31 luglio, 2013

romanzo : Intrecci,,,5^ parte

I pensieri di Luisa
La signorina Luisa chiuse gli occhi e finse di dormire.
Giusi rassicurata lasciò la stanza e si recò alla postazione di guardia per il servizio notturno.
Uscita la donna Luisa scese dal letto e a bassa voce chiamò: “Baronessa, Baronessa...dove sei finita?
Con lo sguardo ispezionò la stanza, poi s'inchinò sotto il letto e la trovò.
La sua Baronessa, l'unica parente che le fosse rimasta: una tartaruga che le aveva regalato Artur, il suo amore.
“ oohhh vieni qui!” esclamò prendendola tra le mani. “ Amore non sei venuta con me nel giardino e non hai potuto vedere Artur....piccola mia!”
La coccolava con tenere parole ,dandole bacetti sulla corazza.
“ti ricordi quando ci conoscemmo?
Era estate ti trovammo in un campo di grano. Il sole tramontava , mentre, Artur m'insegnava a far l'amore tra i papaveri in fiore. Tu sei arrivata con il tuo passo lento come il battito dei nostri cuori nella serenità dell'estasi raggiunta.
Artur sorridendo ti prese tra le mani
- “ birichina!” ti disse “ mica farai la spia? ….ssssssshhh- ti chiese il silenzio
- perchè amore le chiedi di tacere? Mi hai detto che quello che abbiamo fatto si chiama “atto d'amore “ che Dio ha donato agli innamorati e che da quell'atto nasceranno i figli ….”
“ si tesoro è tutto vero però....ehem...come spiegarti..?..ecco noi non siamo ancora sposati...”
“ perchè per “fabbricare i figli bisogna sposarsi? Tu mi hai detto che lo fanno gli innamorati come noi!”
“ senti amore! Stai tranquilla. La guerra è alla fine, tra un po' rientrerò in America preparerò le carte e ritornerò in Italia e ci sposeremo...”
- “allora avremo il permesso di fare l'amore?” ma questo significa che poco fa abbiamo fatto una cosa senza il permesso? ...oddio ...speriamo che la tartaruga non lo dica alla mamma...!”
- ma no sciocchina....piccolo ingenuo passerotto!”
Luisa sentiva ancora la forza dell'abbraccio con cui la coccolava il suo amore.
Da vent'anni, ogni sera, riviveva quei momenti dove si era fermata la sua mente già fragile e vacillante, ripetendo con le medesime parole, la stessa storia.
“Raccolsi il nastro rosso dei miei capelli che si era slegato sotto le carezze d'amore e ti preparai un guinzaglio per guidarti a casa.Cercavo di mettertelo al collo ma tu ti ritraevi
“ma che fai amore?” mi chiese Artur ridendo “ non è un cane !!”
“ma io la voglio portare a spasso con me!” non riuscii mai a metterti il guinzaglio , così ti chiamai “Baronessa”, perchè i nobili non hanno guinzaglio”.
Coricata la tartaruga accanto a sé rivisse un sogno da vent'anni sognato : l'incontro con Artur.
Vi era la guerra. Gli americani erano sbarcati in Italia ed avanzavano facendo arrettrare i tedeschi.
La sua famiglia era seduta nel salotto. La mamma, donna Giovanna lavorava all'uncinetto, Luisa e suo fratello Nicola medico ,in breve permesso militare, seduti al piano suonavano a quattro mani .
Arrivò la cameriera e annunciò:
“donna Giovanna avete ospiti!”
“si!?” rispose la donna sollevando la testa dal lavoro
“ vostro genero Luigi marito di donna Franca, è nell'ingresso con un americano in divisa. Chiede di essere ricevuto!”
“ma falli accomodare !” disse la donna ricomponendo i capelli.
Luigi entrò e con lui Artur...e l'amore.
Artur alto, chiaro di carnagione e di capelli, aveva trentacinque anni colpì la giovane Luisa con il fascino dell'età,della bellezza e della divisa dell'aviazione americana
Ottimo conversatore, si esprimeva in buon italiano poiché era stato a Roma prima della guerra.
Conquistò tutti i presenti. Donna Giovanna lo trattenne a cena, lei che non aveva invitato più alcuno da quando suo marito morì colpito da un proiettile partito mentre puliva la sua pistola.
Si fidanzarono dopo poche settimane con il consenso della famiglia.
Terminata la guerra Artur partì per preparare i documenti per il matrimonio.
Trascorsero le settimane, i mesi ma di Artur si persero le tracce.
Luisa ad ogni rumore di aeroplano saliva sulla terrazza della casa aspettando che dall'aereo scendesse una missiva o un mazzo di fiori così come faceva Artur.
Donna Giovanna scrisse all'ambasciata americana per chiedere informazioni sul genero.
Dopo qualche settimana arrivarono le notizie: Artur era rientrato sano e salvo dalla guerra e viveva nel New Jersey con la moglie e i suoi tre figli.
Fu un duro colpo per tutti.
Luisa si smarrì.
Ogni giorno lo trascorreva suonando il pianoforte e cantando chiamava il suo amore, oppure armata di tavolozza , pennelli e colori si perdeva nei campi aspettando il tramonto per dipingerlo.
I contadini che la incontravano la rispettavano, non solo, la riaccompagnavano a casa.
Quella sera che donna Giovanna prese la decisione dolorosa di ricoverare Luisa nella casa di cura , richiamata da dei contadini aveva trovato la figlia nuda che correndo sul prato ,mimava un aereo che si sollevava in volo.
   
                                  


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