22 aprile, 2017

poesia...lo stazzo

Lo stazzo
Sorge l'alba sopra i muri sbiaditi
delle casette abbandonate e mute,
nello stazzo solitario
cantano l'erba, i cespugli e le fronde
al sospiro del vento
dondolando.
Smarrite si son nel tempo
chiassose tracce di vita
di quando, una mano per l'altra,
si condivideva la povertà
unendo il vicinato
in rispettosa armonia.
Quante lune hanno vigilato
le donne impastando grano
mentre la famiglia nella notte
rincorreva sogni colorati.
Profumava l'aria di pane caldo
quando,
prima che cantasse il gallo,
a casa ritornavano
con in testa i canestri
Rianimavano svelte il fuoco,
preparare il cibo agli uomini
che con la bisaccia sulle spalle
dal lavoro faticoso segnate
andavano alla giornata
Passavano i carri, muggivano i buoi...
il vicinato si animava al sorger del sole.
La vita seguiva del tempo ogni stagione.
Alla sera, sui volti
si spandeva la fiamma del camino
alimentata dai racconti degli anziani,
custodi delle tracce della storia
Uno dietro l'altro, insieme agli anni,
come foglie in Autunno,sono volati gli anziani.
I giovani si sono allontanati
a cercar lavoro in terre lontane.
Adesso, quando scende la sera,
nel silenzioso, freddo stazzo
piange la brina di solitaria malinconia.





Nessun commento: