01 giugno, 2011

racconto.......una vita insieme.......sesta parte



Il sole sorgeva da dietro le colline, quando Beppe, pagata la locandiera sedette sul suo leggero calesse e prese la strada verso Sassari e i poderi della famiglia De Tora.
Angela si era svegliata presto, dopo una notte agitata, appena sorto il sole era saltata giù dal letto.
Nonostante i suoi sforzi, Beppe era nella sua mente, nell’anima, nel cuore.
Per liberarsi da quel tormentoso pensiero si dedicò alla casa.
A metà mattina per sfuggire a sè stessa si recò nei frutteti.
Chiacchierando con i contadini e con le donne che raccoglievano i frutti maturi, impediva al suo cuore di sovrastare la mente.
Anche nel suo distrars,i il cuore batteva al ritmo allegro  dell’amore.
Il cuore ragiona a modo suo, non condivide niente con la mente.
Se ne accorse appena sentì sull’acciottolato davanti al palazzetto, gli zoccoli del cavallo che aveva ricondotto  il calesse con Beppe.
Con il cuore in tumulto decise di allontanarsi.
Si diresse verso  il fiumicello ove spesso vi si recava, nella stagione calda, per trovare refrigerio nelle sue fresche acque e sotto l’ombra dei pini, delle accace e dei salici che, rigogliosi crescevano al di qua dei canneti.
Si sedette sulla sponda, mise i piedi nella fresca acqua che scorreva portando al mare sassi, ciottoli .
Al fiume che, scorreva sereno affidò la pena del suo cuore

Il fresco delle tue acque
 dà sollievo
e ristoro
ai miei arditi pensieri.
Cuore mio
Liberati da questa
Passione
Ascolta
della mente la ragione.
Come hai potuto
Innamorarti,
del figlio del tuo padrone?
Sei il cuore
Di un’umile fanciulla,
povera, orfana, ignorante
che hai combinato
brigante d’amore
come farò a liberarti
di questa ossessione
dimmelo tu mio cuore!

Alle sue spalle la voce inattesa di Beppe continuò

A queste fresche acque
Mi accingo a donare
Il segreto
Che mi ha svelato il cuore
“ sono innamorato,
sto soffrendo
donami la pace dell’amore!

Diglielo,
falla tua sposa.
 Come, a tenera mariposa
che si poggia sopra il fiore,
donale l’essenza del
tuo amore!
Non ascoltar la ragione
Senza la ricchezza
Si può vivere
Ma non con tormenti
D’amore!”
Ti amo Angela.
Vita mia,
perché doni al fiume
i battiti del tuo cuore
che a me appartengono?
guardami
son qui
a donarti il mio amore.

La giovane non si era accorta dell’arrivo di Beppe e senza volerlo aveva confessato il suo amore.
Non si voltò.
L’uomo si avvicinò alle sue spalle, si inchinò. Ella sentiva dietro l’orecchio e sul collo il respiro del giovane.
Egli la sollevò e voltatala , con le dita le sollevò il mento affinché potesse affondare lo sguardo in quello di lei.
Ella teneva gli occhi bassi
“guardami amor mio! Disse con voce intensa
“non mi ero accorto ma da sempre ti ho amata, sei stata per me sorella, compagna di giochi, amica e confidente nell’adolescenza, madre comprensiva e consolatrice dei dispiaceri miei….!”
Angela sollevò gli occhi
“ il nostro amore è impossibile, vi si opporrà anche il notaio, non sono nessuno ed ho anche tre anni in più di te……………!”
Avrebbe voluto continuare ma Beppe poggiò un dito sulle labbra della donna, le contornò con lieve carezza  guardandola negli occhi, accostò il viso e la baciò leggermente..
Completamente liberata dalle catene della ragione, ella si lasciò andare con trasporto a quel bacio che, divenne via, via sempre più intenso e passionale.
Le mani si intrecciarono in carezze sempre più appassionate, i cuori battevano all’impazzata, il desiderio saliva come alta marea attratta dalla luna…furono l’uno dell’altra, l’uno dentro l’altra, un corpo ed uno spirito solo.
Rimasero abbracciati sull’erbetta del prato poi liberatisi dai vestiti fecero il bagno, amandosi nell’acqua fresca che scorrendo silente, sorrideva portando al mare il segreto di quell’amore.
“cosa faremo adesso?” chiese Angela mentre si rivestivano
“quando rientreranno i miei parlerò loro. Conto sulla comprensione di mio padre;  mia madre dovrà accettare anche questa mia scelta, altrimenti ce ne andremo, mi perderà?”
“ dove andremo? Che ne sarà di noi?!”
Beppe la prese tra le braccia
“ queste mie braccia, la mia mente ed il mio cuore lavoreranno per renderti felice, stai tranquilla amor mio!”

  Rientrarono per la cena. Dopo cena si ritirarono nelle loro stanze ma , nel mezzo della notte, il giovane raggiungeva il suo amore fino al mattino.
Due settimane passarono in fretta.
Il notaio e donna Costanza rientrarono.
La donna era ammalata di broncopolmonite.
Il notaio disperato chiamò i migliori medici della città. Tutti diedero la stessa cura:
la donna avrebbe dovuto rimanere a letto, con il   petto coperto da una pelle  di agnello e sopra un braciere di cenere costantemente calda, il resto lo affidarono al tempo ed alla volontà di Dio.
Beppe accordò con Angela di rinviare il momento nel quale il giovane avrebbe data la notizia del loro amore ai suoi genitori.
Angela rimase costantemente accanto a donna Costanza curandola con amore filiale.
La donna appariva grata di questo.
I giovani si incontravano raramente; si davano appuntamento in un luogo concordato.
Beppe aspettava Angela la faceva accomodare sulla canna della bicicletta e si allontanavano dai poderi per ossigenare il loro amore.
Trascorsero due mesi, prima che donna Costanza desse segni di ripresa.
Ricominciò a mangiare ed a respirare con più costanza , si era attenuato, con soddisfazione dei medici, quel respiro cavernoso che si sentiva , soprattutto alla notte, per tutta la casa.
Anche il rapporto con Angela era più aperto alla gratitudine ed alla consapevolezza del valore che avevano avute le cure prestate dalla giovane verso la signora.
Angela si era accorta di aspettare un bambino.
Faticava a trattenere le nausee e soprattutto al mattino i capogiro.
Superata l'incertezza per il momento poco opportuno, decise di informare Beppe.
Il giovane felicissimo la sollevò tra le braccia
“un figlio nostro! Il figlio del nostro amore!”
Lacrime tenere frammiste di gioia ed apprensione, scorsero dagli occhi della giovane
“ non pianger amor mio!” la consolò il giovane” stasera stessa informerò i miei genitori!”
“ no, aspetta che guarisca bene tua madre, almeno altre due settimane!”chiese la giovane
“ va bene!, come vuoi tu, ma promettimi che non ti affaticherai e non esser triste! Un figlio è la benedizione di Dio sul nostro amore. Ricorda: qualsiasi reazione dei miei genitori non ti sia causa di preoccupazione……io sono tuo, tu sei mia…….staremo insieme per sempre!”
Con un abbraccio ed un bacio sigillò la promessa.

                           








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