seduta sulla sponda del fiume
gli occhi miei riempivo
della magia dei suoi colori.
Tutto il paesaggio si rifletteva in esso
Tutto il paesaggio si rifletteva in esso
che, scorrendo lentamente,
lo riproduceva con fluttuanti,
ritocchi di pennello
unici, vitali, artistici vagamente
sfumati l’un nell’altro modello.
Con un ciuffo d’erba tra i denti
Emettevo una leggera musica,
come una musa suonavo,
rilassata, fuori dal tempo,
di quella bellezza godevo.
La roccia rossa riflettendosi, con lieve tremolio,
sulla superficie, formava ombre
di case con diverse altezze,
sopra ad esse, le gentili ginestre
si rispecchiavano
simili a luci accese entro finestre
alla sera ..
I cespugli della macchia
mediterranea davano corpo
alla famiglia seduta al desco
eppure erano il mirto, il lentisco, il cisto.
Le canne, tese verso il cielo,
mosse da un leggero vento,
ricordavano la dea del fiume e
le sue ancelle danzar avvolte in sottile velo,
Quelle più lontane dal mio sguardo
Sembravano mani tese che
Tremando umilmente
Sollevavano le loro menti
All’Onnipotente con preghiere
Di ringraziamento, mentre ,
la sera scendeva
vidi rispecchiarsi le tremule
stelle del firmamento.
Rientrando a casa riflettevo
Sul grande dono e quale onore
Di quello spettacolo
Esser stato sereno spettatore
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