26 settembre, 2017

Poesia introduzione poemetto "Eleonora d'Arborea" GALLURESE CON TRADUZIONE

Casteddu Saldu ( con traduzione)

Da monti Ussoni a Multeddu
passend'a primmù manzanili,
mi piddàani li sintori abbeddu
di lintori prufumm'in sbrinduli.

Puru d'allongu lu cor'intendi
ciubbat'odòri di tarra e mari
da daretu Baia Ostina arrièndi
di pazi e sirinitài non sò avari.

Pinzellu Divinu un guttiggiu
i l'azzurru mari ha lassatu falà,
è affiurat'un capputu muntiggiu
chi più maraiglia nò si pò pinsà

Caseddi, carreli, scalini s'acciarani
da bassu fin'a lu casteddu in punta,
girendil' in tundu la ghinduleggiani,
par'un coccoi alliviendi ped'i l'unda

Tarrazzi, balconi sempri fiuriti
di pianti grassi, ultensi, girani
di canestreddi sò, puru, culuriti
da l'abilitai di femmini casteddani.

Solu una striscia l'auni a la tarra
dugna tratta è un signu di la storia
di canti duminatori ani fattu gherra
primma e poi di li genuvesi Doria.

La palti antiga figgiula da l'altu,
tuttu di lu mediuevu faet'ancora
una passizata a Casteddu Saldu
nant'a li passi D'Arborea Elianora

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Dedicata a Castelsardo

Da monte Ussoni a Multeddu
andando al mattino presto,
i miei sensi erano fortemente rapiti
dal profumo di gocce di rugiada.

Pur ora che sono lontana, il cuore sente
accoppiati profumi della terra e del mare
che arrivando dalle spalle di baia Ostina
non sono avari di pace e serenità

Il pennello Divino una goccia
nell'azzurro del mare ha lasciato cadere,
è affiorata una tondeggiante collina
che di più meraviglioso non si può pensare.

Casette, stradine, scalini si affacciano,
dal basso, fino al castello sulla punta,
girandole attorno la circondano,
sembra un lumacone che dà sollievo al piede sull'onda.

Terrazzi, balconi sempre fioriti
di piante grasse, ortensie, gerani
fanno colore anche i canestri
fatti dalle mani abili delle castellanesi

Solo una striscia l'unisce alla terra
ogni orma è una traccia di storia
di quanti se la son contesa
prima e dopo i genovesi Doria.

Osservo dall'alto la parte antica
dove vive ancora il Medioevo
una passeggiata a Castelsardo
sui passi d'Eleonora d'Arborea
















21 settembre, 2017

Poesia...vagabondo

Vagabondo

Un canto sereno ferma il mio andare
vagabondo sulle tracce di antiche sensazioni,
la montagna mi consola con il suo respiro,
m'alleggerisce il cuore greve di dure zolle.
Macchie di cisto, lentisco ed altre ancora
liberano la mente da cupezze,
fiori e frutti accesi di passione
profumano di selvatico la rugiada.
Tramontando il sole cede il passo alla luna,
un pastore dondola al vento la solitudine,
soffiando sul fuoco pensa alla famiglia,
suona con un filo d'erba, alla buona fortuna,
tranquillo il cane veglia sul gregge...
Rasserenato è l'animo per la meraviglia!!!

























poesia...La luna e la montagna

La luna e la montagna

La luna, da dietro la montagna
sulla sua tratta al cielo, va leggiadra
e, come un' innamorata esitante,
con delicata dolcezza la vezzeggia.

Per un attimo stanno faccia a faccia
con un bacio, la luna le lascia un segno,
e, dalla cresta agli aspri cespugli,
risplende la montagna in ogni parte.

Accanto al gregge, un pastorello
guarda la luna nel suo splendore
i racconti della nonna, quando era piccolo,
per farsi coraggio, va a ricordare.

Racconti delle "janas", fate farfalle
che hanno ispirato di poeti generazioni,
custodi delle sarde tradizioni,
con rime e canti belli come rose.

La luna, dall'alto, cerca la montagna
maliarda, le strizza un occhio d'intesa.
-Alla sera, uomo, adulto o bambino

per star sereno, alla sua luce s'avvinghia!-