06 maggio, 2014

Poesia...Porto Torres

E' la prima volta che scrivo in portotorrese. Spero bene.

Dopo oltre 40 anni ritorno indietro ai ricordi dei miei primi vent'anni trascorsi a Porto Torres,mia città Natale.
Grazie a Face-Book ho ritrovato amici e conoscenti : Carlo Sedda e Anna Pini ,siamo nati in via Petronia. Rosanna Idini, compagna-amica di scuola. Giancarlo Perantoni, i nostri genitori amici e compari.Rosario Careddu suo padre amico-compare del mio, Nando Nocco ha ricostruito in miniatura il quartiere di San Gavino dove ho vissuto l'adolescenza.
A loro ed ai portotorresi che mi seguono dedico questi versi di ricordi
Chiedo scusa se non sono stata perfetta ma...42 anni di gallurese hanno influenzato il mio “sardo”
Grazie PORTOTORRES,grazie GALLURA

Posthutorra...puisia con traduzione

In te soggu nadda,
dall'ondi di lu mari ninnadda
pà vint'anni
sei isthadda casa mea
Posthutorra isthimadda

Trubbendi i lu camminu
pai me signaddu
da la vuruntai di Deu
mi soggu alluntanadda,
cussì era disthinu.

T'avia affrisciadda in un cuzzu
di lu cori meu
umpari a la mimòria di la giuvintura
ugnia tantu a la menti t'acciaravi
in rimpientu, mai in tristhura.

Abà chi soggu in pinsioni,
abà chi soggu mamma e nonna,
abà cu la cussenzia chi lu tempu
di li tennari fiori è passaddu.
abà m'appoggiu cun sirena marincunia,
a li petari di la pitzinnia.
L'accugliu da la menti
mi l'affiagnu a lu cori,
ad occi sarraddi
in sintimenti rinnubbaddi
intendu li prufummi
di lu tempu umpari.

Pà me sei sempri cumment'eri:
la via centrari asfalthadda
e stirraddi l'altri carreri.
Schora di vidda chissa era
pà noi pitzinni giughendi,
briendi e appazzendi,finz'a sera,
candu, li mammi bugavani
a fora li brasceri pà azzindì lu fogu.
Cu lu vintagliuru buffavani
lu caibboni , da lu “dimoniu”
si pisavani l'ischinchiddi
e noi abbaiddendi facci rui, incantaddi,

M'ammentu lu maschaddu
di pesciu freschu pienu
brinchendi annant'a lu bancu di granitu,
Buzzavani li vindiori
vantendi lu pischaddu
ma puru l'osthaglia frisca
e dognia fruttu a manu custhivaddu.

La schora “De Amicis” un monumentu”
pai me ammentu d'onori e vantu.

La geschia di Santu Bainzu
cu li tre coipi e Santi,
la devozioni,
tutta Posthutorra in pruzzissioni a Barai,
cu li femmini chi pa dumandà una Grazia manna
andavani inginucciaddi chena finzioni,
prighendi non intindiani durori.

Lu mollu cu li facchini
pa scarriggà lu vapori,
e lu trenu, la stazioni?
Ponti romano, Re Baibbaru, Riu Mannu
costhi di gesghia,
...atriu comita?
Canti manigghi di scobba
m'ani pissighiddu
candu , pa fa primma
a andà da babbu, all'officina
m'avvinturava che ascia di ventu
da chissu spassizzu

Li lagrimi mi femmani,
cambiadda è Posthutorra
non la ricunnosciù più,
“chiddu tempu” è andaddu
e mai più torra.







TRADUZIONE
PORTOTORRES
In te sono nata
le onde del tuo mare mi han cullata,
per vent'anni sei stata casa mia
Portotorres tanto stimata.
Presa dall'andare
sulla strada che per me
aveva designato il Signore
ti ho lasciata
per seguire il mio destino.

Ti avevo chiusa a chiave
in un angolo del mio cuore
insieme ai ricordi della gioventù
ogni tanto mi ritornavi in mente
con rimpianto ,mai in tristezza.

Adesso che sono in pensione,
adesso che sono mamma e nonna,
adesso che sono cosciente che non ho
davanti a me teneri fiori della gioventù,
adesso cerco con dolce malinconia
i petali dei ricordi di bambina,
li prendo dalla mente e me li stringo sul cuore,
ad occhi chiusi, in rinnovato sentimento
sento il profumo del mio tempo
trascorso in te.
Per me sei come eri ai miei tempi,
la via principale asfaltata a cui
convergevano le stradette sterrate
scuola di vita per noi bambini
che giocavamo, litigavamo e facevamo la pace
fino alla sera,
quando le mamme mettevano fuori
il braciere per accendere il fuoco,
con il ventaglio soffiavano sul carbone
e dal “demonio” fuoriuscivano le scintille
e noi accanto, con la faccia arrossata,
guardavamo incantati.

Ricordo la scuola “De Amicis”
per me un monumento
che di aver frequentato mi onoro e vanto.


La chiesa di San Gavino
con le statue dei tre Santi Martiri,
dei Portotorresi la devozione,
tutti alla processione a Balai,
con le donne che per chiedere una forte Grazia
andando sulle ginocchia seguivano
così raccolte che non sentivano dolore.

Il porto animato dai facchini
che scaricavano bagagli dal vapore,
che dire del treno, della stazione,
Ponte Romano, i ruderi di Re Barbaro rio Grande
Il cortile dietro chiesa...e l'atrio Comita?
Quanti manici di scopa mi han tirato dietro
quando, per accorciare la strada
che mi avrebbe portata all'officina di mio padre,
percorrevo più veloce del vento
quello stretto passaggio privato.

Lacrime fermano il fiume dei ricordi
Portotorres non è più questa
quella del mio tempo è andata
e non ritorna più

le foto postate fanno parte della raccolta “ Portotorres sparita”

Quella con la scolaresca è mia...1958..seconda-terza elementare.


10 commenti:

Nella Crosiglia ha detto...

Maria Antonietta cara, pensa che la prima volta che sono stata nella tua bellissima Sardegna , ero proprio a Porto Torres per un matrimonio di un mio cugino...
Che mare , che clima che meravigliosa terra profumata di ogni ben di Dio..
Ti stringo forte!

adriana ha detto...

Bello il ricordo di Porto Torres (l'ho conosciuto anch'io...) e la fotografia mi ricorda tanto una mia (stesso grembiule e stesso fiocco...diversa la città)
buona settimana

MikiMoz ha detto...

Non capisco una parola di sardo, ho letto in italiano... versi molto belli.

E' bellissimo recuperare ricordi di tempi passati. Che son passati ma non nel cuore.

Moz-

bianco su nero ha detto...

carissima Nella
grazie,grazie di cuore della tua costanza e per le gentili parole.
tvb
mariantonietta

bianco su nero ha detto...

Cara Adriana...condividere ricordi è come stare a chiacchierare tra amiche,davanti ad una tazza di te.Un abbraccio
mariantonietta

bianco su nero ha detto...

Grazie Moz
il sardo è una lingua abbastanza tosta...il greco,il latino sono le radici su cui gli antenati han creato un idioma sintettico, ogni parola è un discorso spesso difficile da tradurre...se osservi la lunghezza della poesia in italiano è più lunga e manca la rima....grazie per la tua presenza...un abbraccio...

Melinda Santilli ha detto...

Che bello, mi hai fatto venire in mente un piccolo viaggio che di recente ho dovuto fare con mia mamma, siamo tornate nel paese dove è cresciuta e anche lei mi ha raccontato di cose che adesso non ci sono più e io mi sono sentita un nodo alla gola... lo so che il tempo passa, però non si può deturpare la bellezza di un paese solo per il progresso!
Un abbraccio

Enrico zio ha detto...

Mi è piaciuto cercare di capire il significato leggendo il portotorrese, mi ero impiantato su (abà= adesso):-) ma per un attimo mi è sembrato di essere in vacanza nella bella Sardegna.
Buona giornata un abbraccio
enrico

bianco su nero ha detto...

ciao Melinda...grazie per la visita gradita...sai il progresso ha tolto tanto dell'antica colonia romana...Turris Libyssonis..ci vado raramente per i miei fratelli, non torno mai sui passi del passato, l'industria e la tecnologia han sepolto secoli di storia...un abbraccio

bianco su nero ha detto...

grazie Enrico
sempre attento e gentile...l'Italia è tutta bella ma io amo la mia Terra, i silenzi animati dai suoni della natura...scusa mi stavo perdendo
ahah..un abbraccio