
l'estate giocare sulle onde, cullarsi nella silenziosa quiete delle
spiagge liberate dal calpestio invadente di ignudi vacanzieri.
I
gabbiani si sono riappropriati del loro spazio, derubato, sporcato da
chi se n'è impadronito senza curarsi di loro, delle loro abitudini,
delle necessità di rispettare quelle regole innate che creano
equilibri in ogni naturale catena vitale.
Adesso,
calpestano le orme lasciate da quegli esseri irrispettosi che si
chiamano “umani”. Coprono quelle orme con le tante “V”
delle loro zampe, simbolo di riconoscimento di appartenenza al
territorio. Il resto lo farà l'onda , allorchè, incitata dal vento
spazzerà via ogni rimasuglio di passaggio umano.
Al
mattino presto si risente l'armonia sonora della natura che canta
spandendosi nell'aria, rifrangendosi sulle rocce, mentre, sospinta da
venticello, penetra nella pineta a solleticare le fronde e poi nella
campagna attorno, dove la vita è ancora stordita da quel vociare,
dal ritmo assordante di musiche rimbombanti di strumenti elettronici
e a percussione.
Il
profumo dei fiori selvatici, salvatisi da barbara recisione a scopo
di souvenir, ha ripreso il suo posto, adesso che è sfumato quello
di olii abbronzanti di giorno, di arrosti, spaghetti e pizze, alla
sera.
L'ambiente,
nella molteplice espressione vitale, lentamente ritrova il ritmo
naturale.
Tutto
rientra nell'ordine.
Tra
un po' arriverà l'Autunno.
Nuovi
stimoli riempiranno le giornate. E il tempo va.....
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